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Le Alpi Apuane sono una catena montuosa situata nel nord-ovest della Toscana, facente parte del Subappennino toscano e delimitata a nord-ovest dal fiume Magra (Lunigiana), a est dal fiume Serchio (Garfagnana, Mediavalle e Piana di Lucca) e a sud-ovest dalla Versilia e dalla Riviera Apuana, interessando parte del territorio delle province di Lucca e Massa-Carrara. Il territorio, corrispondente al loro bacino e storicamente conosciuto anche con il toponimo Apuania, ovvero una parte del territorio della Toscana, dal 1985 è in parte compreso nel Parco naturale regionale delle Alpi Apuane, che dal 2012 è entrato nella rete dei Geoparchi tutelati dall'UNESCO.
Il Pizzo delle Saette è un rilievo montuoso italiano appartenente alla catena delle Alpi Apuane ed è alto 1.720 metri sul livello del mare. Si trova in alta Toscana, in Provincia di Lucca; fa parte del Parco Regionale delle Alpi Apuane ed è riconosciuto quale Sito di interesse comunitario.
La Pania della Croce è la quarta cima più alta delle Alpi Apuane e la più alta del Gruppo delle Panie, gruppo di notevole interesse paesaggistico, alpinistico e geologico, che sorge al centro della catena Apuana a pochi chilometri dalla costa tirrenica. È tra le vette apuane più famose e per le sue linee eleganti e la posizione dominante viene spesso chiamata "La Regina delle Apuane".
La Pania Secca è una montagna delle Alpi Apuane, nella Toscana settentrionale, alta 1711 metri sul livello del mare. Domina tutta la Lucchesia insieme alla Pania della Croce, con la quale costituisce il massiccio calcareo del Gruppo delle Panie, all'interno del Parco naturale regionale delle Alpi Apuane. Nelle giornate più limpide dalla sua cima è facile vedere la Corsica e L'Isola d'Elba. È collegata alla Pania della Croce da un lungo crinale con forme antropomorfe, detto "Uomo Morto", in mezzo al quale spicca il cosiddetto "Naso". Alla base del "Naso" si trova il rifugio alpino del CAI di Lucca "E. Rossi alla Pania". L'area della Vetricia, vicina alla Pania Secca ed alla Pania della Croce, è nel mondo una delle zone carsiche a maggior densità di cavità naturali che si conoscano. Lungo il versante Ovest della Pania Secca si osserva un interessante fenomeno carsico di superficie: i "campi carreggiati" o "campi solcati", dal tedesco Karrenfeld. Alla base di una lunghissima cresta, chiamata Gialunga, che dalla Pania Secca arriva, 1000 metri circa di dislivello più in basso, al paese di Fornovolasco, si trova la Grotta del Vento. Dalla cima della Pania Secca il panorama si estende verso le altre vette del gruppo delle Panie e le altre cime delle Alpi Apuane, verso la Lucchesia, il Valdarno e le colline della Toscana meridionale, verso l'alto crinale dell'Appennino tosco-emiliano e verso la Garfagnana. Il toponimo proviene da Pietrapana, derivante da Pietrae Apuanae, cioè monti degli Apuani, antica popolazione ligure insediatasi nella zona. La pania Secca è la cima più rinomata delle Panie dal punto di vista alpinistico, e molto frequentate in tutte le stagioni sono la Cresta Nord (Conti, Bellenghi, Giaccai e Pazzi nel 1916) che parte dal Rifugio Rossi e sale alla cima principale con passi di I e II, la cresta est (Ciglia, Sabbadini e Stagno nel 1928), lunga 200 m e che presenta passi di III. La poderosa parete SE è attraversata dal canale Trimpello (Nerli e Sarperi nel 1964), ambita ascensione invernale ed è stata scalata per la prima volta da E. Biagi, A. Nerli, G.B. Scatena e P Tongiorgi nel 1957, itinerario raramente ripreso (400 m, IV). Sul lato sinistro della muraglia è presente un grande pilastro roccioso su cui si svolge una delle salite classiche più famose ed ardue delle Apuane, aperta da E. Montagna e L. Dellacasa nel 1963. Sale il filo del pilastro eppoi segue una successione di risalti fino alla cima della Pania Secca (400 m, V sostenuto e passi di V+ e VI, ambiente severo ed impervio). Sul pilastro sono state tracciate alcune varianti alla via classica ed alcuni itinerari sportivi di grande impegno. Sul lato nord della Pania ci sono dei lastroni su cui sono stati attrezzati dei monotiri.
La panchina è una pietra arenaria tipica della Toscana occidentale e presente in due varietà: livornese, e volterrana. Si tratta di una calcarenite di colore giallastro ed è costituita da sabbia medio-grossolana e cementazione calcarea; piuttosto leggera e di facile lavorabilità, presenta un aspetto ruvido e molto poroso e contiene fossili marini spesso visibili ad occhio nudo. Acquista durezza e resistenza dopo prolungata esposizione all'esterno e si è dimostrata durevole nel tempo. La panchina del litorale labronico, affiorante lungo la costa, veniva estratta a sud di Livorno fino a Castiglioncello, mentre oggi non risulta più coltivata. Fu sfruttata fin dal tempo degli Etruschi per ricavarne tombe ipogee (località "le Grotte" e "le Fate" che corrispondono anche a siti estrattivi) o a capanna (Populonia). La troviamo in seguito nella Lucca romana e longobarda. A Pisa la troviamo nella parte bassa delle mura medievali e nelle murature delle chiese di San Paolo a Ripa d'Arno, San Pietro a Grado, San Zeno, San Sisto e San Frediano e nelle voltine del loggiato della Torre pendente. A Livorno, si può ritrovare nell'ultimo cerchio di mura. A Volterra, l'altro litotipo della panchina è stata utilizzato anch'esso come materiale da costruzione, fino da epoca etrusca e romana come dimostrano, per esempio, le antiche mura etrusche e la Piscina Romana. Presenta diverse varietà, tra cui una di grana più fine e colore bianco utilizzato anche per urne cinerarie. Nella città di Volterra la ritroviamo sia per la muratura dei palazzi che per i lastricati stradali. Attualmente non viene più coltivata, con conseguenti difficoltà nei restauri storici. Questa pietra è stata usata da Giuseppe Cappellini nel 1845 per la costruzione del grande portico a cinque arcate del complesso denominato " Casini d'Ardenza".
Il Monte Corchia è un rilievo montuoso italiano del Parco regionale delle Alpi Apuane, situato nella Toscana settentrionale, in provincia di Lucca; è alto 1677 metri sul livello del mare e riveste un notevole interesse soprattutto speleologico, ma anche alpinistico, paesaggistico e naturalistico.
Milano (/miˈlano/ ; Milan in dialetto milanese, /miˈlãː/) è un comune italiano di 1 398 715 abitanti, secondo comune in Italia per popolazione, capoluogo della regione Lombardia e dell'omonima città metropolitana, e centro di una delle più popolose aree metropolitane d'Europa. Fondata intorno al 590 a.C. da una tribù celtica facente parte del gruppo degli Insubri e appartenente alla cultura di Golasecca, fu conquistata dagli antichi Romani nel 222 a.C.. Il nome originario, tramandato dagli autori latini come Mediolanum, compare in un antico graffito celtico nella forma Meśiolano (dove ś rende, molto probabilmente, il suono /d/). Con il passare dei secoli accrebbe la sua importanza sino a divenire capitale dell'Impero romano d'Occidente, nel cui periodo fu promulgato l'editto di Milano, che concesse a tutti i cittadini, quindi anche ai cristiani, la libertà di culto. In prima linea nella lotta contro il Sacro Romano Impero in età comunale, divenne prima signoria per poi essere innalzata a dignità ducale alla fine del XIV secolo, rimanendo al centro della vita politica e culturale dell'Italia rinascimentale. All'inizio del XVI secolo perse l'indipendenza a favore dell'Impero spagnolo per poi passare, quasi due secoli dopo, sotto la corona austriaca: grazie alle politiche asburgiche, Milano divenne uno dei principali centri dell'illuminismo italiano. Capitale del Regno d'Italia napoleonico, dopo la Restaurazione fu tra i più attivi centri del Risorgimento fino al suo ingresso nel Regno d'Italia sabaudo. Principale centro economico e finanziario della penisola italiana, Milano ne guidò lo sviluppo industriale, costituendo con Torino e Genova il "Triangolo industriale", in particolar modo durante gli anni del boom economico quando la crescita industriale e urbanistica coinvolse anche le città limitrofe, creando la vasta area metropolitana milanese. In ambito culturale, Milano è il principale centro italiano dell'editoria ed è ai vertici del circuito musicale mondiale grazie alla stagione lirica del Teatro alla Scala e alla sua lunga tradizione operistica. È inoltre tra i principali poli fieristici europei e del disegno industriale, ed è considerata una delle capitali mondiali della moda.
Lucca () è un comune italiano di 88 658 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Toscana. È il centro principale della Piana di Lucca. Famosa per i suoi monumenti storici, è uno dei pochi capoluoghi a conservare il centro storico, ricco di antiche strutture di varie epoche, completamente circondato da una cinta muraria cinquecentesca nell'insieme integra e quasi pressoché immutata nel corso dei secoli. È una notevole città d'arte d'Italia. Ufficialmente di origini romane, ma su probabili insediamenti anteriori, Lucca, città di mercanti e tessitori, mantenne la sua autonomia come Stato indipendente per parecchi secoli fino al 1799 quando venne soppiantata l'antica Repubblica, a seguito della conquista francese da parte delle truppe napoleoniche, dando vita al Principato di Lucca e successivamente al Ducato borbonico di Lucca.
Le incisioni rupestri (dette anche petroglifi o graffiti) sono segni scavati nella roccia con strumenti appuntiti di vario genere, come una punta di roccia più dura a forma di scalpello, utilizzando una tecnica di picchiettatura, guidata o meno da un percussore o una punta metallica (tipo pugnale, di bronzo o di ferro), o per mezzo di una tecnica di raschiatura a graffio, da cui il nome graffito. Le figure formate in alcuni casi, da una fitta concentrazione di buchi, dette coppelle, si pensa potessero essere ricoperte di sostanze coloranti, in alcuni casi servivano per veicolare il sangue di animali sacrificati, durante riti animistici. Si trovano incisioni rupestri ancestrali a partire da quando è comparso l'Homo sapiens, fino in epoca recente. In tutto il mondo solitamente si trovano in alpeggi da pascolo, vicino a fonti e a laghi. Rappresentano sia realtà della vita quotidiana pastorale e agricola, sia figure simboliche e fantastiche. L'interpretazione di queste figure è discussa e varia da quella magico-simbolica, legata a riti religiosi di tipo sciamanico, a quella di figure fatte prevalentemente per passatempo da pastori fermi a guardia di greggi che pascolavano nei dintorni o che si abbeveravano. Per l'osservazione il momento migliore è l'alba o il tramonto, a causa delle ombre marcate create dai raggi solari radenti, che le rendono più facilmente visibili.