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Il Regno medievale d'Ungheria era uno stato multietnico dell'Europa Centrale, che iniziò la propria storia quando Stefano I, Gran Principe degli Ungheresi, venne incoronato re nel 1000/1001. Egli rafforzò l'autorità centrale e impose il cristianesimo come religione di Stato in tutto il suo territorio. Anche se le fonti scritte enfatizzano il ruolo giocato da cavalieri e sacerdoti tedeschi e italiani nel processo, una parte significativa del vocabolario ungherese per l'agricoltura, la religione e l'amministrazione dello stato venne preso dalle lingue slave. Le guerre civili, le sommosse dei pagani e i continui tentativi del Sacro Romano Impero di espandersi nell'area, resero frammentata l'autorità della nuova monarchia. La posizione si stabilizzò sotto Ladislao I (1077–1095) e Colomanno (1095–1116). Questi occuparono la Croazia e la Dalmazia, ma entrambi i reami vennero mantenuti autonomi. Ricco di terre da coltivare e di argento, oro e depositi salini, il regno divenne l'obiettivo preferito dei coloni dell'Europa occidentale. Il loro arrivo contribuì allo sviluppo di Esztergom, Székesfehérvár e molti altri insediamenti. Situata sul crocevia di importanti strade internazionali, l'Ungheria risentiva di diverse culture. Architetture romaniche, gotiche e rinascimentali si avvicendavano sul suo territorio così come opere letterarie latine, cattoliche, ortodosse e addirittura islamiche o non cristiane. Il latino era la lingua della legislazione, dell'amministrazione e della giustizia, ma coesisteva in Ungheria un "pluralismo linguistico" (János M. Bak) che contribuì alla sopravvivenza di diverse lingue, tra cui la grande varietà dei dialetti slavi. La predominanza di territori soggetti direttamente al sovrano assicurò in un primo momento ai re d'Ungheria una posizione preminente, ma la successiva alienazione delle terre e l'emergenza di alcuni gruppi di proprietari terrieri minori la mise ben presto in difficoltà. Furono proprio questi aristocratici a costringere Andrea II a concedere la sua Bolla d'Oro del 1222, "uno dei primi esempi di limitazione costituzionale su un monarca europeo" (Francis Fukuyama).Il regno ricevette un'ulteriore stoccata dall'invasione mongola del 1241-42 che portò all'insediamento di gruppi cumani e jassici nelle terre centrali dell'Ungheria e nuovi coloni giunsero dalla Moravia, dalla Polonia e da altri paesi vicini. Dopo un periodo di interregno, il potere reale venne restaurato con Carlo I (1308–1342), membro della casata d'Angiò. Le miniere d'oro e d'argento vennero aperte in gran numero e sul finire del Quattrocento esse già rappresentavano un terzo della produzione mondiale. Il regno raggiunse il picco del suo potere sotto Luigi il Grande (1342–1382) che guidò delle campagne militari contro il Granducato di Lituania, l'Italia meridionale e altri territori circostanti. L'espansione dell'Impero ottomano raggiunse i confini del regno ungherese durante il governo di Sigismondo di Lussemburgo. Nei decenni successivi il talentuoso comandante János Hunyadi diresse gli scontri con gli ottomani. La sua vittoria a Belgrado nel 1456 stabilizzò la frontiera meridionale del regno per quasi cinquant'anni. Il primo re d'Ungheria senza antenati dinastici fu Mattia Corvino (regno: 1458–1490), che guidò diverse campagne di successo e divenne anche Re di Boemia e Duca d'Austria servendosi della sua Armata Nera. Sotto il suo regno, l'Ungheria divenne la prima nazione europea ad adottare lo stile rinascimentale italiano.I territori del regno decrebbero progressivamente con l'espansione dell'Impero ottomano nel XVI secolo. L'area venne suddivisa in due parti nel 1538 secondo il Trattato di Gran Varadino e per via dell'occupazione ottomana nel 1541 il paese venne suddiviso ulteriormente in tre parti: una porzione centrale occupata dall'Impero ottomano col nome di Provincia di Budin, una parte ad occidente chiamata Ungheria reale ove i nobili locali elessero a loro re l'imperatore Ferdinando I d'Asburgo nella speranza di espellere i Turchi e riconquistare il regno ungherese riunendolo, e un Regno dell'Ungheria orientale indipendente che verrà però poi unito al Principato di Transilvania.
Il Regno d'Italia fu lo Stato italiano proclamato il 17 marzo 1861 durante il Risorgimento, in seguito alla Seconda guerra d'indipendenza combattuta dal Regno di Sardegna per conseguire l'unificazione nazionale italiana, unificazione poi proseguita con la Terza guerra d'indipendenza italiana nel 1866 e l'annessione dello Stato Pontificio, con la conseguente presa di Roma, nel 1870. Il completamento del territorio nazionale avvenne tuttavia solo al termine della prima guerra mondiale, considerata come la quarta guerra d'indipendenza italiana, il 4 novembre 1918 (giorno della diramazione del Bollettino della Vittoria che annunciava che l'Impero austro-ungarico si arrendeva all'Italia) in base all'armistizio firmato a Villa Giusti, nei pressi di Padova. Con il successivo trattato di Saint-Germain-en-Laye, nel 1919, l'Italia completò l'unità nazionale con l'annessione di Trento, Trieste, l'Istria e parte della Dalmazia. Dal 1861 al 1946 fu una monarchia costituzionale basata sullo Statuto Albertino, concesso nel 1848 da Carlo Alberto di Savoia ai suoi sudditi del Regno di Sardegna, prima di abdicare l'anno successivo. Al vertice dello Stato vi era il re, il quale riassumeva in sé i tre poteri legislativo, esecutivo e giudiziario seppur esercitati non in maniera assoluta. Tale forma di governo fu avversata dalle frange repubblicane (oltreché internazionaliste e anarchiche) e si concretizzò soprattutto in due note vicende: la fucilazione di Pietro Barsanti (considerato il primo martire della Repubblica Italiana) e l'attentato di Giovanni Passannante, di fede anarchica. Nel 1946 l'Italia divenne una repubblica e nello stesso anno fu dotata di un'Assemblea Costituente al fine di redigere una costituzione avente valore di legge suprema dello Stato repubblicano, onde sostituire lo Statuto Albertino sino ad allora vigente. Nel periodo del Regno d'Italia fu a più riprese intrapresa la costituzione di possedimenti coloniali che compresero domini in Africa orientale, in Libia e nel Mediterraneo, e una concessione a Tientsin, in Cina. Il Regno d'Italia prese parte alla terza guerra d'indipendenza, a diverse guerre coloniali e a due conflitti mondiali. La trasformazione nell'attuale assetto istituzionale avvenne in seguito a un referendum tenutosi il 2 e 3 giugno, che sancì la nascita della Repubblica Italiana, che il 1º gennaio 1948 si dotò di nuova Costituzione.
Ottone d'Asburgo-Lorena, ultimo arciduca ereditario d'Austria e d'Ungheria (Reichenau an der Rax, 20 novembre 1912 – Pöcking, 4 luglio 2011), è stato un nobile austriaco e politico tedesco, capo della Casa d'Asburgo dal 1922 al 2007, anno in cui abdicò in favore del figlio Carlo d'Asburgo-Lorena. Ottone era figlio dell'Imperatore d'Austria e Re Apostolico d'Ungheria Carlo I e di sua moglie Zita di Borbone-Parma. Ottone viveva stabilmente a Pöcking in Baviera (Germania) e aveva le cittadinanze tedesca, austriaca, ungherese e croata. Anche se il suo nome ufficiale in Germania era Otto von Habsburg, le autorità austriache si riferivano a lui come a Otto Habsburg-Lothringen. Ottone fu membro del Parlamento europeo per la CSU e presidente dell'Unione Paneuropea. Nel 1961, proprio per servire l'Europa, rinunciò ai suoi diritti dinastici. Essendo stato imperatore titolare dal 1922 al 2007 detiene un primato storico assoluto: quello di capo di Stato titolare (e quindi non in carica) più longevo della storia con 85 anni.
Francesco Laurana (Vrana, 1430 – Avignone, 1502) è stato uno scultore, architetto e medaglista italiano. Ebbe un ruolo di primo piano nella diffusione dell'estetica rinascimentale a Napoli, in Sicilia e in Francia. Non esistono prove di una parentela con Luciano Laurana.