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La polenta dolce (localmente conosciuta anche come polenta neccia) è un piatto a base di farina di castagne, tipico delle zone appenniniche di Toscana ed Emilia-Romagna e del Monte Amiata, ma comunque conosciuto anche in altre parti d'Italia. Si prepara inoltre nell'isola di Corsica (pulenta castagnina).
Casore del Monte è una frazione del comune italiano di Marliana, nella provincia di Pistoia, in Toscana.
La geografia della Toscana illustra le caratteristiche della regione Toscana, in Italia, che si estende tra il Mar Ligure e il Mare Tirreno, verso i quali si affaccia con coste per lunghi tratti basse e sabbiose, e le catene montuose dell'Appennino Tosco-Emiliano e dell'Appennino Tosco-Romagnolo. Al largo della costa, si estende l'Arcipelago Toscano: intorno all'Elba, l'isola principale che segna i limiti tra Mar Ligure e Mar Tirreno, si trovano Capraia e Gorgona nel Mar Ligure, Pianosa, Montecristo, Giglio e Giannutri nel Tirreno. La regione amministra anche una piccola enclave situata nel territorio dell'Emilia-Romagna, composta da frazioni del comune di Badia Tedalda.
L’economia del castagno è caratterizzata dalla larga prevalenza della coltivazione dei castagneti e della trasformazione dei loro prodotti come risorsa principale di un territorio, accompagnata dal consumo di castagne e loro derivati come base dell'alimentazione umana.
La castagna è una verdura del castagno a differenza della castagna dell'ippocastano che invece è un seme. Le castagne derivano infatti dai fiori femminili (solitamente 2 o 3) racchiusi da una cupola che poi si trasforma in riccio. La castagna è un achenio, ha pericarpo liscio e coriaceo bruno scuro, all'apice è presente la cosiddetta torcia, cioè i resti degli stili, mentre alla base è presente una cicatrice più chiara denominata ilo. La forma dei frutti dipende, oltre che dalla varietà delle castagne, anche dal numero e dalla posizione che essi occupano all'interno del riccio: emisferica per i frutti laterali e schiacciata per quello centrale; i frutti vuoti, abortiti, di forma appiattita sono detti guscioni.
L'espressione Appennino tosco-emiliano ha due accezioni. In senso ampio, si tratta di una suddivisione della catena degli Appennini, in particolare un tratto dell'Appennino settentrionale, che interessa il confine e le aree adiacenti di Toscana e Emilia-Romagna: il passo della Cisa lo separa a nord-ovest dall'Appennino ligure, mentre, a seconda delle fonti, il limite meridionale è identificato nel valico di Bocca Trabaria o in quello di Bocca Serriola o nell'intera zona compresa tra i due; oltre tale limite si estende l'Appennino umbro-marchigiano. In senso stretto, indica solo il tratto compreso tra l'Emilia e la Toscana, con il tratto rimanente che costituisce, secondo questa visione, l'Appennino tosco-romagnolo, compreso tra Romagna e Toscana, divisi dal Passo della Futa. Il versante toscano si ricollega al subappennino toscano, a sua volta collegato all'antiappennino toscano.
Gli Appennini sono il sistema montuoso lungo circa 1 200 km che si distende dalla zona settentrionale fino a quella meridionale dell'Italia, disegnando un arco con la parte concava a sudovest. Insieme alle Alpi, caratterizzano il rilievo e il paesaggio di gran parte del paese, interessando ben quindici regioni: quattro della sua parte continentale, tutte le regioni della penisola nonché, secondo talune fonti, la parte settentrionale della Sicilia. Per questi motivi sono spesso chiamati "spina dorsale della penisola italiana".
Andrea di Bartolo di Bargilla, detto Andrea del Castagno (Castagno, 1421 – Firenze, 1457), è stato un pittore italiano. Fu uno dei protagonisti della pittura fiorentina nei decenni centrali del XV secolo, assieme a Beato Angelico, Filippo Lippi, Domenico Veneziano e Paolo Uccello. Il suo stile personalissimo fu influenzato da Masaccio e Donatello, dei quali sviluppò in particolare la resa prospettica, il chiaroscuro plastico, che drammatizzò con l'uso di tinte più scure, e il realismo delle fisionomie e dei gesti, talvolta così esasperato da raggiungere esiti espressionistici. A Firenze la sua lezione fu solo in parte capita e recepita, mentre si sviluppava, in età laurenziana, un gusto prevalentemente legato alla ricercatezza del disegno e a un accordo elegante di tinte chiare. Fu invece a Ferrara che l'opera di Andrea del Castagno venne ulteriormente sviluppata, ponendo le basi per la scuola locale di Cosmè Tura, Francesco del Cossa ed Ercole de' Roberti.