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Mario Tobino (Viareggio, 16 gennaio 1910 – Agrigento, 11 dicembre 1991) è stato uno scrittore, poeta e psichiatra italiano. Scrittore prolifico, esordì prima come poeta per poi affermarsi come romanziere. Le sue opere sono segnate da uno spiccato autobiografismo e da una forte connotazione psicologica e sociale.
Per le antiche scale: una storia è una raccolta di racconti di Mario Tobino pubblicato per la prima volta nel 1972, anno in cui vinse il Premio Campiello.I racconti hanno come filo conduttore il personaggio di Anselmo, psichiatra presso un manicomio nei pressi di Lucca. Ciascun racconto ha per soggetto uno degli ospiti o dei medici della struttura ospedaliera.
Il deserto della Libia è un romanzo, in parte autobiografico, dell'autore italiano Mario Tobino del 1952. Dal libro sono stati liberamente tratti i film Scemo di guerra, diretto da Dino Risi e uscito nel 1985, e Le rose del deserto, diretto da Mario Monicelli e uscito nel 2006.
Il Premio letterario internazionale Viareggio Rèpaci venne fondato nel 1929 nella città omonima da Leonida Repaci, Alberto Colantuoni e Carlo Salsa.
Terra nostra è una telenovela brasiliana scritta dal giornalista Benedito Ruy Barbosa. Oltre ad essere una classica telenovela che narra di una storia d'amore travagliata, racconta la situazione degli emigrati italiani a fine Ottocento e le loro speranze di condurre una vita migliore di quella che un'Italia neonata aveva loro riservato. Terra nostra è prodotta da Rede Globo ed è stata trasmessa in Italia in prima visione su Rete 4 dal settembre 2000 al marzo 2001.
Il figlio del farmacista è un romanzo autobiografico di Mario Tobino. Costituisce il suo esordio nella narrativa.
Il clandestino è un romanzo parzialmente autobiografico scritto da Mario Tobino nel 1962 ed ha vinto il Premio Strega il medesimo anno.
Antonio Giuseppe Chichiarelli, noto con il soprannome di Tony (Magliano de' Marsi, 16 gennaio 1948 – Roma, 28 settembre 1984), è stato un falsario italiano, legato alla banda della Magliana. Conosciuto dalle forze dell'ordine - in apparenza - unicamente quale falsario e ricettatore di opere d'arte (i capolavori di Giorgio De Chirico erano i suoi modelli preferiti), dopo la sua morte tragica, avvenuta, pare, per un regolamento di conti, venne identificato quale autore di uno dei più clamorosi episodi di depistaggio della storia italiana, nonché quale autore della cosiddetta "rapina del secolo". Per molti, altro non era che il rispettabile titolare della galleria d'arte di viale Marconi a Roma, il proprietario della fabbrica di porcellane di Acilia e un collezionista di quadri d'autore. I cinque processi del Caso Moro hanno accertato che fu lui a confezionare il falso comunicato numero sette delle Brigate Rosse ("Il comunicato del Lago della Duchessa", fingendo che fosse stato composto dalle Brigate Rosse) durante i 55 giorni del sequestro, ma non venne mai accertato chi fu a commissionarglielo. Dopo la rapina miliardaria alla Brink's Securmark di Roma del 24 marzo 1984, nella quale pare fosse il capo del commando dei banditi, fu ucciso nel settembre di quell'anno in circostanze mai chiarite. Così come poco investigata fu tutta la sua rete di conoscenze che spaziavano dall'estremismo neofascista (NAR) e della sinistra extraparlamentare (Collettivo autonomo di via dei Volsci), passando per le frequentazioni con esponenti di spicco della malavita italiana (Cosa Nostra e banda della Magliana) e straniera (Clan dei marsigliesi), della Massoneria (Loggia P2), dell'Opus Dei, dei Servizi Segreti, delle Case d'Aste implicate nel traffico di opere d'arte autentiche ed esportate illegalmente o contraffatte.