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I temi transgender sono presenti nella società e nella religione greca in forme diverse: intersessualità, travestitismo e androginia o transessualismo (quest'ultimo nel campo specifico della mitologia greca). A differenza di altre antiche civiltà, come ad esempio quella indiana, il mondo dell'antica Grecia non ha conosciuto nella sua realtà effettiva un terzo genere sessuale, in quanto i bambini intersessuali venivano generalmente abbandonati alla nascita. I greci inoltre non praticavano la castrazione, considerata esser un grave crimine; apprezzavano comunque gli schiavi eunuchi provenienti dall'Oriente (dall'impero persiano in particolare) i quali rappresentavano dei "prodotti di lusso" che venivano importati dall'estero. In relazioni a certi culti, anche tra i più arcaici, o a spettacoli del teatro greco, poteva anche essere praticato il travestitismo rituale; esso riveste ad esempio un ruolo particolarmente importante nelle cerimonie associate a Dioniso, per certi versi un vero e proprio "dio dei travestiti". Ma è soprattutto nelle classiche storie mitologiche che troviamo la più ampia varietà di fenomeni che i ricercatori nell'ambito degli studi queer oggi equiparano al fenomeno del transgenderismo. Molte tra le antiche figure di eroe sono ben note per aver cambiato, temporaneamente o definitivamente, identità di genere lungo il corso della loro esistenza, quando non di esser divenuti degli autentici transessuali. Alcune di queste storie sono collegate con una maledizione, come quella riguardante Tiresia, ma altre invece si riferiscono ad una ricompensa (la vicenda di Cenis); certi personaggi hanno caratteristiche di entrambi i sessi, questo è il caso di Ermafrodito, mentre altri sono più semplicemente androgini od hanno abitudini, comportamenti e/o modi di fare che tendono ad avvicinarli all'altro genere (ciò concerne le Amazzoni). Infine, alcune divinità ed eroi hanno praticato, anche ripetutamente, il travestitismo; sono i casi riguardanti Ercole e l'episodio giovanile di Achille a Sciro: ma anche la grande dea della saggezza Atena spesso e volentieri preferisce apparire ai suoi protetti in sembianze maschili (innanzi tutto nell'Odissea).
I Frontoni del Partenone sono due complessi scultorei che decoravano il tempio di Atena Partenos nell'Acropoli di Atene. In marmo Pentelico, sono considerati i capolavori di Fidia e della scultura greca classica in generale. Le sculture frammentarie si trovano nel British Museum di Londra; una figura e le teste di alcuni cavalli si trovano ancora in loco ad Atene, sul frontone est, e due figure su quello ovest.
Dioniso (AFI: /diˈɔnizo/, alla latina /dioˈnizo/; in greco attico: Διόνυσος; in greco omerico: Διώνυσος; in greco eolico: Ζόννυσσος o Ζόννυσος; in Lineare B) è una divinità della religione greca. Originariamente fu un dio arcaico della vegetazione, legato alla linfa vitale che scorre nelle piante. In seguito fu identificato come dio dell'estasi, del vino, dell'ebbrezza e della liberazione dei sensi; venne quindi a rappresentare l'essenza del creato nel suo perenne e selvaggio fluire, lo spirito divino di una realtà smisurata, l'elemento primigenio del cosmo, l'irruzione spirituale della zoé greca, ossia l'esistenza intesa in senso assoluto, la frenetica corrente di vita che tutto pervade. Dio "ibrido" dalla multiforme natura maschile e femminile, animalesca e divina, tragica e comica, Dioniso incarna, nel suo delirio mistico, la scintilla primordiale e istintuale presente in ogni essere vivente; che permane anche nell'uomo civilizzato come sua parte originaria e insopprimibile, e che può riemergere ed esplodere in maniera violenta se repressa e non elaborata correttamente. Veniva identificato a Roma con il dio Bacco (simile a Dioniso), con il Fufluns venerato dagli Etruschi e con la divinità italica Liber Pater, ed era soprannominato lysios, "colui che scioglie" l'uomo dai vincoli dell'identità personale per ricongiungerlo all'originarietà universale. Nei misteri eleusini veniva identificato con Iacco. Strettamente legato alle origini del teatro, Dioniso è il dio della mitologia greca di maggior fortuna nella cultura contemporanea, in particolare nel Novecento, dopo che il filosofo Friedrich Nietzsche, nella Nascita della tragedia, ha creato la categoria estetica del dionisiaco – emblema delle forze naturali, vitalistiche e irrazionali – contrapponendola a quella dell'apollineo.