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Umberto Morra di Lavriano (Firenze, 13 maggio 1897 – Cortona, 5 novembre 1981) è stato uno scrittore e giornalista italiano, antifascista, amico di Piero Gobetti e collaboratore de La Rivoluzione liberale.
Filippo Venuti, detto anche de' Venuti (Cortona, 5 ottobre 1706 – Cortona, 15 marzo 1768), è stato un archeologo ed enciclopedista italiano, ricordato in particolare per aver collaborato all'edizione lucchese commentata dell'Encyclopédie di Diderot e D'Alembert e per l'amicizia con Montesquieu.
Domenico Cecchi (Cortona, 1650 – Cortona, 1717) è stato un sopranista italiano.
Il santuario di Nostra Signora della Vittoria è un luogo di culto cattolico situato nel comune di Mignanego, in via alla Vittoria 46, nella città metropolitana di Genova. Il santuario sorge sul passo del Pertuso, in posizione dominante sulla Val Polcevera, ad un'altitudine di 650 m, nei pressi del luogo dove il 10 maggio 1625 pochi soldati della Repubblica di Genova, affiancati da volontari della Valpolcevera, guidati dal parroco di Montanesi, sconfissero un forte esercito franco-savoiardo comandato dal Duca Carlo Emanuele I di Savoia e composto, si dice, da oltre 8.000 uomini. A causa di questa sconfitta, il Duca dovette rinunciare alle sue mire sulla città di Genova. Sul luogo della battaglia (passo del Pertuso), in segno di ringraziamento per l'intercessione della Madonna, fu eretto questo santuario, e la città di Genova fu consacrata alla "Madonna Regina della Vittoria". Dal piazzale si ha un'ampia vista sulla Valpolcevera, dal passo dei Giovi fino al mare. Il santuario è oggi raggiungibile dalla strada provinciale 35 dei Giovi, seguendo una deviazione proprio al culmine del passo, ma sono ancora percorribili le antiche strade, quella che sale dal paese di Montanesi e quella del passo del Pertuso, valico tra la Valpolcevera e la Valle Scrivia (oggi strada provinciale 47 del Santuario della Vittoria). Attraverso il passo del Pertuso (posto allora sul confine tra la Repubblica di Genova e i Feudi imperiali, governati dalla nobile famiglia genovese dei Fieschi) passava una delle antiche vie di comunicazione tra Genova e la Pianura Padana. Questa via, che scendeva in valle Scrivia a Vallecalda (frazione di Savignone), in epoca medioevale superò per importanza la via Postumia (antica strada romana che collegava Genova a Libarna passando per Pontedecimo e il passo della Bocchetta), e dal XIII secolo ai primi decenni dell'Ottocento divenne la principale via di comunicazione tra Genova e la Pianura Padana. Per questa via transitarono nel 722 le ceneri di sant'Agostino, che il re longobardo Liutprando fece trasportare, transitando per il porto di Genova, dall'Africa a Pavia (dove sono tuttora conservate, nella basilica di San Pietro in Ciel d'Oro).
Questa pagina si propone di comporre ed offrire, in lettura consequenziale, una cronologia completa della storia di Genova attraverso i secoli, con particolare riferimento al periodo in cui la città di Genova costituì l'essenza di una fra le più potenti Repubbliche marinare: appunto la Repubblica di Genova.
La chiesa di San Bartolomeo è un luogo di culto cattolico situato nella frazione di Vallecalda nel comune di Savignone, nella città metropolitana di Genova. La chiesa è sede della parrocchia omonima del vicariato Valle Scrivia dell'arcidiocesi di Genova.
Arezzo () è un comune italiano di 98 101 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Toscana. Fu sede della più antica università della Toscana, e una delle prime in Europa. Importante centro orefice e di alta moda, vanta inoltre di essere la città nella quale è girato lo storico film da record La vita è bella di Roberto Benigni, campione di incassi. È inoltre la patria di artisti e poeti quali Francesco Petrarca, Giorgio Vasari, e nelle vicinanze di Michelangelo Buonarroti. Famosa per gli affreschi di Piero della Francesca all’interno della cappella della basilica di San Francesco e per il crocifisso di Cimabue all’interno della chiesa di San Domenico, è nota anche per l’importante Giostra del Saracino, che divide la città in 4 quartieri.
L'allivellazione della fattoria di Collesalvetti rappresenta un passaggio importante della storia di quel territorio, perché grazie al Senatore Francesco Maria Gianni, che seguì personalmente tutto il processo di alienazione della fattoria, si crearono i presupposti per la nascita di un ceto borghese locale, costituito prevalentemente da trafficanti di campagna e piccoli possidenti, che rappresentava l'ossatura di quella che a distanza di pochi anni sarebbe diventata comunità (nel 1808 Collesalvetti venne eretta capoluogo della nuova comunità).