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Col termine musica classica ci si riferisce alla musica colta, sacra e profana, composta o avente radici nel contesto della cultura occidentale. Essa abbraccia approssimativamente un arco di tempo che comincia dall'XI secolo e si estende fino al XX secolo o, a seconda delle convenzioni, fino all'età contemporanea. Tale periodo include, in particolare, il periodo caratterizzato dallo sviluppo e impiego prevalente dell'armonia tonale, codificata tra il XVII e il XIX secolo. In contesti più specializzati il termine "musica classica" può essere anche riferito, in senso più restrittivo, al periodo musicale detto Classicismo, ma nel linguaggio comune l'espressione è intesa nel suo significato più esteso (in opposizione a musica leggera o a musica popolare). I confini della categoria sono sfumati e opinabili, in quanto il marchio di classicità viene in genere assegnato dai posteri; dunque, ciò che oggi si definisce "classico" non lo era necessariamente ai tempi in cui venne composto. In particolare, a seconda dei contesti il concetto di "musica classica" può includere o no la musica colta contemporanea. L'indicazione di "musica classica" in riferimento alla musica colta europea appare agli inizi del XIX secolo, allo scopo di "canonizzare" il periodo che va da Bach a Beethoven, passando per Händel e Mozart, come l'epoca d'oro della musica e i primi riferimenti a tale utilizzo, secondo quanto riportato nell'Oxford English Dictionary, risalgono intorno al 1836.Una caratteristica importante della musica colta europea è l'abbandono della tradizione orale e l'introduzione di un sistema di notazione musicale, sviluppato gradualmente a partire dal IX secolo. Nel corso del tempo l'improvvisazione e l'ornamentazione estemporanea o ad libitum, di uso comune fino al XVII e XVIII secolo, hanno gradualmente perso spazio nell'esecuzione del repertorio scritto, nel quale la volontà del compositore, trasferita nella notazione, viene interpretata nei limiti della composizione stessa, senza più concedere spazio a modifiche arbitrarie della musica da parte degli esecutori.
Il Canto degli Italiani, conosciuto anche come Fratelli d'Italia, Inno di Mameli, Canto nazionale o Inno d'Italia, è un canto risorgimentale scritto da Goffredo Mameli e musicato da Michele Novaro nel 1847, inno nazionale della Repubblica Italiana. Il testo si compone di sei strofe e un ritornello che si alterna alle stesse. ed è musicato in tempo di 4/4 nella tonalità di si bemolle maggiore. La sesta strofa riprende con poche variazioni il testo della prima. Il canto fu molto popolare durante il Risorgimento e nei decenni seguenti, sebbene dopo l'unità d'Italia (1861) come inno del Regno d'Italia fosse stata scelta la Marcia Reale, che era il brano ufficiale di Casa Savoia. Il Canto degli Italiani era infatti considerato troppo poco conservatore rispetto alla situazione politica dell'epoca: Fratelli d'Italia, di chiara connotazione repubblicana e giacobina, mal si conciliava con l'esito del Risorgimento, che fu di stampo monarchico. Dopo la seconda guerra mondiale l'Italia diventò una repubblica e il Canto degli Italiani fu scelto, il 12 ottobre 1946, come inno nazionale provvisorio, ruolo che ha conservato anche in seguito rimanendo inno de facto della Repubblica Italiana. Nei decenni si sono susseguite varie iniziative parlamentari per renderlo inno nazionale ufficiale, fino a giungere alla legge nº 181 del 4 dicembre 2017, che ha dato al Canto degli Italiani lo status di inno nazionale de iure.
Das Lied der Deutschen (in tedesco: Il canto dei tedeschi), o Deutschlandlied, o, più raramente, Deutschland, Deutschland über alles, è una composizione musicale del 1797 di Franz Joseph Haydn, come inno imperiale (Kaiserhymne) per l'imperatore del Sacro Romano Impero Francesco II d'Asburgo, un titolo, che gli fu tolto da Napoleone e cambiato in "Imperatore d'Austria". Il testo fu poi scritto nel 1841 da August Hoffmann von Fallersleben (a causa delle continue pretese della Francia sulla Renania, che portarono nel 1840 alla crisi del Reno) durante una vacanza nell'isolotto di Helgoland. Von Fallersleben riferisce Das Lied der Deutschen alla tanto desiderata unificazione tedesca, essendo ben consapevole, che soltanto una Germania unita sarebbe stato in grado di porre fine alla politica espansionistica della Francia dell'epoca. Infatti la canzone divenne per lungo tempo l'inno del movimento tedesco per l'unificazione. In Austria la musica di Haydn fu accompagnato dal testo Österreichische Volkshymne (Inno popolare austriaco) e incominciava con: Gott erhalte Franz den Kaiser, unsern guten Kaiser Franz. (Dio conservi l'imperatore Francesco, il nostro buon imperatore Francesco). Fino al 1918 la melodia fu così l'inno ufficiale dell'Impero austro-ungarico. Con il crollo dell'impero austriaco das Lied der Deutschen fu scelta come inno nazionale dalla Repubblica di Weimar. Hitler invece scelse soltanto la prima strofa come inno (seguita dalla canzone nazista Horst-Wessel-Lied), stravolgendo completamente il senso delle parole ottocentesche del Lied der Deutschen. Come segno di rottura con questa ultima fase in seguito alla Seconda guerra mondiale, dal 1952 l'inno nazionale della Repubblica Federale di Germania divenne la terza strofa (Einigkeit und Recht und Freiheit, ossia "Unità, giustizia e libertà").