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Giudeo-cristianesimo

Il termine giudeo-cristianesimo indica le comunità dei primi cristiani, cioè gli ebrei (e, nel caso della Chiesa gerosolimitana, anche i gentili) che costituivano i nuclei originali del gruppo di seguaci del galileo Gesù di Nazareth. Essi, in quanto ebrei insieme al loro maestro, rispettavano le prescrizioni della Legge mosaica contenute nella Torah (circoncisione, tabù alimentari, Shabbat, preghiera e festività ebraiche ecc.). Dagli altri movimenti giudaici venivano chiamati Notzrim (nazareni), in quanto seguaci di Gesù di Nazareth. Il termine viene utilizzato per indicare anche alcune sette che discendevano più o meno direttamente dalle comunità cristiane primitive: nazareni, ebioniti, elcasaiti e altri gruppi relativi a questi; essi sono citati nei frammenti dei vangeli apocrifi indicati come Vangeli giudeo-cristiani. I giudeo-cristiani erano i membri originali della setta giudaica che più tardi divenne il cristianesimo vero e proprio. Nella fase più precoce la comunità era composta da tutti gli ebrei, sia giudei che galilei, i quali avevano accettato Gesù come una persona venerabile, un maestro, un messia o il redentore d'Israele. Nel momento in cui il cristianesimo si separa dal giudaismo, dalle sue radici ebraiche e da Gerusalemme, i giudeo-cristiani diventarono solo un filone della comunità cristiana mediterranea, ed iniziarono ad essere emarginati dai cristiani gentili perché continuavano a considerarsi ebrei e a seguire la Legge mosaica. I giudeo-cristiani differivano dai successivi cristiani di origine ellenistica perché si sentivano totalmente ebrei e si comportavano come tali, aderendo in modo completo a tutti i principi e le pratiche ebraiche del periodo del Secondo Tempio: osservanza della Legge mosaica, 613 mitzvot, preghiera, festività e calendario ebraico, Shabbat, circoncisione, dieta kosher, culto della sinagoga, sacrifici nel Tempio ecc. Il termine giudeo-cristiano appare nei testi storici che mettevano in contrasto i cristiani di origine ebraica con i cristiani gentili, nella discussione della chiesa dell'Età Apostolica e in dispute successive. Tra i principali e più importanti giudeo-cristiani troviamo i discepoli di Gesù, Giacomo il Giusto e Paolo di Tarso (quest'ultimo era originariamente un fariseo). Alister McGrath, professore di teologia storica all'Università di Oxford, sostiene che durante il I secolo d.C. i giudeo-cristiani erano ebrei totalmente devoti. Essi differivano dagli altri ebrei contemporanei solo nella loro accettazione di Gesù come messia.

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