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Infibulazione

L'infibulazione (dal latino fibula, spilla) è una pratica, che spesso prende le forme di un rituale, che prevede la modifica degli organi genitali di una persona, sia essa di genere maschile o femminile. Nota sin dal IV millennio a.C., periodo a cui risalgono i primi indizi di circoncisione, una pratica di infibulazione maschile, nel popolo sumero, l'infibulazione nelle sue varie forme ha attraversato tutta la storia dell'umanità diffondendosi in molti paesi e, a partire dalla seconda metà del XX secolo è diventata nota all'opinione pubblica nella sua forma che prevede la mutilazione genitale femminile, sebbene essa continui ad esistere anche per il genere maschile.Il principale ma non unico scopo dell'infibulazione è quello di impedire alla persona infibulata di avere rapporti sessuali. Nel caso dell'infibulazione femminile, ciò è volto alla preservazione della verginità della donna e la pratica, identificata dall'Organizzazione mondiale della sanità come mutilazione genitale femminile di tipo III, consiste nell'asportazione della clitoride (escissione della clitoride), delle piccole labbra, di parte delle grandi labbra vaginali con cauterizzazione, cui segue la cucitura della vulva, lasciando aperto solo un foro per permettere la fuoriuscita dell'urina e del sangue mestruale. La mutilazione è naturalmente irreversibile, mentre la capacità di consumare atti sessuali può essere ripristinata attraverso la defibulazione, una pratica che viene svolta solitamente dopo il matrimonio spesso dallo stesso sposo. Se nel caso femminile la pratica è soltanto chirurgica, nel caso maschile alcune forme di infibulazione non presentano alcuna mutilazione e sono del tutto reversibili. Tra le forme chirurgiche praticate nell'antichità per impedire di avere rapporti sessuali ai propri schiavi vi era ad esempio l'infibulazione prepuziale, praticata presso gli antichi romani, in cui un anello veniva fatto passare attraverso il prepuzio di uno schiavo per impedirgli di raggiungere la completa erezione o comunque di effettuare una penetrazione, mentre tra le forme non chirurgiche si può citare l'uso del kynodesme, una stringa di cuoio utilizzata soprattutto nell'Antica Grecia con cui veniva legata la parte superiore del prepuzio (chiamata akroposthion) e di cui uno degli scopi era proprio quello di impedire "perdite di sperma", ossia di consumare rapporti sessuali occasionali, che al tempo erano ritenute lesive per il mantenimento della mascolinità delle voci dei cantanti.Come detto, l'impedimento dei rapporti sessuali non è oggi il solo scopo dell'infibulazione: nel caso della circoncisione, che consiste nell'eliminazione della parte superiore del prepuzio, infatti, essa non preclude i rapporti sessuali alla persona circoncisa ed è oggi praticata esclusivamente come rito di passaggio, i cui significati originali restano tuttavia incerti, in molte culture e religioni. Purtuttavia anche la pratica della circoncisione può essere ricondotta, in passato, all'impedimento di un atto sessuale, dato che alcuni ritengono che essa fosse una specie di surrogato alla ben più fatale penectomia praticata in tempi remoti sui prigionieri, e dato anche il suo utilizzo, in età vittoriana, come supposto deterrente alla masturbazione.Oggi l'infibulazione femminile è vietata in quasi tutto il mondo, sopravvivendo solo in alcune nazioni di cultura islamica (è il caso ad esempio della Somalia, in cui la percentuale di donne infibulate sfiora il 100%), ciò nonostante, in molti paesi essa è ancora largamente praticata, spesso assieme a pratiche escissorie ancora più invasive e limitanti, e non di rado porta alla morte della donna infibulata a causa delle scarse condizioni igieniche in cui viene effettuata. Tra i paesi in cui è praticata figurano non solo i paesi africani, che restano comunque il luogo della maggior parte degli interventi, ma anche diversi paesi sudamericani, dove comunque l'infibulazione non è mai diventata una vera e propria tradizione. Contrariamente a quanto pensato dalla maggior parte dell'opinione pubblica, l'infibulazione femminile non è praticata solo in paesi di fede islamica, ad esempio, si ritiene che in Niger il 55% delle donne di fede cristiana abbia subito mutilazioni genitali, con un 20% di queste che si ritiene siano state sottoposte a infibulazione, rispetto al 2% delle donne di fede islamica.Tra i diversi tipi di infibulazione maschile, quella più largamente praticata anche a livello non terapeutico (talvolta essa è utilizzata infatti per eliminare problemi come fimosi particolarmente strette) è la già citata circoncisione, presente soprattutto nella cultura ebraica, la quale prevede che essa avvenga entro l'ottavo giorno di vita del bambino, e in quella musulmana, per la quale essa deve essere invece praticata entro l'età prepuberale, cioè i 13-14 anni, mentre alcune forme che sono sopravvissute fino ai giorni nostri e che sono praticate solo presso alcune comunità aborigene australiane e africane sono ad esempio la subincisione del pene e la superincisione del prepuzio.

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