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Sylloge Nummorum Graecorum (cioè Collezione delle monete greche) è un progetto di ricerca della British Academy, nato per pubblicare i cataloghi delle monete greche presenti nelle collezioni sia pubbliche che private della Gran Bretagna. In questo progetto è stata usata la tradizionale suddivisione numismatica risalente a Joseph Eckhel e quindi sono state considerate come greche le monete delle antiche culture del Mediterraneo e delle altre culture limitrofe, escludendo solo le monete battute sotto il nome di Roma e del suo impero. Il progetto è stato inaugurato nel 1931 con la pubblicazione della collezione di E.G. Spencer-Churchill. I cataloghi sono pubblicati su formato in folio e pongono il testo a fronte delle illustrazioni, limitando il testo e dando più ampio spazio alle fotografie, al contrario di quanto si facesse in precedenza. A partire dal 1984 i nuovi cataloghi sono pubblicati prevalentemente in formato A4. Le stesse modalità sono state adottate da altri paesi, che hanno mantenuto anche lo stesso titolo, e scelte catalogico-critiche simili, coordinati dal Comitato Internazionale di Numsimatica. Volumi della Sylloge sono stati stampati da Australia, Danimarca, Francia, Gran Bretagna, Germania, Grecia, Israele, Italia, Finlandia, Polonia, Slovenia, Stati Uniti, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Ungheria. Attualmente nel mondo le Sylloge pubblicate superano i 120 volumi, di cui una trentina nel solo Regno Unito. In Italia sono state pubblicate le collezioni di Milano (Gabinetto numismatico e medagliere (Castello Sforzesco) già Civiche raccolte archeologiche e numismatiche), di Sassari (Museo nazionale archeologico ed etnografico G. A. Sanna), di Catanzaro (Museo provinciale), Agrigento (Museo archeologico regionale), di Firenze (Museo archeologico nazionale) e di Cremona; in preparazione la collezione di Parma (Museo archeologico nazionale). Il progetto è stato adottato nel 1972 dalla Union académique internationale ed è coordinato dalla International Numismatic Commission (ora International Numismatic Council). Lo stesso formato è stato adottato anche per altre serie di monete, come la Sylloge Nummorum Romanorum (SNR) o la Sylloge of Coins of the British Isles (SCBI).
La numismatica (dal latino numisma, a sua volta dal greco: νόμισμα – nomisma – cioè moneta) è lo studio scientifico della moneta e della sua storia, in tutte le sue varie forme, dal punto di vista storico-geografico, artistico ed economico. Spesso anche il collezionismo di monete viene denominato numismatica.
Alla fine del XVIII secolo Eckhel riorganizzò la collezione del Gabinetto numismatico imperiale di Vienna, di cui era responsabile, secondo nuovi criteri. Divise la numismatica antica in due dipartimenti: quello delle monete greche, dove si trovavano le monete coniate da tutti gli stati dell'antichità classica ad esclusione di Roma, e quello delle monete romane. Di fatto incluse tra le monete greche anche quelli di popoli non greci come ad esempio gli Etruschi o i Fenici. Organizzò le monete "greche" secondo una suddivisione di tipo geografico, che procedeva dalla penisola iberica verso est fino all'Asia minore e proseguiva poi per l'Africa verso ovest, seguendo così il Mediterraneo. Questa organizzazione è quella tuttora in uso presso gli studiosi di numismatica classica.
In ambito numismatico sono ben note alcune monete in bronzo, alcune delle quali recano l'epigrafe Velecha, espressa in un alfabeto osco encorio derivato dall'alfabeto greco, spesso abbreviata in Ve. Le monete di Velecha sono riportate nei principali cataloghi di numismatica. Una prima classificazione si deve a padre Raffaele Garrucci, che le raggruppò in due serie: nella prima serie tutte le monete fuse, che presentano sul dritto il simbolo del dio Helios e sul rovescio a volte i simboli stilizzati del Sole e della Luna, altre volte una testa di cavallo; in una seconda serie tutte le monete in bronzo coniate. La sede della zecca è ignota, ma secondo l'ipotesi più accreditata Velecha potrebbe corrispondere all'antica Volcei, in Lucania; tuttavia l'austriaco Leopold Welzl von Wellenheim, basandosi sulle raffigurazioni riportate sulle monete, ritiene più plausibile che queste fossero state coniate in Campania, presso Capua o Atella, mentre il britannico Edward Togo Salmon non esclude che Velecha si trovasse nel territorio dei Sabatini, stanziati forse nella valle del Sabato. Lo storico tedesco Heinz-Eberhard Giesecke ipotizza invece che le monete provenissero da Rubi, in Apulia.