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Legge elettorale italiana del 2015

La legge elettorale italiana del 2015, denominata ufficialmente legge 6 maggio 2015, n. 52 e comunemente nota come Italicum, successivamente dichiarata in alcune sue parti costituzionalmente illegittima dalla sentenza della Corte costituzionale del 16 febbraio 2017, disciplinava l'elezione della Camera dei deputati a decorrere dal 1º luglio 2016, in sostituzione della precedente Legge Calderoli del 2005, anch'essa dichiarata parzialmente incostituzionale nel dicembre 2013. Fino all'entrata in vigore del cosiddetto Rosatellum nel novembre del 2017, la Legge Calderoli, come modificata dalla Consulta, era rimasta in vigore limitatamente all'elezione del Senato. Il soprannome Italicum è stato dato nel 2014 dall'allora segretario del Partito Democratico Matteo Renzi, suo principale promotore (fino a fine gennaio 2015 con l'appoggio anche di Forza Italia di Silvio Berlusconi, con il quale aveva stretto il Patto del Nazareno). La legge originariamente prevedeva un sistema proporzionale con eventuale doppio turno, premio di maggioranza, soglia di sbarramento e cento collegi plurinominali con capilista "bloccati", con la possibilità per lo stesso candidato di partecipare all'elezione in 11 collegi. Nel gennaio 2017 la Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionale il turno di ballottaggio, lasciando l'eventuale premio di maggioranza per la lista che dovesse ottenere il 40% dei voti validi al primo (e quindi unico) turno. La Corte ha inoltre dichiarato incostituzionale la possibilità per i capilista bloccati che dovessero essere eletti in più collegi di scegliere discrezionalmente l'effettivo collegio di elezione: la scelta sarebbe stata quindi affidata ad un sorteggio.L'Italicum non venne mai applicato, essendo stato abrogato in seguito all'entrata in vigore della nuova legge elettorale nota come Rosatellum.

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