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L'etica, anche chiamata filosofia morale, è una branca della filosofia che "indica quella parte della filosofia che si occupa del costume, ossia del comportamento umano". Il termine deriva dal greco antico ἦθος(trasl. êthos), cioè «carattere», «comportamento», o, meno probabilmente, da ἔθος (trasl. èthos) cioè «costume», «consuetudine». L'Etica studia i fondamenti che permettono di assegnare ai comportamenti umani uno status deontologico, ovvero distinguerli in buoni, giusti, leciti, rispetto ai comportamenti ritenuti ingiusti, illeciti, sconvenienti o cattivi secondo un ideale modello comportamentale (ad esempio una data morale). Come disciplina affronta questioni inerenti della moralità umana definendo concetti come il bene e il male, il giusto e lo sbagliato, la virtù e il vizio, la giustizia e il crimine. Come campo di indagine intellettuale, la filosofia morale è legata ad altre discipline come la psicologia morale, l'etica descrittiva e la teoria dei valori. Questa ultima insieme all'estetica, riguarda questioni di valore e comprende etica e estetica unite nella branca della filosofia chiamata Assiologia o " ‘dottrina dei valori’, cioè ogni teoria che consideri quanto nel mondo è o ha valore e per tale aspetto si distingue da quanto è invece mera realtà di fatto.".
Eros (dal greco antico: ἔρως), tradotto genericamente con amore, non ha quelle connotazioni intimistiche attribuite al termine italiano. Il concetto antico di eros (tradotto in latino con Cupido, Amor) è spesso associato all'attrazione sessuale ma anche, inteso come forza che tiene uniti elementi diversi e talora contrastanti senza arrivare ad annullarli, all'amicizia e, con la finalità di unire in un unico corpo sociale una moltitudine di cittadini, alla politica.Nel suo specifico significato filosofico eros è stato primariamente inteso come la forza vitale che muove il pensiero e la filosofia stessa, fungendo da tramite fra la dimensione terrena e quella sovrasensibile.
La sclerosi multipla (SM), chiamata anche sclerosi a placche, sclerosi disseminata o polisclerosi, è una malattia autoimmune cronica demielinizzante, che colpisce il sistema nervoso centrale causando un ampio spettro di segni e sintomi. La malattia ha una prevalenza che varia tra i 2 e 150 casi per 100 000 individui. È stata descritta per la prima volta da Jean-Martin Charcot nel 1868.Le cellule nervose trasmettono i segnali elettrici, definiti potenziale d'azione, attraverso lunghe fibre chiamate assoni, i quali sono ricoperti da una sostanza isolante, la guaina mielinica. Nella malattia, le difese immunitarie del paziente attaccano e danneggiano questa guaina. Quando ciò accade, gli assoni non sono più in grado di trasmettere efficacemente i segnali.Il nome sclerosi multipla deriva dalle cicatrici (sclerosi, meglio note come placche o lesioni) che si formano nella materia bianca del midollo spinale e del cervello. Anche se il meccanismo con cui la malattia si manifesta è stato ben compreso, l'esatta eziologia è ancora sconosciuta. Le diverse teorie propongono cause sia genetiche, sia infettive; inoltre sono state evidenziate delle correlazioni con fattori di rischio ambientali.La malattia può manifestarsi con una vastissima gamma di sintomi neurologici e può progredire fino alla disabilità fisica e cognitiva. La sclerosi multipla può assumere varie forme, tra cui quelle recidivanti e quelle progressive.Al 2021 non esiste una cura nota. Alcuni trattamenti farmacologici sono disponibili per evitare nuovi attacchi e prevenire le disabilità. La prognosi è difficile da prevedere e dipende da molti fattori, mentre la speranza di vita è di circa da 5 a 10 anni inferiore a quella della popolazione sana.
Romano Guardini (Verona, 17 febbraio 1885 – Monaco di Baviera, 1º ottobre 1968) è stato un presbitero, teologo e scrittore italiano naturalizzato tedesco, di religione cattolica.
Il relativismo è una posizione filosofica che nega l'esistenza di verità assolute, o mette criticamente in discussione la possibilità di giungere a una loro definizione assoluta e definitiva. In Europa se ne riconosce la prima comparsa all'interno della sofistica greca; in seguito posizioni relativiste furono espresse dallo scetticismo antico e moderno, dal criticismo, dall'empirismo e dal pragmatismo.
Il termine persona proviene dal latino persōna, e questo probabilmente dall'etrusco phersu (‘maschera dell'attore', ‘personaggio’), il quale procede dal greco πρóσωπον [prósôpon]. Il concetto di persona è un concetto principalmente filosofico, che esprime la singolarità di ogni individuo della specie umana in contrapposizione al concetto filosofico di “natura umana” che esprime ciò che hanno in comune. Il significato attuale di persona ha origine nelle controversie cristologiche dei secoli IV e V. Nel corso del dibattito tra le differenti scuole teologiche, si svilupparono concetti fino allora sconosciuti. Si cercava di disporre di strumenti di pensiero filosofico, attraverso i quali mantenere un dibattito intellettuale onesto e rigoroso circa i dogmi riferiti al Λóγος (Logos: “Parola”), e che permettessero di chiarire le differenze o similitudini di questi con Dio Padre. Per questo la filosofia prese in prestito dal teatro greco il termine πρόσωπον [prósôpon], e lo trasformò in un termine filosofico, definendo il Λóγος (Logos) come Persona divina. Per affinità, il concetto fu in seguito applicato allo Spirito Santo, agli angeli e agli uomini. In ambito filosofico, si definisce persona un essere dotato, nella concezione moderna almeno potenzialmente, di coscienza di sé e in possesso di una propria identità. L'esempio più evidente di persona - per alcuni l'unico - è la persona umana. La nozione di "persona" è anche oggetto degli approfondimenti propri dell'antropologia filosofica.
La natura umana è l'insieme delle caratteristiche distintive, compresi i modi di pensare, di sentire e di agire, che gli esseri umani tendono naturalmente ad avere, indipendentemente dall'influenza della cultura. Le questioni su ciò che queste caratteristiche sono, cosa le provoca, e come la natura umana è fissata, sono tra le questioni più antiche e importanti della filosofia occidentale. Queste domande hanno implicazioni particolarmente importanti in materia di etica, politica e teologia. Le complesse implicazioni di tali questioni sono trattate anche nell'arte e nella letteratura, mentre i molteplici rami delle scienze umane formano, insieme, un importante dominio di indagine sulla natura umana e della questione di cosa significa essere umani. La definizione di essere umano come essere superiore per la presenza in lui di un elemento incorporeo (mente, anima, spirito, ...) che lo rende capace di elaborare concetti, di operare scelte e di risponderne responsabilmente, non è una concezione intuitiva ma il risultato di una lunga elaborazione che dal pensiero greco arcaico arriva alla moderna antropologia filosofica. Tra i rami della scienza contemporanea associati allo studio della natura umana vi sono l'antropologia, la sociologia, la sociobiologia e la psicologia, in particolare la psicologia evoluzionista e dello sviluppo.
Hans Holbein il Giovane (Augusta, 1497 o 1498 – Londra, 7 ottobre 1543) è stato un pittore e incisore tedesco, che dipinse dapprima a Basilea e poi in Inghilterra alla corte di Enrico VIII. Fu pittore di soggetti religiosi, satirici e noto ritrattista nonché campione dell'arte della riforma protestante, anche se il suo rapporto con la religione fu molto ambiguo. Diede anche un contributo significativo alla storia delle illustrazioni dei libri. È definito "il Giovane" per distinguerlo dal padre, Hans Holbein il Vecchio. Holbein nacque ad Augusta, ma da giovane lavorò prevalentemente a Basilea. In un primo momento, si dedicò agli affreschi e alle opere di carattere religioso, disegnò vetrate istoriate e stampò libri. Occasionalmente fece anche dei ritratti, acquisendo notevole fama in particolare con quello dell'umanista Erasmo da Rotterdam. Quando la Riforma protestante raggiunse Basilea, Holbein lavorò per clienti riformati continuando nel contempo a servire i propri patroni religiosi tradizionali. Il suo stile tardogotico venne arricchito da ispirazioni dall'Italia, dalla Francia, dai Paesi Bassi ed elementi dell'umanesimo creandosi uno stile personale. Nel 1526 Holbein andò in Inghilterra in cerca di lavoro, su raccomandazione di Erasmo. Accolto nel circolo umanista di Tommaso Moro, in breve tempo ottenne un'ottima reputazione. Tornò a Basilea quattro anni dopo, per poi fare ritorno in Inghilterra nel 1532 sotto l'alto patronato di Anna Bolena e di Thomas Cromwell. Dal 1535 fu pittore di re Enrico VIII d'Inghilterra e realizzò dei suoi ritratti oltre a disegni di gioielli, piatti e altri oggetti preziosi. I suoi ritratti della famiglia reale e dei nobili inglesi ben si adattavano agli anni in cui Enrico VIII stava stabilendo la supremazia della Chiesa d'Inghilterra nel suo regno. L'arte di Holbein venne apprezzata sin dall'inizio. Il poeta e riformatore francese Nicholas Bourbon (il vecchio) lo definì "l'Apelle dei nostri tempi". Holbein venne descritto anche come il grande "solitario" della storia dell'arte, dal momento che malgrado la sua bravura non fondò mai una scuola. Alcune sue opere andarono perdute dopo la sua morte, ma le moltissime sue opere conservate ci mostrano la sua estrema versatilità. L'arte di Holbein è stata talvolta definita come realistica dal momento che disegnò e dipinse sempre con una precisione rara a trovarsi. Le sue opere appaiono piene di simbolismi, allusioni e paradossi che nella storia dell'arte hanno incrementato ancor più l'interesse sulla sua figura di artista. Secondo lo storico dell'arte Ellis Waterhouse, la sua ritrattistica "rimane ancora oggi inviolata per la capacità di penetrare nel personaggio, combinando ricchezza e purezza di stile".
La criminologia è una scienza che studia i comportamenti criminali, l'insieme ordinato delle conoscenze empiriche sul crimine, sul reo, sulla condotta socialmente deviante e sul controllo di tale condotta e sulla vittima.