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La giara è una commedia in un atto unico del 1916 di Luigi Pirandello ripresa da una sua novella (La giara) composta nel 1906 pubblicata nel 1909 sul Corriere della Sera e edita nella raccolta Novelle per un anno nel 1917. La storia rappresentata ripercorre con umorismo molti dei temi cari allo scrittore agrigentino, tra cui la molteplicità dei punti di vista, l'ambiente siciliano e i conflitti interpersonali. Si tratta di caratteristiche che ritroviamo nella rielaborazione in dialetto agrigentino operata da Pirandello nell'ottobre del 1916 per un breve adattamento teatrale in un atto unico che venne rappresentato per la prima volta in Roma al Teatro nazionale il 9 luglio del 1917 dalla Compagnia di Angelo Musco. Il pezzo ritornò sul palcoscenico a Roma in lingua italiana alcuni anni dopo (il 30 marzo del 1925, con una versione scritta presumibilmente nello stesso anno).
Le Novelle per un anno sono una raccolta di racconti (246) scritti da Luigi Pirandello tra il 1884 e il 1936.
La giara (a'giarra in dialetto agrigentino) è un recipiente, solitamente di terracotta, usato in genere per contenere liquidi o granaglie. Simile all'anfora, si distingue da essa per la forma più tozza e la maggiore capacità. Ha forma approssimativamente cilindrica, che si restringe verso l'imboccatura, o panciuta. Può avere dei manici per facilitarne il trasporto. Le giare venivano usate soprattutto nell'antichità, ma il loro uso è proseguito in alcune regioni fino a tempi recenti. In Puglia, in particolare, se ne usa una variante locale detta capasone, che, dismessa ormai l'originaria funzione di contenitore, è oggi ampiamente utilizzata come decoro da giardino. La giara dà il titolo all'omonima novella di Luigi Pirandello, da cui fu tratta anche una commedia ed è la probabile origine del toponimo di Giarre, in Provincia di Catania.
La patente è una commedia in un atto scritta da Luigi Pirandello nel 1917 con il titolo 'A patenti, destinata alla rappresentazione teatrale in lingua siciliana per l'attore Angelo Musco che la recitò per la prima volta il 23 marzo 1918 al teatro Alfieri di Torino e successivamente il 19 febbraio 1919 al teatro Argentina di Roma. Il dramma ripropone il tema della novella omonima composta nel 1911. Una nuova versione della commedia in lingua italiana fu redatta tra il dicembre 1917 e il gennaio 1918. La commedia fu pubblicata nella Rivista d'Italia del 31 gennaio 1918 e in volume dai fratelli Treves (Milano, 1920).