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Il termometro cinquantigrado è un tipo di termometro a liquido. Terminante con bulbo a pallina, questo termometro è diviso secondo una delle molteplici scale termometriche adottate dall'Accademia del Cimento, quella cinquantigrada. La parte superiore del cannello presenta scritte di smalto bianco. Di smalto sono anche le divisioni in gradi sul cannello: i pallini neri indicano i singoli gradi, mentre quelli bianchi segnano i dieci gradi. Il liquido termometrico è costituito da acquarzente. Ideati dal granduca Ferdinando II de' Medici, i termometri cinquantigradi erano generalmente impiegati per conoscere le mutazioni di caldo e freddo dell'aria, sia all'aperto sia in locali chiusi. Gli accademici fecero largo uso, soprattutto per sistematiche osservazioni meteorologiche, di questo tipo di termometri, che avevano il pregio di essere comparabili fra loro, nonostante risultassero meno sensibili degli altri. Di questo tipo di termometri il Museo Galileo conserva oltre cinquanta esemplari.
Il termometro ad alto fusto è un tipo di termometro a liquido che si espande in un lungo tubo capillare. Nel Museo Galileo di Firenze si conservano quattro termometri ad alto fusto su base ramificata e quindici su base a disco e terminanti a pallina. Sui cannelli si trovano vari bottoncini di smalto, che indicano i gradi di una delle molteplici scale termometriche adottate dall'Accademia del Cimento. I bottoncini neri indicano i singoli gradi, quelli bianchi segnano i dieci gradi, mentre gli azzurri registrano i cento gradi. Il liquido termometrico è costituito da acquarzente.
Il termometro a ranocchietta è un tipo di termometro a liquido. Il termometro "a ranocchietta" o - come lo definivano gli accademici del Cimento - "a botticino" contiene palline di vetro di diversa densità immerse nell'acquarzente. Veniva impiegato come termometro clinico, legato al polso o al braccio del paziente con la testa della ranocchietta rivolta verso l'alto. Le variazioni della temperatura corporea venivano rilevate attraverso il movimento delle palline. Infatti, l'aumento della temperatura provoca l'aumento del volume dell'acquarzente, che viene evidenziato dal movimento successivo delle palline (prima le meno dense, poi le più dense). Dato che il movimento delle palline era lentissimo, questo termometro veniva definito "infingardo", cioè pigro, lento. L'invenzione di questo tipo di termometro viene attribuita al granduca Ferdinando II de' Medici.
Il telescopio è uno strumento che raccoglie la luce o altre radiazioni elettromagnetiche provenienti da un oggetto lontano, la concentra in un punto (detto fuoco) e ne produce un'immagine ingrandita. Sebbene con il termine "telescopio" si indica solitamente il telescopio ottico, operante nelle frequenze della luce visibile, esistono telescopi sensibili anche alle altre frequenze dello spettro elettromagnetico. Il nome, derivato dal greco τηλε (tēle) che significa «lontano» e σκοπεῖν (skopein) ovvero «guardare, vedere»), è una parola d'autore coniata dal matematico greco Giovanni Demisiani (Ἰωάννης Δημησιάνος), il 14 aprile 1611, nel banchetto offerto a Roma, dal principe Federico Cesi, in onore della cooptazione di Galileo Galilei nell'Accademia dei Lincei.
Giovanni Inghirami (Volterra, 16 aprile 1779 – Firenze, 15 agosto 1851) è stato un presbitero e astronomo italiano. A lui è stata nominata una valle sulla Luna ed un cratere, il cratere Inghirami .
Diacinto Cestoni, noto anche come Giacinto (Montegiorgio, 13 maggio 1637 – Livorno, 29 gennaio 1718), è stato un naturalista italiano.
Cosimo II de' Medici (Firenze, 12 maggio 1590 – Firenze, 28 febbraio 1621), figlio di Ferdinando I de' Medici e di Cristina di Lorena, fu il quarto Granduca di Toscana dal 1609 al 1621, anno della sua morte. Durante gran parte dei suoi undici anni di regno, delegò perlopiù l'amministrazione della Toscana ai suoi ministri. È noto in particolare per essere stato il patrono di Galileo Galilei, suo tutore in giovinezza.
Alessandro Manetti (Firenze, 1 febbraio 1787 – Firenze, 10 dicembre 1865) è stato un ingegnere e architetto italiano. Fu un importante esponente del rinnovamento tecnologico e del linguaggio neoclassico in Toscana.