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Il linguaggio è la facoltà di attivare un processo di comunicazione tra due o più individui di una specie animale attraverso un complesso definito di suoni, gesti e simboli di significato comune ad uno specifico ambiente di interazione.Il linguaggio è un codice. Tra tutti i linguaggi utilizzati dagli animali, il codice proprio della specie umana, detto "lingua" (o, più specificamente, "linguaggio verbale umano"), ha caratteristiche che lo differenziano grandemente da altri linguaggi animali. Alcuni autori contemporanei definiscono il linguaggio umano come uno strumento del pensiero, di cui la comunicazione è solo un accessorio non indispensabile, e le lingue vengono considerate come oggetti biologici e non come utensili progettati dagli esseri umani. Il linguaggio non è, dunque, prerogativa umana: anche le forme di comunicazione animale sono intese come "linguaggio". Ad esempio, gli uccelli comunicano cinguettando, emettendo cioè suoni variamente modulati. Le api comunicano attraverso una speciale "danza" (la danza delle api). Le scimmie usano gesti e suoni. I cani e alcuni felini comunicano attraverso l'emissione di specifici odori. Alcuni pesci e le formiche comunicano attraverso l'emissione di specifiche sostanze chimiche. In generale, per riferirsi alle forme di comunicazione tra animali, si parla di comunicazione animale.
La patologia clinica (USA, Regno Unito, Commonwealth, Portogallo, Italia), medicina di laboratorio (Germania, Romania, Polonia, Europa dell'est), analisi clinica (Spagna) o biologia clinico-medica (Francia, Belgio, Paesi Bassi, Austria, nord Africa, ecc.) è formalmente quella branca della medicina che applica le tecniche di indagine della patologia generale - disciplina accademica - ai singoli casi clinici, in un contesto applicativo e ospedaliero. Un patologo clinico è quindi uno specialista di laboratorio e lavora su campioni biologici di tessuto, di sangue o di altri liquidi e secrezioni corporee provenienti dai pazienti. Su tali campioni egli esegue indagini di morfologia macro e microscopica, analisi chimiche, immunologiche, microbiologiche e molecolari.
Con pandemia di COVID-19 del 2020-2021 in Italia si fa riferimento alla diffusione in Italia della malattia infettiva COVID-19. I primi due casi italiani della pandemia sono stati confermati il 30 gennaio 2020, quando due turisti provenienti dalla Cina sono risultati positivi al virus SARS-CoV-2 a Roma. Un focolaio di infezioni di COVID-19 è stato successivamente rilevato il 21 febbraio 2020 a partire da 16 casi confermati a Codogno (LO) in Lombardia, aumentati a 60 il giorno successivo con i primi decessi segnalati già il 22 febbraio a Casalpusterlengo e a Vo'.Alla data del 18 gennaio 2021 sono stati registrati 2 390 101 casi positivi, tra cui 1 760 489 dimessi e guariti, 82 554 deceduti, 547 058 casi attivi e sono stati effettuati 28 997 556 tamponi molecolari e 367 810 tamponi antigenici rapidi, rendendo l'Italia l'ottavo paese al mondo e il quarto in Europa per numero di casi totali e complessivamente il sesto paese al mondo e il secondo in Europa per numero di decessi.
Le ore canoniche sono un'antica suddivisione della giornata sviluppata nella Chiesa cattolica per la preghiera in comune, detta anche "Ufficio divino". Questa pratica liturgica deriva dall'uso di recitare preghiere, in modo particolare i salmi del salterio, ad ore prestabilite: ad esempio nel libro degli Atti si riporta che Pietro e Giovanni andavano al tempio per la preghiera pomeridiana. Il salmo 119 dice: Sette volte al giorno ti lodo per la tua giusta legge. La pratica delle ore canoniche è osservata da molte chiese, fra cui la Chiesa cattolica, le Chiese ortodosse e la Comunione anglicana. In particolare nella Chiesa cattolica di rito latino si riferisce anche ad un ordine di preghiere chiamato liturgia delle ore (liturgia horarum), ufficio divino (divinum officium), opus Dei (opera di Dio). Questo ordine di preghiere è contenuto nel "libro delle ore". La suddivisione oraria è approssimativa, variando nell'antichità la lunghezza delle ore del giorno secondo le stagioni. A qualsiasi ora del giorno: Ufficio delle letture (tradizionalmente era celebrato durante la notte, prima dell'alba: da qui il nome tradizionale di mattutino o "ufficio di vigilia" in diverse comunità religiose; "orthros" nelle Chiese orientali) All'alba: lodi, in occidente separato dal mattutino; detto anche "preghiera del mattino" Alle 6.00: Prima (oggi abolita nel rito latino) Alle 9.00: Terza Alle 12.00: Sesta Alle 15.00: Nona Al tramonto: Vespri Prima di coricarsi: Compieta
L'odontoiatria (dal greco ὀδούς, ὀδόντος: «dente» + ἰατρεία: «cura», lett. cura dei denti) è la branca della medicina che si occupa della prevenzione, della diagnosi e della terapia delle patologie dentali. Essa ricorre, altresì, alla sostituzione degli elementi dentali perduti o non suscettibili di terapia conservativa mediante la riabilitazione protesica dentale. La stomatologia (dal greco στόμα, στόματος: «bocca» + λόγος: «discorso», «studio», lett. studio della bocca) è la branca della medicina che si occupa della prevenzione, della diagnosi e della terapia delle patologie orali e peri-orali, con particolare riferimento ai tessuti molli: gengive, mucosa orale, lingua, ghiandole salivari, componenti neuro-muscolari e articolari. Comprende la medicina orale, la microbiologia orale e la patologia maxillo-facciale. Quest'ultima annovera la diagnosi e la terapia delle patologie delle ossa mascellari.Termine più completo è, quindi, odontostomatologia (ὀδούς, ὀδόντος + στόμα, στόματος + λόγος), che comprende lo studio e la cura dei denti e di tutto il cavo orale, tessuti molli, lingua e scheletro maxillo-mandibolare compresi.Tutte le strutture anatomiche citate costituiscono l'apparato stomatognatico (στόμα, στόματος + γνάϑος: «mascella»). Il medico specialista in questa disciplina è l'odontoiatra o odontostomatologo.
Maestro del Breviario Francescano (... – ...) è stato un miniatore italiano, attivo a Milano ed a Bologna nel XV secolo.
Il disturbo depressivo maggiore, noto anche come depressione clinica, depressione maggiore, depressione endogena, depressione unipolare, disturbo unipolare o depressione ricorrente (nel caso di ripetuti episodi) è una patologia psichiatrica o disturbo dell'umore, caratterizzata da episodi di umore depresso accompagnati principalmente da una bassa autostima e perdita di interesse o piacere nelle attività normalmente piacevoli (anedonia). Questo gruppo di sintomi (sindrome) è stato identificato, descritto e classificato come uno dei disturbi dell'umore nell'edizione del 1980 del manuale diagnostico edito dall'American Psychiatric Association. È una malattia invalidante che coinvolge spesso sia la sfera affettiva che cognitiva della persona, influendo negativamente in modo disadattativo sulla vita familiare, lavorativa, sullo studio, sulle abitudini alimentari e riguardo al sonno, sulla salute fisica con forte impatto dunque sullo stile di vita e la qualità della vita in generale. La diagnosi si basa sulle esperienze auto-riferite dal paziente, sul comportamento riportato da parenti o amici e un esame dello stato mentale. Non esiste attualmente un test di laboratorio per la sua diagnosi. Il momento più comune di esordio è tra i 20 e i 30 anni, con un picco tra i 30 e i 40 anni.Tipicamente i pazienti sono trattati con farmaci antidepressivi e spesso, in maniera complementare, anche con la psicoterapia. L'ospedalizzazione può essere necessaria quando vi è un auto-abbandono o quando esiste un significativo rischio di danno per sé o per altri. Il decorso della malattia è molto variabile: da un episodio unico della durata di alcune settimane fino ad un disordine perdurante per tutta la vita con ricorrenti episodi di depressione maggiore. La comprensione della natura e delle cause della depressione si è evoluta nel corso dei secoli, anche se è tuttora considerata incompleta. Le cause proposte includono fattori psicologici, psicosociali, ambientali, ereditari, evolutivi e biologici. Un uso a lungo termine e l'abuso di alcuni farmaci e/o sostanze, è noto per causare e peggiorare i sintomi depressivi. La maggior parte delle teorie biologiche si concentrano sui neurotrasmettitori monoamine come la serotonina, la norepinefrina e la dopamina, che sono naturalmente presenti nel cervello per facilitare la comunicazione tra le cellule nervose. In Italia la depressione colpisce, secondo uno studio condotto congiuntamente dalla AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa, circa undici milioni di persone, che quotidianamente assumono farmaci contro tale patologia. La percentuale di italiani che soffrono di depressione arriverebbe, dunque, secondo tale studio, quasi al 20 per cento della popolazione, con una incidenza di quattro volte la media europea.
I disturbi del linguaggio sono disturbi che implicano l'elaborazione delle informazioni linguistiche. I problemi che possono essere riscontrati possono coinvolgere la grammatica (sintassi e / o morfologia), la semantica (significato) o altri aspetti del linguaggio. Questi problemi possono essere ricettivi (che comportano una ridotta comprensione del linguaggio), espressivi (che comportano la produzione del linguaggio) o una combinazione di entrambi. Gli esempi comprendono il disturbo specifico del linguaggio, anche noto come disturbo dello sviluppo del linguaggio, e l'afasia, tra gli altri. I disturbi del linguaggio possono influenzare sia la lingua parlata che quella scritta, e possono anche influenzare la lingua dei segni; tipicamente, tutte le forme di linguaggio possono essere compromesse. I dati attuali indicano che il 7% dei bambini manifesta disturbi del linguaggio, con i maschi diagnosticati il doppio rispetto alle femmine.Ricerche preliminari sui potenziali fattori di rischio hanno suggerito che componenti biologiche, come basso peso alla nascita, prematurità, complicazioni generali alla nascita e sesso maschile, così come la storia familiare e la scarsa educazione dei genitori possono aumentare la possibilità di sviluppare disturbi del linguaggio.Per i bambini con difficoltà linguistiche fonologiche ed espressive, ci sono prove a sostegno della terapia del linguaggio (logopedia). Tuttavia, la stessa terapia si è dimostrata molto meno efficace per le difficoltà di linguaggio ricettivo. Questi risultati sono coerenti con la prognosi peggiore per i disturbi del linguaggio ricettivo che sono generalmente accompagnati da problemi nella comprensione della lettura.Va sottolineato che questi sono distinti dai disturbi della fonazione, che comportano difficoltà con l'atto di produzione del linguaggio, ma non con il linguaggio. I disturbi del linguaggio tendono a manifestarsi in due modi diversi: disturbi del linguaggio ricettivo (in cui non è possibile comprendere adeguatamente il linguaggio) e disturbi del linguaggio espressivo (in cui non è possibile comunicare correttamente il messaggio previsto).
La disnomia è la difficoltà o incapacità a richiamare alla memoria la parola corretta quando è necessaria. La disnomia può incidere sulle abilità del discorso, della scrittura o di entrambe. Gli individui normali soffrono di tanto in tanto di problemi riguardanti il richiamo delle parole. Il problema diviene di rilevanza medica quando la difficoltà nel richiamare le parole interferisce con la vita quotidiana. In medicina si utilizzano dei test neuropsicologici per pervenire a una diagnosi specifica. La disnomia si può sviluppare in seguito a un trauma cerebrale oppure può essere una disabilità dell'apprendimento. La disnomia conseguente a traumi al capo generalmente si riduce o scompare col passare del tempo. La disabilità dell'apprendimento attualmente non può essere eliminata totalmente, ma i pazienti possono migliorare le loro abilità nella vita quotidiana utilizzando delle strategie per risolvere il problema.