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Le ammoniti sono molluschi cefalopodi, comparsi nel Devoniano Inferiore (Emsiano) ed estintisi intorno al limite tra Cretaceo e Terziario (400-65.5 Ma). Gli ammonoidi sono cefalopodi ectococleati, cioè dotati di conchiglia esterna, composta di carbonato di calcio sotto forma di aragonite e di conchiolina, una molecola organica secreta dall'organismo che fungeva da "matrice" per la crescita dei cristalli di carbonato. La struttura interna della conchiglia consta di tre parti: protoconca (camera embrionale), di forma globosa; fragmocono, suddiviso da setti in camere interne; i setti sono attraversati da una struttura tubolare di fosfato di calcio, il sifone, che conteneva un organo scambiatore di fluidi; camera di abitazione: l'ultima camera (non settata) in cui era alloggiato il corpo molle dell'organismo.La conchiglia di questi organismi, analogamente a quella degli attuali nautiloidi, è configurata come un vero e proprio organo di galleggiamento, nel quale le camere interne erano riempite di gas e liquidi la cui pressione poteva essere controllata dall'organismo mediante il sifone, che permetteva lo scambio di fluidi tra le camere e il sangue del sistema circolatorio tramite un processo osmotico. In tal modo, l'animale poteva esercitare un controllo sul galleggiamento e sull'assetto in acqua, sia statico (a fermo) che dinamico (durante il nuoto). Gli ammonoidi sono tra gli invertebrati fossili più noti al grande pubblico e tra le forme in assoluto più utilizzate in stratigrafia per la datazione delle rocce sedimentarie: le successioni stratigrafiche marine sono infatti per la maggior parte datate e correlate a scala regionale e globale utilizzando biozonazioni ad ammoniti. Nonostante ciò, le conoscenze sicure riguardo al loro modo di vita sono assai scarse, per diversi motivi: assenza di materiale fossile con parti molli conservate; si tratta di organismi che potevano essere sia planctonici che nectonici che necto-bentonici, che vivevano quindi entro la colonna d'acqua tra il fondale marino e la superficie e che dopo la morte cadevano in ogni caso sul fondale marino prima di essere eventualmente seppelliti e fossilizzarsi entro il sedimento: in queste condizioni non è possibile risalire in maniera diretta all'ambiente di vita originario; infine, la conchiglia degli ammonoidi poteva galleggiare per un certo periodo di tempo dopo la morte dell'organismo (circostanza verificata per gli attuali nautiloidi) ed essere trasportata passivamente da onde e correnti marine e costiere in aree e ambienti diversi da quelli di vita.Per questi organismi, quindi, le ipotesi sulla fisiologia e sul contesto ecologico di appartenenza sono basate soprattutto sugli analoghi tuttora viventi (in particolar modo i nautiloidi), su studi paleoecologici basati sulle associazioni paleofaunistiche e su modelli fisico-matematici della conchiglia e soprattutto dell'insieme corpo-conchiglia.