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I Mirabilia Urbis Romae, facenti parte della letteratura periegetica, erano l'equivalente delle moderne guide di viaggio, che servivano ai pellegrini che si recavano a Roma e li guidavano per tutto il percorso. I primi Mirabilia nascono nel XII secolo, sono manoscritti e si manterranno fino al Barocco: successivamente il titolo rimarrà lo stesso ma si avranno modifiche nei contenuti. Dal XV secolo inizia la stampa di questi ricercati libretti che rimangono tra i più antichi incunaboli pubblicati dai tipografi tedeschi a Roma e mantengono il titolo originale nonostante progressivi ammodernamenti. Naturalmente sono numerose le traduzioni nelle lingue nazionali dei viaggiatori europei che si recavano a Roma. Nonostante fossero guide per i pellegrini, indicavano anche le opere pagane, ugualmente belle e interessanti, anzi, queste parti attiravano di più l'attenzione del fruitore. Raccontavano storie fiabesche ricavate dalle opere reali. Ne sono un esempio la statua di Marco Aurelio, scambiato per Costantino, e le statue dei Dioscuri di Montecavallo, le cui firme apocrife furono interpretate come nomi dei personaggi ritratti. Nel Quattrocento si aggiungeranno un elenco delle chiese di Roma e il sommario cronologico dei re e degli imperatori fino a Costantino. Nel XVI secolo, con la nascita dell'interesse per l'antichità favorito dalle scoperte archeologiche, la parte fantastica viene eliminata e prende il suo posto la guida alle rovine della città e la parte quattrocentesca verrà ampliata: il forestiero riusciva a fare il giro della città in tre giorni guidato da un cicerone. Le opere contemporanee non erano trattate.