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Il Dizionario della Lingua Italiana di Nicolò Tommaseo e Bernardo Bellini, detto brevemente anche Tommaseo-Bellini è il più importante dizionario della lingua italiana prodotto durante il Risorgimento italiano.
Il termine dizionario è usato con riferimento a due concetti. Può indicare: l'elenco alfabetico delle parole e delle locuzioni di una lingua (ed eventualmente anche altri elementi linguistici ad esso legati come ad esempio prefissi, suffissi, sigle, lettere) fornendone informazioni quali il significato, l'uso, l'etimologia, la traduzione in un'altra lingua, la pronuncia, la sillabazione, i sinonimi, i contrari (in questo senso, è detto anche lessico); un'opera che raccoglie, in modo ordinato secondo criteri anche variabili da un'opera all'altra, biografie e nozioni inerenti ad un particolare settore del sapere umano (una scienza, uno sport, un'arte, una tecnica ecc.) o anche il sapere umano nel suo complesso, fornendone una trattazione.
I dizionari della lingua italiana descrivono il lessico italiano effettivamente in uso e una parte del lessico storico della lingua.
Il Dizionario biografico degli italiani (sigla DBI) un dizionario biografico curato dall'Istituto dell'Enciclopedia italiana, edito a partire dal 1960 e non ancora completato, inteso a raccogliere circa 40 000 biografie, con voci firmate e ricca bibliografia, su altrettanti italiani illustri.
Il Grande Dizionario Enciclopedico UTET, spesso abbreviato con l'acronimo GDE, è una delle più vaste e autorevoli opere enciclopediche italiane. È in genere ritenuta seconda solo all'Enciclopedia Treccani.. Quanto all'enciclopedia Motta, pubblicata nel 1952, questa già negli anni '60 era composta da 15 volumi di dizionario enciclopedico (A-Z), in seguito più che raddoppiati: tenendo conto anche delle collane integrative per soggetto tematico (psicologia, letteratura, geografia e atlanti, storia dell'arte ecc.).
Il Dizionario di pronuncia italiana (DiPI) è un dizionario di pronuncia compilato dal fonetista Luciano Canepari, pubblicato da Zanichelli Editore nel 1999. Si tratta dell'ampliamento del già sostanzioso «pronunciario» presente nel Manuale di pronuncia italiana (MaPI) dello stesso autore. Il DiPI è composto da un repertorio di più di sessanta mila forme (compresi antroponimi, toponimi, parole straniere) di parole che possono porre il parlante italofono davanti a dubbi sulla loro pronuncia, come la posizione dell'accento, l'apertura delle vocali intermedie (/e/ - /ɛ/; /o/ - /ɔ/), la sonorità della S e della Z (/z/ - /s/; /ʣ/ - /ʦ/), eccetera.
Il dizionario della lingua italiana per il terzo millennio di De Mauro, edito da Paravia nel 2000, è un dizionario monovolume (tuttora in commercio), rilasciato in versione digitale negli ultimi tempi. Rappresenta la versione ridotta del Grande Dizionario Italiano dell'Uso in sei volumi (più due supplementi; con l'opera integrale su pennetta USB), pubblicato da UTET fra il 1999 e il 2007; anch'esso sotto la direzione di De Mauro. La versione online, definitivamente disattivata nell'ottobre 2009, cinque anni più tardi sarà sostituita dal Nuovo De Mauro (disponibile sul sito di Internazionale; cfr. pure le Avvertenze per la consultazione).
I dizionari della lingua siciliana, possono essere suddivisi in quelli in uso, che descrivono il lessico siciliano effettivamente in uso e in vocabolari etimologici e storici, che hanno l'obiettivo di documentare e illustrare la storia, la semantica e l'etimologia delle parole. Il Vallilium, primo dizionario bilingue, dal latino al siciliano (volgare), fu pubblicato nel 1514. Nel 1520 ci fu la prima traduzione in castigliano, a opera di Lucio Cristoforo Scobar, mentre nel 1751 l'abate Michele Del Bono vi aggiunse l'italiano.
Barbaro dominio (noto anche con il sottotitolo Processo a 500 parole esotiche) è un libro scritto da Paolo Monelli e pubblicato da Hoepli nel 1933, che raccoglie in un volume gli articoli della rubrica Una parola al giorno, apparsi quotidianamente sul giornale torinese la Gazzetta del Popolo dal marzo del 1932 al marzo del 1933. Gli articoli sono dedicati al rigetto (motivato da ragioni fonetiche, etimologiche o moralistiche) di singoli forestierismi che minacciavano all'epoca la "pulizia" della lingua italiana. Ma il tono non è mai serioso, bensì brillante e caratterizzato da un «piglio ironico». Questo atteggiamento trovava pieno appoggio nella politica nazionalista perseguita dal Regime fascista, cui l'autore ostenta una piena adesione: Tuttavia la censura dei barbarismi non era cominciata con il fascismo: infatti l'opera di Monelli si inserisce nel solco di una secolare tradizione lessicografica di repertori rivolti a combattere e a tentare di surrogare i forestierismi e i neologismi. Per l'Ottocento si ricordano il Vocabolario di parole e di modi errati di Filippo Ugolini (Firenze, 1855); il Lessico della corrotta italianità di Fanfani e Arlìa (Milano, 1877); i Neologismi buoni e cattivi di Rigutini (Roma, 1886), poi aggiornato e ripubblicato da Cappuccini nel 1926. Nel 1939 Barbaro dominio sarà seguito dal Dizionario di esotismi di Antonio Jàcono (Firenze, 1939). Il titolo dell'opera fa riferimento al «barbaro dominio» degli stranieri sull'Italia stigmatizzato da Niccolò Machiavelli in calce al suo Principe. La citazione da Machiavelli richiama per intertestualità la teoria sui forestierismi esposta dal segretario fiorentino nel Discorso o dialogo intorno alla nostra lingua (1524-5). Secondo Machiavelli: In effetti, il principale bersaglio di Monelli fu l'uso di prestiti linguistici non adattati. Monelli rielaborò Barbaro dominio durante la Campagna del Nordafrica (1940-1943), a cui partecipò come tenente e poi maggiore degli Alpini. Nel 1943, dopo il congedo dal servizio militare, il testo fu pubblicato in una seconda edizione, riveduta e ampliata, dal titolo: Barbaro dominio. 650 esotismi esaminati, combattuti e banditi dalla lingua con antichi e nuovi argomenti. Sempre per i tipi della Hoepli di Milano, nel 1957 fu impressa una terza edizione.