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La tessitura in geologia è definita come l'insieme delle caratteristiche geometriche di una roccia, in genere visibili a scala microscopica o con l'aiuto di una lente d'ingrandimento. In taluni casi può essere definita anche ad occhio nudo. La tessitura può essere originata da tensioni meccaniche, gradienti termici o chimici, particolari modalità di genesi della roccia e altri processi.
La petrografia è quella branca della petrologia che descrive nel dettaglio le rocce, i loro minerali e le loro tessiture. L'analisi petrografica parte dall'osservazione dell'affioramento, fino ad arrivare all'utilizzo del microscopio. Il microscopio è infatti lo strumento più importante nell'analisi petrografica, perché attraverso lo studio delle sezioni sottili consente di analizzare otticamente i minerali, di vedere le microstrutture della roccia e di capirne la sua origine. Un altro importante strumento è il microscopio elettronico che consente di effettuare un'analisi chimica più dettagliata dei minerali presenti.
In una roccia magmatica l'Indice di colore, abbreviato in M', è la percentuale in volume, calcolata con l'analisi modale, di minerali colorati sul totale della roccia. Questi sono i minerali ferro-magnesiaci o femici o mafici, indicati con M, meno muscovite, apatite, melilite, carbonati primari e pochi altri rari minerali, che sono considerati incolori ai fini classificativi delle rocce in base al colore.
La Pietra di Luserna è una roccia metamorfica scistosa appartenente al gruppo degli gneiss. Si tratta in particolare di gneiss di tipo lamellare, cioè che si presenta in un insieme di strati sovrapposti come i fogli di un libro. Viene estratta da cave situate nelle Prealpi Cozie del Piemonte centro-occidentale, tra la Val Pellice e la Valle Po, nei territori dei Comuni di Luserna San Giovanni, Rorà, Bagnolo Piemonte e Barge, per i quali ha sempre rappresentato un'importante risorsa economica. Il suo impiego è molto antico e caratterizza tuttora la tipologia costruttiva degli edifici e l'arredo urbano delle aree di origine e dell'intero Piemonte, dal quale, a partire dagli anni 70 del ‘900, ha avuto una diffusione sia nazionale che internazionale.
La norma è un elenco di minerali, espressi in percentuale in peso sul totale della roccia, che rappresenta la composizione ideale di una roccia. Si ottiene combinando gli ossidi che compongono l'analisi chimica di una roccia in una serie di minerali anidri, denominati costituenti normativi. Si ipotizza che gli ossidi dell'analisi chimica si combinino tra loro secondo una rigida sequenza temporale che, nell'intenzione degli inventori, doveva rappresentare l'ordine in cui cristallizzano i minerali nella maggior parte dei magmi. La procedura geochimica per il calcolo della norma, piuttosto complessa, fu sviluppata agli inizi del '900 dai petrologi statunitensi W. Cross, J.P. Iddings, L.V. Pirsson e dal geochimico H.W. Whashington e dalle loro iniziali essa ha preso il nome di norma C.I.P.W. La norma fornisce una base per confrontare e classificare rocce diverse indipendentemente dalla loro reale composizione mineralogica (detta moda), che in molte rocce magmatiche vulcaniche spesso rappresenta solo una minima parte della roccia totale, essendo queste formate in gran parte da vetro vulcanico non cristallizzato.