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Il Piave è un fiume italiano, che nasce dalle Alpi Carniche (monte Peralba), compiendo i primi chilometri in Friuli-Venezia Giulia, per poi attraversare interamente il Veneto da nord a sud (bellunese (Cadore e Valbelluna) e la pianura veneta del Veneto orientale): è anche noto come "Fiume sacro alla Patria", in virtù degli avvenimenti storici avvenuti sulle sue sponde durante la prima guerra mondiale.
Il Brenta (Medoacus maior, poi Brinta in latino, Brandau in tedesco, Brint in cimbro) è un fiume italiano che nasce dai laghi di Caldonazzo e di Levico in Trentino-Alto Adige; è uno dei principali fiumi tra quelli che sfociano nell'alto Adriatico, a nord del Po. La sua lunghezza complessiva è di circa 174 km, misura che lo colloca al tredicesimo posto in Italia. A ca' Pasqua, nei pressi di Chioggia, il Brenta si unisce al fiume Bacchiglione, formando un grosso alveo; per poi sfociare, dopo 6 km nel mare Adriatico.
La battaglia di Caporetto, o dodicesima battaglia dell'Isonzo (in tedesco Schlacht von Karfreit, o zwölfte Isonzoschlacht), conosciuta in Italia e all'estero anche come "rotta" o "disfatta di Caporetto", fu uno scontro combattuto sul fronte italiano della prima guerra mondiale, tra le forze congiunte degli eserciti austro-ungarico e tedesco, contro il Regio Esercito italiano. L'attacco, cominciato alle ore 2:00 del 24 ottobre 1917 contro le linee della 2ª Armata italiana sulla linea tra Tolmino e Caporetto (l'odierna Kobarid), portò alla più grave disfatta nella storia dell'esercito italiano, al collasso di interi corpi d'armata e al ripiegamento dell'intero esercito italiano fino al fiume Piave. La rotta produsse quasi 300 000 prigionieri e 350 000 sbandati, tanto che ancora oggi il termine "Caporetto" è entrato nell'uso comune della lingua italiana per indicare una pesante sconfitta, una disfatta, una capitolazione. Approfittando della crisi politica interna alla Russia zarista, dovuta alla rivoluzione bolscevica, Austria-Ungheria e Germania poterono trasferire consistenti truppe dal fronte orientale a quello occidentale e italiano. Forti di questi rinforzi, gli austro-ungarici, con l'apporto di reparti d'élite tedeschi, sfondarono le linee tenute dalle truppe italiane che, impreparate a una guerra difensiva e duramente provate dalle precedenti undici battaglie dell'Isonzo, non ressero all'urto e dovettero ritirarsi fino al fiume Piave, a 150 chilometri di distanza. La sconfitta portò a immediate conseguenze politiche (le dimissioni del Governo Boselli e la nomina di Vittorio Emanuele Orlando) e militari, con l’avvicendamento del generale Luigi Cadorna (che cercò di nascondere i suoi gravi errori tattici, imputando le responsabilità alla presunta viltà di alcuni reparti) con il generale Armando Diaz. Le unità italiane si riorganizzarono abbastanza velocemente e fermarono le truppe austro-ungariche e tedesche nella successiva prima battaglia del Piave, riuscendo a tenere a oltranza la nuova linea difensiva su cui aveva fatto ripiegare Cadorna.