Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Il matrimonio è un atto giuridico che indica l'unione fra due persone, a fini civili, religiosi o ad entrambi i fini e che di norma viene celebrato attraverso una cerimonia pubblica detta nozze, comportando diritti e obblighi fra gli sposi e nei confronti dell'eventuale prole.
La storia dell'Italia unita ha inizio nel 1861, dopo la proclamazione del Regno d'Italia, in seguito alla quale l'Italia venne riunita in un unico Stato sovrano, autonomo e indipendente.
La mediazione familiare è un intervento professionale rivolto alle coppie e finalizzato a riorganizzare le relazioni familiari in presenza di una volontà di separazione e/o di divorzio. Obiettivo centrale della mediazione familiare è il raggiungimento della cogenitorialità (o bigenitorialità) ovvero la salvaguardia della responsabilità genitoriale individuale nei confronti dei figli, in special modo se minori. La mediazione familiare è una disciplina trasversale che utilizza conoscenze proprie alla sociologia, alla psicologia e alla giurisprudenza finalizzate all'utilizzo di tecniche specifiche quali quelle di mediazione e di negoziazione del conflitto. Requisito indispensabile per intraprendere un percorso di mediazione familiare è l'assenza di conflitto giudiziale in corso. La mediazione familiare è infatti finalizzata al raggiungimento degli obiettivi definiti dalla coppia al di fuori del sistema giudiziario. Si ricorre a quest'ultimo (separazione e/o divorzio consensuale) solo per le omologhe di Legge degli accordi raggiunti. Tale tipologia di mediazione - che affianca gli aspetti emotivi a quelli più strettamente legali - è spesso definita anche mediazione globale.
Con matrimonio tra persone dello stesso sesso, matrimonio omosessuale o matrimonio gay, si intende un negozio giuridico che indica l'unione fra due persone dello stesso sesso, a fini civili, religiosi o ad entrambi i fini e che di norma viene celebrato attraverso una cerimonia pubblica detta nozze, comportando diritti e obblighi fra gli sposi e nei confronti dell'eventuale prole. Il matrimonio gay è legale in vari Paesi, ed è una delle rivendicazioni nell'ambito dei diritti civili. Essa nasce dall'esigenza di eliminare dalle legislazioni la disparità di trattamento basata sull'orientamento sessuale, sul presupposto che il rapporto omosessuale sia un'espressione della sessualità e che il diritto al matrimonio sia un diritto inalienabile della persona.Laddove è aperto alle coppie dello stesso sesso, il matrimonio è talvolta descritto come "egualitario" in quanto in linea col principio di eguaglianza tra persone; da qui l'espressione matrimonio egualitario riferita al matrimonio nel suo insieme, accessibile da tutte le coppie a prescindere dal sesso dei contraenti.
Il matrimonio romano come implica la stessa radice mater della locuzione ha la precipua finalità di liberorum creandorum causa, una necessità ben espressa dal censore Quinto Cecilio Metello Macedonico nel 131 a.C. in un'orazione conservata da Aulo Gellio e che fu letta da Augusto in occasione della presentazione delle sue leggi per l'incremento delle nascite: Per questa primaria finalità genetica il matrimonio romano si differenzia dal matrimonio moderno per essere una situazione di fatto, da cui l'ordinamento fa discendere effetti giuridici sia in positivo che in negativo a seconda che si tratti di matrimonium iustum (legittimo) o iniustum (illegittimo). In quanto stato di fatto il vincolo matrimoniale si può fare cessare ad libitum.
Un matrimonio morganatico è un tipo di matrimonio che può essere contratto in alcune nazioni, solitamente tra persone di diverso rango sociale, che impedisce il passaggio alla moglie dei titoli e dei privilegi del marito.
La famiglia giapponese (家族 kazoku?) svolge un ruolo fondamentale per una perfetta integrazione nella società giapponese. Essa è rigidamente basata sulla linea di successione, ove i discendenti sono collegati tra loro tramite un'idea di genealogia della famiglia (系図 keizu?), il che non significa relazioni basate sulla mera successione di sangue, ma piuttosto su un legame di relazione col fine incentrato sul mantenimento e il perpetuarsi della famiglia stessa come istituzione.Dalla fine del periodo Tokugawa, quando il nucleo familiare di base era costituito dallo ie (家? “gruppo familiare”), fino alla seconda guerra mondiale, quando questo sistema fu smantellato sotto l'egida delle Forze alleate, la struttura della famiglia giapponese ha subito notevoli cambiamenti fino ad arrivare a un concetto di famiglia fondata sulla parità dei diritti per le donne, eredità condivisa tra tutti i figli e libera scelta di carriera e matrimonio. Il rapido progresso economico del dopoguerra ha tuttavia portato all'interno della società giapponese una serie di problemi sociali di varia natura, soprattutto nella famiglia, quali ad esempio l'assenza di una figura paterna per i figli, dovuta agli orari rigidi delle aziende giapponesi nei quali lavorano i mariti e i padri di famiglia, e la pressione all'autorealizzazione e al successo personale nei ragazzi, innescando la diffusione di vari disturbi sociali che vedono i giovani giapponesi non uscire più di casa, ricorrere ad antidepressivi o suicidarsi.
La famiglia un nucleo sociale rappresentato da due o pi individui che vivono nella stessa abitazione e, di norma, sono legati tra loro da rapporti di parentela o di affinit .Il termine "famiglia" procede dal latino fam lia, "gruppo di servi e schiavi patrimonio del capo della casa", a sua volta derivato da fam lus, "servo, schiavo". Nella fam lia romana erano inclusi anche la sposa e figli del pater familias, dal momento che legalmente appartenevano a lui. Nei paesi sviluppati una famiglia definita in modo specifico come un gruppo di persone affiliate da legami di consanguineit (discendenza da progenitori comuni), oppure da legami affettivi acquisiti e riconosciuti dalla legge per la presenza del vincolo del matrimonio o di una unione civile, o per una adozione, oppure per un legame sorto de facto in virt di una convivenza. In genere gli antropologi propongono che questa nozione di "consanguineo" sia intesa in senso metaforico dal momento che esistono molte societ nelle quali la famiglia viene intesa secondo concetti non legati alla consanguineit .
Il tema dei diritti delle donne si è sviluppato giuridicamente sul finire del XVIII secolo grazie alla Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina (Déclaration des droits de la femme et de la citoyenne, 1791) di Olympe de Gouges, la quale si ispirò al modello della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino (1789) e della Rivendicazione dei diritti della donna (A Vindication of the Rights of Woman, 1792) di Mary Wollstonecraft.La rivendicazione per le donne dei diritti civili, della condizione economica femminile e dei diritti politici (suffragio femminile) nonché di un miglioramento della condizione femminile costituiscono la base del femminismo a partire dal XIX secolo attraverso la prima ondata femminista e sviluppatasi nel corso del XX secolo. In alcuni paesi questi diritti sono istituzionalizzati o supportati dalla legge, dall'abitudine locale e dal comportamento, mentre in altri vengono ignorati e soppressi. Essi si differenziano dalle nozioni più ampie dei diritti umani attraverso le pretese di un giudizio storico e tradizionale inerente all'esercizio di tali diritti a favore della controparte maschile. I problemi comunemente associati alla nozione di diritti femminili includono, tuttavia non limitandosi ad essi, al diritto all'integrità e all'autonomia corporea, di essere liberi dalla paura di violenza sessuale (più in genere violenza contro le donne), di votare e reggere pubblici uffici, di stipulare contratti legali, di avere uguali diritti nel diritto familiare, di lavorare ed ottenere una retribuzione equa o uguale a quella maschile, di avere diritti riproduttivi, di possedere proprietà ed infine di avere accesso all'istruzione.