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Le Vite dei Cesari o Vite dei dodici Cesari (in latino De vita Caesarum) sono un'opera storiografica di Svetonio (ca. 69 -ca. 126 d.C.). Essa comprende la biografia di Gaio Giulio Cesare (101 a.C.- 44 a.C.), Pontifex maximus dal 63 a. C. e dittatore dal 49 al 44 a.C., e undici imperatori romani a cominciare da Ottaviano Augusto, nipote, figlio adottivo ed erede designato da Cesare stesso nel proprio testamento, che fu il primo imperatore; si conclude con la morte di Domiziano (Roma, 24 ottobre 51 – Roma, 18 settembre 96; imperatore dal settembre dell'81), coprendo così un arco temporale di quasi due secoli. Le fonti a cui l'opera attinge sono i materiali contenuti negli archivi di stato, cui Svetonio aveva accesso nella sua qualità, prima, di segretario "a studiis" sotto Traiano (imperatore dal 98 al 117), poi "a bibliothecis" e infine "ab epistulis", sotto Adriano (imperatore dal 117 al 138).
In editoria, la tiratura è la quantità di copie stampate per una singola edizione, sia essa di un volantino, un biglietto da visita, un francobollo, oppure una pubblicazione di maggiore rilevanza, come un libro, una rivista o un giornale. Generalmente si distingue fra grandi tirature e piccole tirature. Sono grandi tirature quelle nell'ordine di diverse migliaia di copie per i libri e centinaia di migliaia per riviste e quotidiani. Nelle edizioni di lusso o fuori commercio, i libri sono spesso stampati in poche centinaia e gli opuscoli in poche decine di copie talvolta anche numerate: si parla in tal caso di edizioni a tiratura limitata e/o a tiratura numerata. Di uno stesso libro possono esistere più tirature: una tiratura di testa, di poche copie, fuori commercio, riservata all'autore o ai sottoscrittori, stampata su carta grande o distinta, rilegata in legatura di pregio e numerata in numeri romani; e un'altra o altre tirature comuni, di molte copie, in commercio, rilegate o in brossura e numerate in numeri arabi. L'avvento delle nuove tecnologie di stampa digitale permette abitualmente piccole o piccolissime tirature, nell'ordine di alcune decine o centinaia di copie, sia per i periodici sia per i libri, sino alla stampa su richiesta (print on demand), nella quale la tiratura è di volta in volta una singola copia.
Nel diritto islamico sunnita, i Sei libri (in arabo: ﺍﻟﻜﺘﺐ الستة al-Kutub al-sitta) sono le principali opere di tradizioni storico-giuridiche (ḥadīth) registrate da musulmani; per importanza subito dopo il Corano, il Testo Sacro dell'Islam, questi libri (ne) integrano la sharīʿa. Gli autori delle opere sono i seguenti: Bukhārī, Muslim ibn al-Hajjāj, Abū Dāwūd al-Sījistānī, al-Tirmidhī, Ibn Māja e al-Nasāʾī. Un pregio singolare è riconosciuto alle opere dei primi due, ambedue chiamate al-Jāmiʿ al-ṣaḥīḥ ("La sana raccolta", "La corretta raccolta"), tanto da essere ricordate col duale arabo Ṣaḥīḥānī (I due Ṣaḥīḥ); come pure i loro autori: al-Shaykhānī (I due shaykh).
Gli Etruschi (in etrusco: Ràsenna, 𐌀𐌍𐌍𐌄𐌔𐌀𐌓, o Rasna, 𐌀𐌍𐌔𐌀𐌓) furono un popolo dell'Italia antica vissuto tra il IX secolo a.C. e il I secolo a.C. in un'area denominata Etruria, corrispondente all'incirca alla Toscana, all'Umbria occidentale e al Lazio settentrionale e centrale, con propaggini anche a nord nella zona padana, nelle attuali Emilia-Romagna, Lombardia sud-orientale e Veneto meridionale, all'isola della Corsica, e a sud, in alcune aree della Campania. La fase più antica della civiltà etrusca è la cultura villanoviana, attestata a partire dal IX secolo a.C., che deriva, a sua volta, dalla cultura protovillanoviana (XII - X secolo a.C.). La civiltà etrusca ebbe una profonda influenza sulla civiltà romana, fondendosi successivamente con essa al termine del I secolo a.C. Questo lungo processo di assimilazione culturale ebbe inizio con la data tradizionale della conquista della città etrusca di Veio da parte dei Romani nel 396 a.C. e terminò nel 27 a.C., primo anno del principato di Ottaviano, con il conferimento del titolo di Augusto.