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La guerra cambogiano-vietnamita, talvolta indicata anche come terza guerra d'Indocina, fu un lungo conflitto che interessò dall'aprile del 1977 all'ottobre del 1991 il territorio della Cambogia e le zone limitrofe a questa di Vietnam e Thailandia; il conflitto ebbe origine dalle dispute territoriali esistenti tra Cambogia e Vietnam: inizialmente su piccola scala, gli scontri di confine tra le forze armate delle due nazioni e le incursioni transfrontaliere si trasformarono in una guerra aperta, culminata con l'invasione vietnamita della Cambogia e la sua completa occupazione. A dispetto della passata alleanza nel corso della guerra civile in Cambogia tra le forze vietnamite e quelle del locale movimento comunista degli Khmer Rossi, la dirigenza del nuovo governo della Kampuchea Democratica, capitanata da Pol Pot e Khieu Samphan, decise di portare avanti con le armi le vecchie dispute di confine esistenti con il Vietnam; dopo due anni di sanguinose incursioni e rappresaglie reciproche, il governo di Hanoi decise di intervenire con forza e nel dicembre del 1978 diede avvio a un'invasione su vasta scala della Cambogia, culminata con la presa della capitale Phnom Penh il 7 gennaio 1979. La Kampuchea Democratica venne abbattuta e al suo posto fu istituito il governo filo-vietnamita della Repubblica Popolare di Kampuchea, ma ciò non portò alla fine della lotta: ritiratisi nelle regioni della Cambogia occidentale, da dove potevano sfruttare i rifugi sicuri offerti dalla vicinanza del confine con la Thailandia, gli Khmer Rossi diedero avvio a un vasto movimento guerrigliero contro l'occupazione vietnamita, venendo poi affiancati da due nuove formazioni anticomuniste: il Fronte di Liberazione Nazionale del Popolo Khmer di Son Sann e il Funcinpec dell'ex re di Cambogia Norodom Sihanouk. Benché divisa da forti contrasti ideologici, la guerriglia cambogiana fu infine in grado di fare fronte comune contro gli invasori, costituendo nel 1982 un "Governo di coalizione della Kampuchea Democratica" (GCKD). Prostrati da un lungo e inconcludente conflitto con le forze guerrigliere e con la propria economia a pezzi a causa dell'isolamento internazionale causato dall'occupazione, i vietnamiti misero in atto un progressivo ritiro delle proprie forze dalla Cambogia, conclusosi sul finire del 1989. Al tempo stesso la leadership della Repubblica Popolare di Kampuchea cercò una via negoziata per la conclusione del conflitto: il 23 ottobre 1991 i vari antagonisti cambogiani firmarono gli accordi di pace di Parigi, concludendo il conflitto e aprendo una fase di stabilità e pacificazione della Cambogia.
La Cambogia, ufficialmente Regno di Cambogia (in lingua khmer: ព្រះរាជាណាចក្រ កម្ពុជា, Preăh Réachéanachâkr Kâmpŭchea), è uno Stato (181 040 km², 14 494 293 abitanti al 30 luglio 2009, capitale Phnom Penh) del Sud-est asiatico. Confina a nord con Thailandia e Laos, a est col Vietnam, a sud ancora con Vietnam e il golfo del Siam, a ovest ancora con golfo del Siam e Thailandia. La Cambogia è una monarchia costituzionale, l'attuale capo di Stato è il re Norodom Sihamoni e il capo del governo è Hun Sen. La lingua ufficiale è lo khmer. La religione ufficiale è il Buddhismo e la maggior parte della popolazione ne pratica la dottrina Theravada.In seguito alla caduta del prospero Impero Khmer, la Cambogia subì per secoli l'influenza politico-militare dei paesi limitrofi, per poi diventare un protettorato francese nel 1863. Ottenuta l'indipendenza nel 1953, la Cambogia attraversò un periodo di instabilità e guerre con il coinvolgimento nel conflitto vietnamita (gli Stati Uniti hanno bombardato massicciamente il paese fino al 1975. Tra 600 000 e 800 000 cambogiani sono stati uccisi durante questa campagna militare) il colpo di Stato di Lon Nol, il regime di terrore degli Khmer rossi e l'invasione vietnamita. A seguito delle elezioni del 1993, tenute sotto l'egida dell'ONU, è stata promulgata una nuova Costituzione: la Cambogia è attualmente una monarchia parlamentare indipendente basata su un sistema democratico multipartitico.
Il Vietnam (AFI: /vjetˈnam/; in vietnamita Việt Nam), ufficialmente Repubblica Socialista del Vietnam (Cộng hòa xã hội chủ nghĩa Việt Nam), è uno Stato del sud-est asiatico. Confina a nord con la Cina, a ovest con il Laos e la Cambogia, mentre a est e a sud si affaccia sul Mar Cinese Meridionale, che tra l'isola cinese di Hainan e il nord del Vietnam forma il golfo del Tonchino. A sud, per un breve tratto, il Vietnam si affaccia sul golfo del Siam. Il Vietnam è una repubblica costituzionale di tipo socialista; l'attuale capo dello Stato è Nguyễn Phú Trọng che allo stesso tempo è anche Segretario generale del Partito Comunista del Vietnam, mentre capo del governo è Nguyễn Xuân Phúc. La lingua ufficiale è il vietnamita. Nel 1986, il governo ha avviato una serie di riforme economiche e politiche chiamate Đổi mới, riforme che hanno aperto il Vietnam al libero mercato e all'integrazione nell'economia mondiale. Nel 2000, la nazione ha riallacciato le relazioni diplomatiche con il resto del mondo, e sempre dal 2000, sta registrando una rapida crescita economica e sociale, crescita che, per quasi due decenni si è assestata a livelli tra il 7% e l’8% del PIL su base annua, abbattendo la povertà e favorendo l'aumento dei salari.
Kampuchea Democratica (កម្ពុជាប្រជាធិបតេយ្យ in lingua khmer) è stato il nome ufficiale della Cambogia tra il 1976 e il 1979, mentre erano al potere gli Khmer rossi di Pol Pot. Tra il 1975 e il 1976 lo Stato si chiamò semplicemente Kampuchea (កម្ពុជា in lingua khmer). Nel 1979 il governo dei Khmer rossi venne rovesciato dalla Repubblica Socialista del Vietnam.
La guerra del Vietnam (in inglese Vietnam War, in vietnamita Chiến tranh Việt Nam), nota nella storiografia vietnamita come guerra di resistenza contro gli Stati Uniti (in vietnamita Kháng chiến chống Mỹ) o anche come guerra statunitense (Chiến Tranh Chống Mỹ Cứu Nước, letteralmente “guerra contro gli statunitensi per salvare la nazione”) fu un conflitto armato combattuto in Vietnam fra il 1º novembre 1955 (data di costituzione del Fronte di Liberazione Nazionale filo-comunista) e il 30 aprile 1975 (con la caduta di Saigon, il crollo del governo del Vietnam del Sud e la riunificazione politica di tutto il territorio vietnamita sotto la dirigenza comunista di Hanoi). Il conflitto si svolse prevalentemente nel territorio del Vietnam del Sud e vide contrapposte le forze insurrezionali filocomuniste – sorte in opposizione al governo autoritario filostatunitense costituitosi nel Vietnam del Sud – e le forze governative della cosiddetta Repubblica del Vietnam – creata dopo la conferenza di Ginevra del 1954, successiva alla guerra d'Indocina contro l'occupazione francese. Il conflitto, iniziato fin dalla metà degli anni cinquanta con il primo manifestarsi di un'attività terroristica e di guerriglia in opposizione al governo sudvietnamita, vide il diretto coinvolgimento degli Stati Uniti d'America, che incrementarono progressivamente secondo la strategia dell'escalation le loro forze militari in aiuto al governo del Vietnam del Sud, fino ad impegnare un'enorme quantità di forze terrestri, aeree e navali dal 1965 al 1972, con un picco di 550.000 soldati nel 1969. Nonostante questo spiegamento di forze, il governo degli Stati Uniti non riuscì a conseguire la vittoria politico-militare, ma subì al contrario pesanti perdite, finendo per abbandonare nel 1973 il governo del Vietnam del Sud. In appoggio alle forze statunitensi parteciparono al conflitto anche contingenti inviati dalla Corea del Sud, dalla Thailandia, dall'Australia, dalla Nuova Zelanda e dalle Filippine. Sull'altro versante, intervenne direttamente in aiuto delle forze filocomuniste dell'FLN (definite Viet Cong dalle autorità statunitensi e sudvietnamite) l'esercito regolare del Vietnam del Nord, che infiltrò, a partire dal 1964, truppe sempre più numerose nel territorio del Vietnam del Sud, impegnandosi in duri combattimenti contro le forze statunitensi nel corso di offensive culminate nella campagna di Ho Chi Minh nel 1975. La Cina e l'Unione Sovietica, inoltre, appoggiarono il Vietnam del Nord e le forze Viet Cong con continue e massicce forniture di armi e con il loro appoggio politico-diplomatico. Essa non fu un conflitto formalmente dichiarato tra potenze sovrane: poté essere descritta come un'azione di livello minore o di differente natura, continuando la tendenza seguita dalla fine del secondo conflitto mondiale di proiettare il termine "guerra" in un nuovo contesto, come per la guerra di Corea, che venne definita come un'"azione di polizia" sotto la supervisione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite. La guerra del Vietnam non interessò soltanto il territorio del Paese asiatico, ma coinvolse progressivamente il Laos (ufficialmente neutrale, ma in realtà oggetto di operazioni belliche segrete statunitensi e di infiltrazioni continue di truppe nordvietnamite) e la Cambogia, interessata massicciamente da attacchi aerei e terrestri americani (1969-1970) e infine invasa dalle forze nordvietnamite in appoggio alla guerriglia degli Khmer rossi. Anche lo stesso Vietnam del Nord venne ripetutamente colpito da pesanti e continui bombardamenti degli aerei statunitensi (dal 1964 al 1968 ed ancora nel 1972), sferrati per indebolire le capacità militari nordvietnamite e per frantumare la volontà politica del governo di Hanoi di continuare la lotta insurrezionale al sud. La guerra ebbe fine il 30 aprile 1975, con la caduta di Saigon, in cui gli Stati Uniti subirono la prima vera sconfitta politico-militare della propria storia, e dovettero accettare il totale fallimento dei loro obiettivi politici e diplomatici.