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L'omicidio di Marta Russo, noto anche come delitto della Sapienza, avvenne all'interno della città universitaria della Sapienza di Roma il 9 maggio 1997, quando la ragazza, studentessa ventiduenne di giurisprudenza, fu gravemente ferita da un colpo di pistola, morendo cinque giorni dopo in ospedale.L'omicidio fu al centro di un complesso caso, oggetto di grande copertura mediatica alla fine degli anni novanta, sia per il luogo in cui era stato perpetrato, sia per la difficoltà delle prime indagini, che non riuscirono a delineare un movente, vertendo ad esempio tra ipotesi non confermate come lo scambio di persona, il "delitto perfetto" o il terrorismo, e infine lo sparo accidentale; è ricordato anche per l'intervento di personalità politiche, specie a causa dell'atteggiamento dei due pubblici ministeri, ritenuto da molti eccessivamente inquisitorio e che diede anche luogo a un breve procedimento per abuso d'ufficio e violenza privata.Nel 2003 fu condannato in via definitiva per il delitto, principalmente sulla base di una controversa testimonianza, un assistente universitario di filosofia del diritto, Giovanni Scattone, per omicidio colposo aggravato; un suo collega, Salvatore Ferraro, fu condannato limitatamente al reato di favoreggiamento personale; entrambi si sono sempre professati innocenti. Nella prima sentenza si specifica che Scattone avrebbe esploso un colpo per errore, maneggiando una pistola per motivi ignoti, forse per provare l'arma sparando contro un muro o senza sapere che fosse carica, e Ferraro lo avrebbe coperto, tacendo e portando via l'arma. Il delitto fu definito colposo anche perché Scattone non avrebbe potuto, dalla posizione in cui si sarebbe trovato, esplodere un colpo mirato, né avrebbe compiuto un'azione dolosa in presenza di tanti testimoni. Il terzo indagato, l'usciere dell'istituto e laureato in Legge Francesco Liparota, venne assolto dall'accusa di favoreggiamento dalla Cassazione, tramite annullamento senza rinvio. Tutti i numerosi altri indagati, principalmente per i reati di favoreggiamento, diffamazione o falsa testimonianza, furono assolti con formula piena in primo grado. Il caso di Marta Russo è finito negli anni per diventare uno dei misteri della cronaca nera italiana.
Marta di Svezia in svedese Märtha Sofia Lovisa Dagmar Thyra Bernadotte, nata principessa di Svezia e di Norvegia fino al 1905, poi solo principessa di Svezia (Stoccolma, 28 marzo 1901 – Oslo, 5 aprile 1954), fu dal 1929 al 1954 la consorte del principe ereditario Olav di Norvegia.
Marta Luisa di Norvegia (Oslo, 22 settembre 1971) è una principessa norvegese. Attualmente è quarta nella linea di successione al trono, dopo suo fratello Haakon di Norvegia e i suoi due figli Ingrid e Sverre.
La Legenda Aurea (spesso italianizzata per assonanza in Leggenda Aurea con evidente slittamento di significato) è una raccolta medievale di biografie agiografiche composta in latino da Jacopo da Varazze (o da Varagine), frate domenicano e vescovo di Genova. Fu compilata a partire circa dall'anno 1260 fino alla morte dell'autore, avvenuta nel 1298. L'opera costituisce ancora oggi un riferimento indispensabile per interpretare la simbologia e l'iconografia inserite in opere pittoriche di contenuto religioso.
Jacopo De Fazio, chiamato anche Jacopo da Varagine (nome latino di Varazze) o Giacomo da Varagine (Casanova (Varazze), 1228 – Genova, 13 o 16 luglio 1298), è stato un frate domenicano, arcivescovo di Genova e agiografo; è stato proclamato beato della Chiesa cattolica. Il culto di Jacopo da Varazze come beato fu confermato nel 1816 da papa Pio VII.
Gioacchino (Sefforis, I secolo a.C. – I secolo a.C.) è considerato dalla tradizione cristiana il padre di Maria, madre di Gesù ed è venerato come santo. Gioacchino (in ebraico Jojakim) non è mai nominato nei testi biblici canonici; la sua storia è narrata in tre vangeli apocrifi: il Protovangelo di Giacomo (del 150 circa), il Vangelo dello pseudo-Matteo o Liber de ortu beatae Mariae Virginis (del V secolo) e l'Evangelium de nativitate Mariae (del VI secolo). A questi testi si sono poi ispirati gli scritti di sant'Agostino, di papa Innocenzo I e soprattutto la Legenda aurea di Jacopo da Varagine che ebbe grande diffusione e che rese popolare la sua figura.
La Cena in Emmaus è uno dipinto a olio su tela (141×196,2 cm) di Caravaggio, databile al 1601-1602 e conservato nella National Gallery di Londra.