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Il Sogno del cavaliere è un dipinto a olio su tavola (17x17 cm) di Raffaello Sanzio, databile al 1503-1504 circa e conservato nella National Gallery di Londra. Probabilmente faceva parte di un dittico con le Tre Grazie, oggi al Museo Condé di Chantilly.
La Madonna in trono col Bambino tra otto angeli è un dipinto a tempera e oro su tavola (145x122 cm) di Pietro Lorenzetti, firmato e con data mutila leggibile 1340, conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze.
La Biblioteca Medicea Laurenziana, anticamente chiamata Libreria Laurenziana, è una delle principali raccolte di manoscritti al mondo, nonché un importante complesso architettonico di Firenze, disegnato da Michelangelo Buonarroti tra il 1519 e il 1534. Essa custodisce 68.405 volumi a stampa, 406 incunaboli, 4.058 cinquecentine e, soprattutto, 11.044 pregiatissimi manoscritti, nonché la maggiore collezione italiana di papiri egizi. Vi si accede dai chiostri della basilica di San Lorenzo a Firenze, da cui il nome Laurenziana. Medicea deriva invece dal fatto di essere nata dalle collezioni librarie di membri della famiglia Medici. Tra le più importanti opere ricordiamo: la Littera Florentina del VI sec dC, Codice Squarcialupi, Codice Fiorentino, Bibbia Amiatina, i Dialoghi platonici in carta bona di Lorenzo il Magnifico, e il Virgilio Laurenziano.
La chiesa di Santo Spirito è una delle principali basiliche della città di Firenze. È situata nel quartiere dell'Oltrarno, la parte sud del centro storico, e con la sua semplice facciata domina la piazza omonima. Fu costruita sui resti del duecentesco convento agostiniano distrutto da un incendio nel 1371. Ha la dignità di basilica minore.
Il Liber de agri cultura (comunemente noto come De agri cultura e, precedentemente, come De re rustica) è un'opera in prosa dell'autore latino Marco Porcio Catone detto il Censore, composta probabilmente attorno al 160 a.C. Si tratta della prima opera in prosa della storia della letteratura latina interamente pervenutaci; il testo è tuttavia privo di una precisa struttura formale, e le condizioni del manoscritto del XV secolo su cui fu stampata nel 1472 a Venezia l'editio princeps rendono probabile che l'opera a noi giunta sia stata oggetto di rimaneggiamenti posteriori che hanno alterato, più o meno pesantemente, l'originale. L'opera, a carattere pedagogico e tecnico-didascalico, era uno fra i trattati scritti e raccolti, dallo stesso Catone, nei Libri ad Marcum filium. L'opera, aperta da un'importante praefatio che ne chiarisce il significato e l'ideologia, consta di 170 capitoli generalmente piuttosto brevi sebbene di ampiezza diseguale. Nel passo proemiale Catone afferma la superiorità dell'agricoltura, sul piano sociale, morale ed educativo ma anche su quello del profitto economico, rispetto alle altre attività che pure procurano guadagni, quali la mercatura e l'usura: Attraverso la sua opera, dunque, Catone si propone di legittimare e nobilitare la tradizionale vocazione agraria delle gentes patrizie contro l'affermazione di una nuova classe, quella equestre, la cui ricchezza si fonda sulle ricchezze mobiliari e sui commerci. A tutela dell'attività agricola, che rischiava di essere soppiantata da quella commerciale, in grado di garantire guadagni maggiori e più rapidi, furono emanate dal senato alcune leggi che vietavano ai senatori di intraprendere l'attività mercantile: tra esse, una lex Claudia del 218 a.C., vietava agli esponenti della nobilitas il commercio marittimo.All'ideale ellenizzante dell'humanitas, alla cui diffusione contribuiva, in quegli stessi anni, il circolo degli Scipioni, dunque, Catone oppone il modello del vir bonus colendi peritus, l'uomo onesto ed esperto coltivatore, vero civis Romanus, valoroso soldato.Dopo la praefatio, l'opera assume l'aspetto di una guida per il pater familias proprietario agricolo: a differenza delle coeve opere ellenistiche, dotate di un sostanziale piano organico, il trattato catoniano è costituito da una serie di consigli, prescrizioni e indicazioni giustapposti senza seguire una struttura formale ben definita. Catone suggerisce come disporre le piantagioni, indica gli obblighi della servitù e dei fattori, illustra le tecniche agricole e i procedimenti di lavorazione, inserendo nell'opera, contemporaneamente, formule religiose rituali o ricette di cucina.La villa di Catone non è un'estensione di terreno delle dimensioni di un latifondo, ma neppure un'azienda a conduzione familiare dedita ad un'agricoltura di sussistenza: si tratta di un'impresa di medie o vaste proporzioni, che prevede l'impiego di capitali e manodopera servile. A differenza del posteriore Marco Terenzio Varrone, che nel suo De re rustica rappresenta la villa come luogo di raffinato svago e di riposo oltre che come azienda agricola, Catone si limita a inquadrarla, senza alcun indugio poetico, nella logica del profitto: il valore pedagogico, morale e formativo dell'attività agreste consiste, infatti, nella faticosa vita che permette il raggiungimento del benessere economico.Lo stile dell'opera, in conformità con il contenuto, è secco e disadorno, privo di ogni armonia formale; se raffrontato con i frammenti delle altre opere di Catone, infatti, il linguaggio appare più arcaico e meno curato, con l'eccezione della praefatio. Ricorrono ossessive ripetizioni, la sintassi è generalmente semplice e paratattica, è frequente l'uso di formule rituali riconducibili alla lingua dei carmina sacri di età arcaica. Diversamente da quanto era uso comune nel genere didascalico, cui l'opera catoniana potrebbe essere ascritta seppure del tutto priva di "ordine sistematico e retroterra dottrinale-scientifico", nel De agri cultura manca il ricorso diretto all'apostrofe, né si avverte la presenza di un destinatario specifico: unico scopo dell'opera è infatti l'imposizione del contenuto, che rende inutile la ricerca della purezza stilistica.
Il Consiglio dell'Unione europea (denominato in questo modo dal trattato di Lisbona del 2007), noto anche come Consiglio dei ministri europei, in precedenza come Consiglio speciale dei ministri, detiene - insieme al Parlamento europeo - il potere legislativo nell'Unione europea. Ha sede principale a Bruxelles nel Palazzo Europa dal 2017 e sede secondaria nel Palazzo Justus Lipsius. Non è da confondere con il Consiglio d'Europa, che è un'organizzazione internazionale del tutto indipendente dall'Unione europea. Va tenuto distinto (benché strettamente collegato) dal Consiglio europeo, un organo dell'Unione europea senza potere normativo ma titolare dell'indirizzo politico (assegnato a tempo pieno e con durata prolungata al suo presidente, attualmente Charles Michel) e composto dalle massime cariche dell'esecutivo dei Paesi dell'Unione europea (i Capi di Stato o Capi di Governo).
La classificazione decimale Dewey (anche DDC, acronimo di Dewey Decimal Classification) uno schema di classificazione bibliografica per argomenti organizzati gerarchicamente, ideato dal bibliotecario statunitense Melvil Dewey (1851-1931). Dalla prima redazione, apparsa nel 1876, stato modificato e accresciuto, con ventitr revisioni principali, l'ultima delle quali pubblicata nel 2011. diffuso nelle biblioteche di tutto il mondo. La caratteristica principale del sistema di suddividere il sapere in dieci grandi classi (numerate da 0 a 9), con la possibilit di aggiungere nuove classi o di espandere quelle esistenti in maniera praticamente illimitata.
Il catalogo europeo dei rifiuti è l'elenco dei codici di classificazione dei rifiuti (Codice Europeo del Rifiuto, CER) secondo la direttiva 75/442/CEE, che definisce il termine rifiuti nel modo seguente: "qualsiasi sostanza od oggetto che rientri nelle categorie riportate nell'allegato I e di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l'obbligo di disfarsi". L'allegato I è denominato Elenco europeo dei rifiuti (List of wastes) e si applica a tutti i rifiuti, siano essi destinati allo smaltimento o al recupero. I codici CER sono delle sequenze numeriche, composte da 6 cifre riunite in coppie (es. 03 01 01 scarti di corteccia e sughero), volte a identificare un rifiuto, di norma, in base al processo produttivo da cui è originato. Il primo gruppo identifica il capitolo, mentre il secondo usualmente il processo produttivo. I codici, originariamente 839, sono inseriti all'interno dell'Elenco dei rifiuti istituito dall'Unione europea con la decisione 2000/532/Ce. L'Elenco dei rifiuti della UE è stato recepito in Italia a partire dal 1º gennaio 2002 in sostituzione della precedente normativa. L'elenco dei rifiuti riportato nella decisione 2000/532/Ce è stato trasposto in Italia con due provvedimenti di riordino della normativa sui rifiuti: il Dlgs 152/2006 (recante "Norme in materia ambientale"), allegati alla parte quarta, allegato D; il Dm Ministero dell'ambiente del 2 maggio 2006 ("Istituzione dell'elenco dei rifiuti") emanato in attuazione del Dlgs 152/2006 e successivamente dichiarato incapace di produrre effetti giuridici, non essendo stato sottoposto al preventivo e necessario controllo della Corte dei conti, con comunicato del Ministero dell'Ambiente pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 146 del 26 giugno 2006.Con la decisione 2014/955/Ue (entrata in vigore il 1º giugno 2015) sono stati aggiunti all'elenco tre nuovi codici (pertanto dunque l'elenco comprende 842 voci) e sono state modificate le descrizioni relative ad alcune voci esistenti. I codici CER si dividono in non pericolosi e pericolosi; i secondi vengono identificati graficamente con un asterisco "*" dopo le cifre (es. 02 01 08* rifiuti agrochimici contenenti sostanze pericolose). La pericolosità di un rifiuto, quando non è determinabile dalle schede di sicurezza dei prodotti lo costituiscono, viene determinata tramite analisi di laboratorio volte a verificare l'eventuale superamento di valori di soglia individuati dalle Direttive sulla classificazione, l'etichettatura e l'imballaggio delle sostanze pericolose. Questo si applica alle tipologie di rifiuti individuati da "codici CER a specchio", ossia una coppia di diversi codici CER che si riferiscono allo stesso rifiuto, uno (asteriscato) nel caso in cui esso sia pericoloso e l'altro (non asteriscato) nel caso in cui non lo sia. Altri tipi di rifiuti, invece, sono necessariamente pericolosi o non pericolosi in base alla loro tipologia e pertanto la loro classificazione non richiede analisi. Ai rifiuti pericolosi va anche attribuita una classe di pericolosità indicata con la sigla HP, seguita da un numero da 1 a 15. La miscelazione di rifiuti con diversi codici CER o stesso codice CER ma diversa classe di pericolosità in fase di deposito temporaneo o trasporto è vietata.
Le bonifiche agrarie in Italia si svilupparono tramite una serie di interventi finalizzati al risanamento di vaste aree improduttive o malsane (solitamente paludose) con lo scopo di recuperarle allo sfruttamento agricolo. Questo complesso progetto, condotto sia dallo Stato sia dai privati, fu segnato dall'evoluzione delle istituzioni consorziali. A partire dai primi decenni dopo l'unità, maturava in età giolittiana il progetto di "bonifica integrale", erroneamente attribuito da taluni al regime fascista.