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I promessi sposi è un celebre romanzo storico di Alessandro Manzoni, ritenuto il più famoso e il più letto tra quelli scritti in lingua italiana. Preceduto dal Fermo e Lucia, spesso considerato romanzo a sé, fu pubblicato in una prima versione nel 1827 (detta "ventisettana"); rivisto in seguito dallo stesso autore, soprattutto nel linguaggio, fu ripubblicato nella versione definitiva fra il 1840 e il 1842 (detta "quarantana"). Ambientato tra 1628 e il 1630 in Lombardia, durante il dominio spagnolo, fu il primo esempio di romanzo storico della letteratura italiana. Il romanzo si basa su una rigorosa ricerca storica e gli episodi del XVII secolo, come ad esempio le vicende della monaca di Monza (Marianna de Leyva y Marino) e la Grande Peste del 1629–1631, si fondano su documenti d'archivio e cronache dell'epoca. Il romanzo di Manzoni viene considerato non solo una pietra miliare della letteratura italiana - in quanto è il primo romanzo moderno di questa tradizione letteraria - ma anche un passaggio fondamentale nella nascita stessa della lingua italiana. I promessi sposi, inoltre, sono considerati l'opera più rappresentativa del romanticismo italiano e una delle massime della letteratura italiana per la profondità dei temi (si pensi alla filosofia della storia in cui, cristianamente, opera l'insondabile Grazia divina nella Provvidenza). Inoltre, per la prima volta in un romanzo di tale successo, i protagonisti sono gli umili e non i ricchi e i potenti della storia. Il romanzo, infine, per la sua popolarità presso il grande pubblico e per il vivace oggetto d'interesse da parte della critica letteraria tra XIX e XX secolo, è stato rielaborato in forme artistiche, che vanno dalla rappresentazione teatrale al cinema, dall'opera lirica alla fumettistica.
Lorenzo Tramaglino, detto Renzo, è un personaggio immaginario protagonista del romanzo I promessi sposi di Alessandro Manzoni; egli nacque vicino a Lecco circa nel 1608. Giovane filatore di seta, nella Lombardia del XVII secolo, è costretto ad affrontare ogni sorta di peripezia per congiungersi in matrimonio con la sua amata Lucia Mondella. Con queste parole il Manzoni tratteggia, nel II capitolo de I promessi sposi, la figura del protagonista maschile della vicenda, Lorenzo Tramaglino, detto Renzo.
Renzo e Lucia è uno miniserie televisiva del 2004. Si tratta di una libera trasposizione di Fermo e Lucia, la prima versione (del 1812) de I promessi sposi di Alessandro Manzoni. È costata 8 milioni di euro ed è stata girata principalmente nel comune di Sorico, sul Lago di Como e in parte a Cremona, a Modena, a Mantova. Alcune scene sono state girate a Bardi (PR) e presso la fortezza del paese appenninico.
Piero Manzoni (Soncino, 13 luglio 1933 – Milano, 6 febbraio 1963) è stato un artista italiano, famoso a livello internazionale per la sua Merda d'artista.
Per pensiero e poetica di Alessandro Manzoni si intendono le convinzioni poetiche, stilistiche, linguistiche ed ideologiche che hanno delineato la parabola esistenziale e letteraria di Manzoni dagli esordi giacobini e neoclassici fino alla morte. Dopo l'esperienza neoclassica, che vide il Manzoni impegnarsi in odi ed altra produzione poetica fino al 1810, da quell'anno aderì al movimento romantico, diventandone uno degli esponenti di punta. Durante il cosiddetto Quindicennio creativo (1812-1827), Manzoni produsse opere letterarie, poetiche, teatrali e saggistiche che cambiarono nel profondo la genetica della letteratura italiana e la sua stessa lingua letteraria, imponendosi come pietra miliare nella storia della letteratura italiana. Tra il 1827 e la sua morte, avvenuta nel 1873, Manzoni continuò la sua ricerca, scrivendo saggi storico-letterari in contrapposizione con quelli giovanili e, in contemporanea, riflettendo sulla natura della lingua italiana "viva" nel contesto del nuovo Regno d'Italia.
Fra Cristoforo (nome di battesimo Lodovico) è un personaggio del romanzo I promessi sposi scritto da Alessandro Manzoni. Nella storia prende importanti decisioni, quali la fuga dei protagonisti Renzo e Lucia dal territorio di Lecco.
Donna Prassede è un personaggio secondario del romanzo di Alessandro Manzoni I Promessi Sposi. Compare nella seconda parte della vicenda, specialmente nei capitoli XXV e XXVII; tenta di aiutare Lucia, protagonista del romanzo insieme al promesso sposo Renzo, a superare il trauma della prigionia da lei patita presso il castello dell'Innominato. Donna Prassede è un personaggio esemplarmente bigotto, che si intromette negli affari di tutti e lo dimostra con il comportamento di protezione che assume con le sue figlie. Si convince che Renzo sia un poco di buono per via degli ordini di cattura che lo riguardano, ed è quindi risoluta a far sì che Lucia lo dimentichi offendendo la persona di costui: questo nominare Renzo in continuazione non aiuta Lucia, la quale vorrebbe provare a dimenticare Renzo avendo fatto voto di castità nel castello dell'Innominato: Lucia dimora a casa di donna Prassede durante tutto l'inverno e la primavera del 1630, per poi spostarsi nel lazzaretto. Donna Prassede è sposata con don Ferrante, uomo di cultura che Manzoni descrive come il perfetto erudito seicentesco, completamente assorbito dallo studio dei suoi libri ma tutt'altro che aggiornato. Da don Ferrante ha avuto 5 figlie; 2 si sono sposate e 3 sono entrate in convento. Nel suo desiderio di bene c'è una smania di dominio, ha l'ossessione delle cause e dei princìpi; esercita una pseudo-carità balordamente raziocinante; si cura di detenere il monopolio di tutte le buone azioni. Non crede mai all'innocenza ed ha un'idea meschina della giustizia di Dio. Esercita su Lucia una vera inquisizione poliziesca, assumendosi il compito di correggere l'opera del Cardinale Federigo Borromeo; interpreta alla rovescia la morale cattolica. È una piccola inquisizione prassediana che ha i suoi bravi "metodi sacramentali": sorveglianza, repressione, ma anche persuasione. L'autore prova sdegno e disprezzo per lei (sia pure con la temperanza dell'ironia) e la condanna totalmente. Alla fine del romanzo, donna Prassede muore contagiata dalla peste. Celebre, a questo proposito, il lapidario ritratto-epitaffio che ne fa lo scrittore:
Alessandro Manzoni, nome completo Alessandro Francesco Tommaso Antonio Manzoni (Milano, 7 marzo 1785 Milano, 22 maggio 1873), stato uno scrittore, poeta e drammaturgo italiano. Considerato uno dei maggiori romanzieri italiani di tutti i tempi per il suo celebre romanzo I promessi sposi, caposaldo della letteratura italiana, Manzoni ebbe il merito principale di aver gettato le basi per il romanzo moderno e di aver cos patrocinato l'unit linguistica italiana, sulla scia di quella letteratura moralmente e civilmente impegnata propria dell'Illuminismo italiano. Passato dalla temperie neoclassica a quella romantica, il Manzoni, divenuto fervente cattolico dalle tendenze liberali, lasci un segno indelebile anche nella storia del teatro italiano (per aver rotto le tre unit aristoteliche) e in quella poetica (nascita del pluralismo vocale con gli Inni Sacri e della poesia civile). Il successo e i numerosi riconoscimenti pubblici e accademici (fu senatore del Regno d'Italia) si affiancarono a una serie di problemi di salute (nevrosi, agorafobia) e famigliari (i numerosi lutti che afflissero la vita domestica dello scrittore) che lo ridussero in un progressivo isolamento esistenziale. Nonostante quest'isolamento, Manzoni fu in contatto epistolare con la migliore cultura intellettuale francese, con Goethe, con intellettuali di primo ordine come Antonio Rosmini e, seppur indirettamente, con le novit estetiche romantiche britanniche (influsso di Walter Scott per il genere del romanzo).
Adelchi è una tragedia scritta da Alessandro Manzoni, pubblicata per la prima volta nel 1822. Narra le vicende di Adelchi, figlio dell'ultimo re dei Longobardi, Desiderio, che si svolgono tra il 772 e il 774, anno della caduta del regno longobardo per opera di Carlo Magno (anch'egli protagonista della tragedia). Manzoni cominciò a scrivere l'Adelchi il 4 novembre 1820, nel periodo in cui Vincenzo Ferrario stampava Il Conte di Carmagnola. La nuova tragedia veniva terminata un anno più tardi, il 21 settembre 1821, esclusi i due cori, di poco successivi. Nell'ottobre 1822 l'opera fu pubblicata per i tipi del Ferrario.