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Si definisce come riforma gluckiana il tentativo di rinnovamento dell'opera seria italiana del Settecento, portato avanti, nella seconda metà del secolo, dal musicista Christoph Willibald Gluck e dal librettista Ranieri de' Calzabigi, con l'incoraggiamento ed il sostegno determinante del direttore generale degli spettacoli teatrali della corte asburgica (Generalspektakeldirektor), conte Giacomo Durazzo. Come gli stessi autori indicheranno esplicitamente nella prefazione-dedica dell'Alceste, il vero e proprio manifesto programmatico della riforma, apparso nel 1769, essa si rivolgeva contro «tutti quegli abusi ... che hanno per troppo tempo deformato l'opera italiana e reso ridicolo e seccante quello che era il più splendido degli spettacoli», e si proponeva «di ricondurre la musica al suo vero compito di servire la poesia per mezzo della sua espressione, e di seguire le situazioni dell'intreccio, senza interrompere l'azione o soffocarla sotto inutile superfluità di ornamenti». Il nucleo centrale del tentativo di riforma del melodramma italiano fu costituito, sostanzialmente, da tre opere andate in scena a Vienna nell'arco di meno di un decennio: oltre la già citata Alceste (1767), l'Orfeo ed Euridice (1762) e, assai meno riuscita, il Paride ed Elena (1770).
Orfeo ed Euridice (versione francese: Orph e et Euridice) un'opera composta da Christoph Willibald Gluck intorno al mito di Orfeo, su libretto di Ranieri de' Calzabigi. Appartiene al genere dell'azione teatrale, in quanto opera su soggetto mitologico, con cori e danze incorporati. Fu rappresentata per la prima volta a Vienna il 5 ottobre 1762, su impulso del direttore generale degli spettacoli teatrali (Generalspektakeldirektor), conte Giacomo Durazzo, ed apr la stagione della cosiddetta riforma gluckiana, con la quale il compositore tedesco ed il librettista livornese (e, insieme a loro, il genovese direttore dei teatri) si proponevano di semplificare al massimo l'azione drammatica, superando sia le astruse trame dell'opera seria italiana, sia i suoi eccessi vocali, e ripristinando quindi un rapporto pi equilibrato tra parola e musica. Le danze furono curate dal coreografo italiano Gasparo Angiolini, che si faceva portatore di analoghe aspirazioni di riforma nel campo del balletto, in un'epoca che vide la nascita della nuova forma coreutica del "ballet d'action".Dodici anni dopo la prima del 1762, Gluck rimaneggi profondamente la sua opera per adeguarla agli usi musicali della capitale francese, dove, il 2 agosto 1774, nella prima sala del Palais-Royal, vide la luce Orph e et Euridice, con libretto tradotto in francese, ed ampliato, da Pierre Louis Moline, con nuova orchestrazione commisurata ai pi ampi organici dell'Op ra, con parecchia musica completamente nuova, con imprestiti da opere precedenti e con un pi largo spazio dato alle danze. L'opera passata alla storia come la pi famosa tra quelle composte da Gluck, e, nell'una edizione o nell'altra, o, pi spesso ancora, in versioni ulteriori, ampiamente e variamente rimodellate, stata una delle poche opere settecentesche, se non addirittura l'unica non mozartiana, a rimanere sempre, fino ad oggi, in repertorio nei principali teatri lirici del mondo.
Metrica classica è la definizione di quel particolare insieme di regole ritmiche operanti nella versificazione e nella cosiddetta prosa ritmica della letteratura greca e latina dell'età antica, basata sul principio dell'alternanza, secondo schemi prefissati, di sillabe lunghe e brevi (metrica quantitativa).
Ernesto Teodoro Moneta Caglio (Milano, 23 maggio 1907 – Milano, 5 dicembre 1995) è stato un presbitero e musicologo italiano.
Christoph Willibald Gluck (Erasbach, 2 luglio 1714 – Vienna, 15 novembre 1787) è stato un compositore tedesco, attivo soprattutto come operista, uno dei maggiori iniziatori del cosiddetto periodo della storia della musica che va sotto il nome di Classicismo nella seconda metà del XVIII secolo. Attraverso nuove e radicali opere, come Orfeo ed Euridice (1762) e Alceste (1767), riformò l'opera seria, da tempo in declino, semplificandone la trama e cercando un sostanziale equilibrio tra musica e canto. La cosiddetta riforma gluckiana ebbe grande fortuna, influenzando notevolmente molti compositori, tra i quali Sacchini, Salieri, Cherubini, Spontini, Weber, Berlioz e Wagner.
Alceste è un'opera lirica di Christoph Willibald Gluck. Il libretto di Ranieri de' Calzabigi, in lingua italiana, fu tratto dall'Alcesti di Euripide. Seconda opera della riforma gluckiana dopo Orfeo ed Euridice e prima di Paride ed Elena, fu rappresentata per la prima volta senza successo al Burgtheater di Vienna il 26 dicembre 1767. Una versione più breve dell'opera, su libretto francese di Le Bailly du Roullet, venne presentata all'Opéra di Parigi il 23 aprile 1776. Oggi l'opera viene rappresentata nella versione rivisitata anche se spesso tradotta in italiano. Entrambe le versioni sono in tre atti.