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Memoriale Moro

Il Memoriale Moro è un insieme di testi scritti e riscritti a mano da Aldo Moro durante la prigionia per opera delle Brigate Rosse che rapirono nel 1978 il Presidente della Democrazia Cristiana. I testi vennero scoperti in due fasi: il 1º ottobre 1978, per mano del Reparto speciale antiterrorismo dei Carabinieri diretto dal Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, e successivamente nel 1990, durante una ristrutturazione, nel covo brigatista di via Monte Nevoso 8 a Milano. Durante i 55 giorni di prigionia Moro scrisse di proprio pugno una sorta di verbale su fogli a quadretti di diversi blocchetti. L'originale del manoscritto non verrà mai trovato: secondo i brigatisti le carte originali saranno bruciate da Prospero Gallinari in una riunione a Moiano, perché ritenute «inutili». Nella stesura originale i vari argomenti erano trattati senza un ordine preciso, evidentemente perché Moro rispondeva alle domande così come gli venivano poste. Le pagine ritrovate sono quelle dattiloscritte dalle Brigate Rosse (quelle del 1978) e parte delle fotocopie dall'originale scritto da Moro (quelle del 1990), entrambe derivanti dall'interrogatorio o dalle registrazioni. I documenti vennero inizialmente presi in consegna dalla Digos e archiviati. Soltanto nel 2001 la stesura C (testo diffuso il 17 ottobre 1978 dal Ministero dell'Interno) e la stesura D (testo rinvenuto nel 1990) vennero pubblicamente confrontate e riordinate dalla Commissione Stragi che si preoccupò nel riordino di seguire un criterio logico, tema per tema. Il «Memoriale Moro» è una parte dei testi scritti da Moro durante il sequestro: oltre a queste pagine bisogna aggiungere anche le 97 lettere che lo statista democristiano redasse durante la reclusione in via Montalcini. Durante la prigionia e successivamente i messaggi contenuti negli scritti di Moro furono disconosciuti dalla classe dirigente, in particolare democristiana, e talvolta occultati dai destinatari. La maggior parte degli analisti ritiene che gli scritti di Moro del periodo del sequestro siano effettivamente autografi, così come appare evidente che a scrivere quelle pagine sia stata una persona perfettamente capace di intendere e di volere. La moglie dello statista, Eleonora Moro, ritenne autentiche sia le lettere che il memoriale.

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