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Un sacramento nella tradizione teologica cattolica, è un segno sensibile ed efficace della grazia, istituiti da Cristo ed affidati alla Chiesa Cattolica, attraverso i quali viene elargita la vita divina. Il sacramento è un segno che proclama tangibilmente la grazia di Dio contenuta nell'Evangelo. I sacramenti, per essere tali, devono essere stati istituiti da Gesù Cristo e sono affidati, per la loro amministrazione, alla Chiesa, che è "sacramento di unità".Si tratta di segni esteriori, composti da gesti ed elementi quali acqua, olio, pane, vino, accompagnati da parole che proclamano la grazia di Dio che così raggiunge il credente per confermare e rafforzare la sua fede. La Chiesa li considera efficaci in se stessi, cioè indipendentemente dalla dignità dei ministri ordinati che li celebrano, anche se i loro effetti dipendono comunque dalla condizione spirituale di chi li riceve. I sacramenti agirebbero ex opere operato, cioè per il fatto stesso di essere stati celebrati.
Un rito di passaggio è un rituale che segna il cambiamento di un individuo da uno status socio-culturale ad un altro, cambiamenti che riguardano il ciclo della vita individuale; il caso paradigmatico è quello dei riti di iniziazione, ma anche altri avvenimenti come la nascita, la morte, il matrimonio o la menopausa, o anche altre situazioni connesse o meno ad avvenimenti biologici, possono essere gestite socialmente mediante tale tipologia di riti. Il rituale si attua, il più delle volte, in una cerimonia o in prove diverse. I riti di passaggio permettono di legare l'individuo al gruppo, ma anche di strutturare la vita dell'individuo a tappe precise, che permettono una percezione tranquillizzante dell'individuo nel rapporto con la sua temporaneità e con la sua mortalità. Questo fenomeno ha dunque un ruolo importante per l'individuo, per la relazione tra l'individuo e il gruppo e per la coesione del gruppo nel suo insieme. Tale tipologia rituale è stata indicata come universalmente diffusa dall'etnologo Arnold Van Gennep (1873-1957), che la descrisse per primo nel 1909. Successivamente tale categoria concettuale è stata costantemente utilizzata dagli studiosi di scienze etno-antropologiche per descrivere rituali presso i più disparati gruppi sociali.
Un rito di iniziazione è un complesso di uno o più riti di natura culturale e religiosa che permettono al partecipante «l'uscita da uno status in funzione dell'entrata in uno status diverso, talora in modo radicale, dal precedente».In senso ristretto costituisce la possibilità di accedere al nucleo più intimo e nascosto di una dottrina o di una cerchia esoterica (dal greco esóteros, «interiore»), andando oltre il suo rivestimento esteriore (exoteros, essoterico), consentendo di diventare un «adepto», cioè un aderente ad un nuovo modo di vedere o di pensare, tramite una sorta di rinascita.
Con il termine misterici, dal greco "mysterion" (μυστήριον) poi latinizzato in "mysterium" si indicano i culti di carattere esoterico che affondano le loro radici nelle antiche iniziazioni primitive, e che si diffusero in tutto il mondo greco antico e mediorientale, con un particolare sviluppo in età ellenistica e successivamente in romana. Si differenziavano dalle religioni ufficiali, perché si trattava di riti esercitati da gruppi ristretti, entro i quali era vietato l'accesso ai comuni profani. Venivano praticati spesso nei templi, il cui aspetto esteriore era quello di scuole, dove la conoscenza costituiva un tutt'uno con la disciplina pratica, i cui segreti erano custoditi e insegnati da cerchie riservate di maestri-sacerdoti.