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Ifigenia (in greco antico: Ἰφιγένεια, Iphighéneia), o Ifianassa è un personaggio della mitologia greca, figlia primogenita di Agamennone e di Clitemnestra. La figura di Ifigenia è protagonista delle tragedie Ifigenia in Aulide e Ifigenia in Tauride di Euripide. Inoltre, un episodio della sua storia, riguardante precisamente il suo sacrificio in Aulide, fu descritto anche da Lucrezio, autore latino del I secolo a.C. Ifigenia è la primogenita, come sottolinea anche Euripide: "Per prima ti ho chiamato mio padre e tu figlia".
Gian Francesco de Majo (Napoli, 24 marzo 1732 – Napoli, 17 novembre 1770) è stato un compositore italiano. Nella sua epoca era soprannominato "Ciccio".
Carlo Goldoni (Venezia, 25 febbraio 1707 – Parigi, 6 febbraio 1793) è stato un commediografo, scrittore, librettista e avvocato italiano, cittadino della Repubblica di Venezia. Goldoni è considerato uno dei padri della commedia moderna e deve parte della sua fama anche alle opere in lingua veneta.
Gioachino Rossini, o Gioacchino, al battesimo Giovacchino Antonio Rossini (Pesaro, 29 febbraio 1792 – Passy, 13 novembre 1868), è stato un compositore italiano. Fra i massimi e più celebri operisti della storia, la sua attività ha spaziato attraverso vari generi musicali, ma è ricordato principalmente per opere famose e celebrate quali Il barbiere di Siviglia, L'italiana in Algeri, La gazza ladra, La Cenerentola, Il turco in Italia, Semiramide e Guglielmo Tell. Rossini compose la prima opera all'età di quattordici anni e scrisse trentanove opere di rilievo in diciannove anni, prima del suo improvviso abbandono del teatro nel 1829; seguirono decenni in cui Rossini abbandonò l'attività compositiva a livello professionale e fu afflitto da depressione. Morì nella campagna parigina di Passy, dove si era ritirato a vita privata. Più importante compositore italiano della prima metà del XIX secolo e uno dei più grandi operisti della storia della musica, per la precocità e la velocità di composizione Rossini è stato soprannominato il "Mozart italiano". Definito da Giuseppe Mazzini «un titano. Titano di potenza e d'audacia [...] il Napoleone d'un'epoca musicale», tipico del suo stile era il crescendo orchestrale su una frase ripetuta, immortalato nella locuzione crescendo rossiniano.
L'Ermitage, o Hermitage, ufficialmente Museo statale Ermitage (in russo: Госуда́рственный Музе́й Эрмита́ж?, traslitterato: Gosudarstvennyj Muzej Ėrmitaž), si trova in Russia a San Pietroburgo, sul lungoneva del Palazzo e ospita una delle più importanti collezioni d'arte del mondo; l'edificio in origine faceva parte della reggia imperiale che per due secoli ospitò le famiglie degli zar Romanov, fino al 1917, anno dell'inizio della Rivoluzione d'Ottobre. È uno dei musei d'arte più visitati al mondo. Il museo espone opere di numerosissimi autori, fra i quali Caravaggio, Paul Cézanne, Giambattista Pittoni, Leonardo da Vinci, Raffaello, Antonio Canova, Francesco Casanova, Jacques-Louis David, Edgar Degas, Paul Gauguin, Fra Filippo Lippi, Henri Matisse, Claude Monet, Pablo Picasso, Pierre-Auguste Renoir, Rembrandt, Vincenzo Petrocelli, Pieter Paul Rubens, Tiziano Vecellio, Vincent van Gogh, Jacob van Ruisdael, Diego Velázquez, Paolo Pagani.
Lista delle composizioni di Tommaso Traetta (1727-1779), che si possono ordinare per genere e per data di composizione.
Gli azeri (in azero e in alfabeto azero latino moderno, post 1991: Azərbaycanlılar o Azərbaycan türkləri; in alfabeto azero cirillico: Азәриләр (Azəriler); in persiano: آذری, ترک آذربایجانی, Āzarīs) sono un gruppo etnico turco stanziato principalmente nelle regioni a nord-ovest dell'Iran e nella Repubblica dell'Azerbaigian, in una vasta area compresa tra il Caucaso e gli altopiani iraniani. Gli azeri sono prevalentemente musulmani e hanno una formazione culturale influenzata da elementi delle culture turca e caucasica. Nonostante vivano a cavallo del confine tra Azerbaigian e Iran, gli azeri costituiscono un unico gruppo etnico, sebbene vi siano differenze linguistiche e culturali tra gli azeri del nord e quelli del sud dovute a due secoli di evoluzione sociale separata e distinta per le influenze russe e iraniane. La lingua azera parlata nella Repubblica dell'Azerbaigian (non quella parlata nelle due regioni azere dell'Iran) è mutuamente intelligibile con la lingua turkmena e la lingua turca (inclusi i dialetti parlati dai turcomanni iracheni e dai qashqai). Tutti questi linguaggi ebbero origine dai turchi Oghuz, che migrarono nel Caucaso dall'Asia centrale nell'undicesimo secolo. A seguito delle guerre russo-persiane del XVIII e XIX secolo (Guerra russo-persiana (1722-1723), Guerra russo-persiana (1796), Guerra russo-persiana (1804-1813), Guerra russo-persiana (1826-1828)), i territori della Persia nel Caucaso (alcuni di essi solo sotto controllo nominale) furono ceduti all'Impero russo. Questi comprendevano parti dell'attuale Repubblica dell'Azerbaigian. Gli accordi del Trattato di Gulistan nel 1813 e in seguito del Turkmanchai nel 1828, definirono i confini tra Russia e Persia (Iran).
Antonio Maria Gaspare Sacchini (Firenze, 14 giugno 1730 – Parigi, 6 ottobre 1786) è stato un compositore italiano, appartenente alla scuola musicale napoletana, ma particolarmente attivo a Londra e a Parigi.
Antigone (in greco antico: Ἀντιγόνη, Antigónē) è un personaggio della tragedia greca, figlia del rapporto incestuoso tra Edipo, re di Tebe, e sua madre Giocasta. Antigone era sorella di Ismene, Eteocle e di Polinice. La storia di Antigone inizia laddove termina la tragedia di Sofocle Edipo re, ovvero quando Edipo va in esilio. Quando Edipo si rese conto di ciò che aveva compiuto e cioè di avere ucciso il padre e avere sposato la madre, Giocasta, si accecò e, scacciato da Tebe, peregrinò per tutta l'Attica accompagnato dalle figlie Antigone e Ismene. Quando giunse presso il bosco sacro alle Eumenidi, nel quale era vietato l'ingresso ai profani, egli decise di entrarvi e perciò le Eumenidi stesse, irate, fecero strazio del suo corpo. Antigone a questo punto decise di ritornare a Tebe, ove era appena iniziata la guerra dei Sette contro la città, causata da discordie fra i suoi fratelli Eteocle e Polinice, che vicendevolmente si erano uccisi. Quando vi giunse Creonte, il nuovo re di Tebe, fratello di Giocasta, emanò un bando che proibì la sepoltura di Polinice poiché si era alleato per la battaglia contro il fratello con la città di Argo, lasciando il suo corpo giacente in pasto ai cani. Antigone, disobbedendo agli ordini di Creonte, seppellì degnamente suo fratello Polinice. Il re diede così ordine di murarla viva in una grotta. Il promesso sposo di Antigone, Emone si recò da Tiresia, l'indovino cieco, che individuò la prigione-tomba dove venne rinchiusa, ma una volta aperta la fanciulla al suo interno era già morta. Alla vista del corpo, Emone, figlio di Creonte, si tolse la vita. In seguito, però, anche la madre di Emone, Euridice, decise di uccidersi, provocando così anche la morte volontaria di Creonte. Antigone è anche il personaggio principale della tragedia Antigone di Sofocle, la quale ispirò numerose successive tragedie omonime.