Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Aristofane, figlio di Filippo del demo di Cidateneo (in greco antico: Ἀριστοφάνης Aristophánēs, pronuncia: [aristopʰánɛːs]; Atene, 450 a.C. circa – 385 a.C. circa), è stato un commediografo greco antico, uno dei principali esponenti della Commedia antica (l’Archaia) insieme a Cratino ed Eupoli, nonché l'unico di cui ci siano pervenute alcune opere complete (undici).
Gli uccelli (in greco antico: Ὄρνιθες, Órnithes) è il titolo di una commedia dell'autore greco Aristofane, messa in scena per la prima volta alle Grandi Dionisie del 414 a.C., dove ottenne il secondo posto. Vincitrice fu I gozzovigliatori di Amipsia, mentre Il solitario di Frinico si piazzò terza. Entrambe queste commedie sono oggi perdute.
Ipàzia (in greco antico: Ὑπατία, Hypatía, in latino: Hypatia; Alessandria d'Egitto, 350/370 – Alessandria d'Egitto, marzo 415) è stata una matematica, astronoma e filosofa greca antica. Rappresentante della filosofia neo-platonica, la sua uccisione da parte di una folla di cristiani in tumulto, per alcuni autori composta di monaci detti parabolani, l'ha resa secondo il teosofo Augusto Agabiti una «martire della libertà di pensiero».
Il metodo induttivo o induzione (dal latino inductio, dal verbo induco, presente di in-ducere), termine che significa letteralmente "portar dentro", ma anche "chiamare a sé", "trarre a sé", è un procedimento che cerca di stabilire una legge universale partendo da singoli casi particolari. Nel greco antico è traducibile con l'espressione epagoghé (ἐπαγωγή). Contrapposto a quello induttivo (anche detto metodo "aristotelico") è il metodo deduttivo, che al contrario procede dall'universale al particolare. Va distinto anche il metodo induttivo dal principio di induzione utilizzato in matematica.
In meteorologia il fulmine (detto anche saetta o folgore) è un fenomeno atmosferico legato all'elettricità atmosferica che consiste in una scarica elettrica di grandi dimensioni che si instaura fra due corpi con elevata differenza di potenziale elettrico.I fulmini più facilmente osservabili sono quelli fra nuvola e suolo, ma sono comuni anche scariche fra due nuvole (saetta) o all'interno di una stessa nuvola (saetta). Inoltre qualsiasi oggetto sospeso nell'atmosfera può innescare un fulmine: si sono osservati infatti fulmini tra nuvola, aeroplano e suolo. Un caso particolare sono i cosiddetti fulmini globulari al suolo, tuttora in fase di studio e ricerca. Le condizioni ideali per lo sviluppo di fulmini sono i cumulonembi tipici dei fenomeni temporaleschi, ma sono stati osservati fulmini anche durante tempeste di sabbia, bufere di neve e nelle nuvole di cenere vulcanica. Un caso particolare e raro è quello legato alla cosiddetta tempesta di fulmini ovvero sequenze ininterrotte di fulmini a brevissima distanza uno dall'altro (pochi secondi) per una durata complessiva anche di un'ora. A causa della grande potenza rilasciata, essi costituiscono una minaccia per l'incolumità umana, sebbene con rischi inferiori a molti altri fenomeni. Una loro rappresentazione stilizzata è spesso usata nell'iconografia mitologica e araldica.
L’Eutidemo (in greco Εὐθύδημος) è un dialogo di Platone in cui viene messa in scena una parodia dell'eristica, l'arte sofistica di “battagliare” a parole allo scopo di confutare le tesi avversarie, qui rappresentata dai due fratelli Eutidemo e Dionisodoro. Platone, sempre caustico nei confronti dei sofisti, mette alla berlina quest'arte, per mezzo della quale è impossibile cogliere la verità e quindi poter insegnare o apprendere qualcosa: l'eristica infatti si fonda sulla convinzione che tutte le affermazioni abbiano il medesimo valore di verità, e che quindi le parole possano essere usate non per raggiungere la conoscenza, ma più semplicemente per competere con gli altri e indurli al silenzio, sostenendo o confutando una tesi a seconda dell'utilità del momento.Lo scopo di Platone nell’Eutidemo è ancora una volta difendere Socrate dalle calunnie che gli erano state mosse, mostrando come il maestro si differenziasse nel pensiero e nelle azioni dai sofisti a cui veniva equiparato. Egli costruisce dunque il dialogo come fosse una commedia (un prologo, 5 atti e un epilogo), attribuendole però un compito serio, quello di mettere in guardia i ceti elevati dalla capziosità dei sofisti e di chi, come Isocrate, dice di poter formare cittadini virtuosi attraverso l'insegnamento della retorica. A ciò inoltre si aggiunge l'intento polemico che Platone sembra avere nei confronti delle altre scuole socratiche, e in particolare quella di Euclide di Megara, il quale veniva accusato di essere a sua volta eristico e quindi lontano dall'insegnamento socratico, di cui Platone si presentava come l'unico erede legittimo.
Il drammaturgo è un autore che scrive opere che vengono rappresentate in teatro. A partire dalla codificazione greca, si distinguono due categorie principali: il tragediografo, che si occupa principalmente di scrivere tragedie e il commediografo (dal greco κωμωιδιογράφος), che si occupa principalmente di scrivere commedie. In effetti, i primi tragediografi furono greci: i maestri riconosciuti già dagli antichi furono Eschilo, Sofocle ed Euripide, con i quali la tragedia raggiunse livelli altissimi. Lo sviluppo del teatro tragico in ambito romano ebbe i suoi massimi esponenti in età repubblicana, con autori come Quinto Ennio, Marco Pacuvio e Lucio Accio; tuttavia, ci sono pervenute le opere del solo Lucio Anneo Seneca. In età moderna, la rinascita del teatro tragico vide figure come l'inglese William Shakespeare, il francese Voltaire, gli italiani Federigo Della Valle, Vittorio Alfieri, Ugo Foscolo e Alessandro Manzoni, dopo i quali la tragedia propriamente intesa si fuse con la commedia, abbandonando il tema storico-mitologico e sfociando nel dramma borghese. Per quanto concerne il teatro comico, anche primi commediografi emersero nell'Antica Grecia. Tra essi si ricordano Aristofane e Menandro: i temi di quest'ultimo vennero poi ripresi dai latini Plauto e Terenzio, a noi pervenuti, tanto che la cultura latina diede un apporto fondamentale per lo sviluppo di questa branca della drammaturgia. Nell'età moderna, la figura del commediografo è stata rappresentata soprattutto da William Shakespeare, mentre in Francia l'apice venne raggiunto nel XVII secolo con Molière; in Italia, invece, si ricorda soprattutto la figura di Carlo Goldoni, considerato dalla critica letteraria uno dei più significativi scrittori di commedie nel senso moderno del termine. In età contemporanea, sempre in Italia, emergono figure come Eduardo Scarpetta, Eduardo De Filippo, Luigi Pirandello e Dario Fo, gli ultimi due vincitori del Premio Nobel.
La commedia greca antica è uno dei generi letterari e teatrali principali dell'antica Grecia, più recente della tragedia. La sua origine è, comunque, poco conosciuta: Aristotele la lega ai canti fallici che accompagnavano le processioni dionisiache (in greco antico: κῶμοι, vedi Komos), ma il passaggio da questi alla commedia classica rimane discutibile. Se Epicarmo è il primo autore comico di cui si hanno le fonti, la commedia greca è conosciuta principalmente per Aristofane, del quale sono giunte ai nostri giorni undici commedie complete — probabilmente attraverso antologie scolastiche di epoca romana, tramandate nel Medioevo. Inoltre, abbiamo un'intera opera di Menandro, Il misantropo, ritrovata nel 1956 per caso in un lotto di papiri acquistato da un collezionista di Ginevra, Martin Bodmer, altre opere di questo autore sono La donna di Samo e L'arbitrato delle quali sono giunte la maggior parte dei versi. Degli altri commediografi esistono frammenti e/o titoli di circa 1500 commedie.
Aristofane di Bisanzio (in greco antico: Ἀριστοφάνης ὁ Βυζάντιος, Aristophánēs ho Byzántios; Bisanzio, 257 a.C. circa – Alessandria d'Egitto, 180 a.C. circa) è stato un filologo e grammatico greco antico, quarto bibliotecario della Biblioteca di Alessandria.