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Il nuoto sincronizzato, rinominato dalla FINA nuoto artistico a partire dal 2017, è uno sport acquatico, inquadrato come disciplina tecnico-combinatoria, che unisce nuoto, elementi ginnici e danza, in cui gli atleti eseguono esercizi coreografici in acqua in sincronia con la musica e tra tutti i componenti l'esercizio. Essi riescono a sentire la musica anche sott'acqua grazie a degli altoparlanti stagni detti "subacquei". Le competizioni si dividono in esercizi tecnici ed esercizi liberi. Sia gli esercizi tecnici che quelli liberi possono essere di singolo, doppio o duo, o di squadra. Gli esercizi liberi comprendono anche l'esercizio di combinato. Il nuoto sincronizzato richiede capacità acquatiche, forza, resistenza, flessibilità, grazia, abilità artistica, un'esatta coordinazione dei tempi e padronanza dell'apnea subacquea. Questo sport fa parte del programma olimpico a partire dai Giochi di Los Angeles 1984. Nato come sport tipicamente femminile, con il passare degli anni anche gli uomini hanno cominciato ad affacciarsi a questa disciplina fino ad iniziare a gareggiare a livello ufficiale. In ambito internazionale la prima competizione in duo misto, formato da un uomo e da una donna, è avvenuta durante i Campionati mondiali di Kazan' 2015.L'attività agonistica per tutte le specialità del nuoto a livello locale e nazionale è regolata dalla Federazione Italiana Nuoto (FIN). L'attività agonistica internazionale è regolata dalla Federazione internazionale del nuoto (FINA), a cui sono affiliate le varie federazioni nazionali. Le atlete del nuoto sincronizzato vengono comunemente chiamate sincronette. I loro movimenti sono scanditi all'unisono, contando in otto tempi per ottenere contemporaneamente la massima sincronizzazione.
Gli sport olimpici sono sport disputati nei Giochi olimpici estivi e invernali. I Giochi olimpici estivi del 2016 includono 28 sport, due in più rispetto ai giochi del 2012. I Giochi olimpici invernali del 2014 comprendevano 6 sport. Il numero e il tipo di eventi può variare leggermente da un'edizione dei Giochi all'altra. Ciascuno sport olimpico è rappresentato da una Federazione sportiva internazionale. Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) stabilisce una gerarchia di sport, discipline ed eventi. Seguendo questa gerarchia, gli sport olimpici possono essere divisi in diverse discipline, che spesso sono considerate sport distinti, per esempio come il nuoto e la pallanuoto, rappresentati entrambi dalla Federazione internazionale del nuoto, o come il pattinaggio di figura e il pattinaggio di velocità, discipline del pattinaggio su ghiaccio, rappresentate dalla International Skating Union. A loro volta, le discipline possono essere suddivise in eventi, per ognuno dei quali vengono assegnate delle medaglie. Uno sport o una disciplina è incluso nel programma olimpico se il CIO stabilisce che esso/a è praticato/a largamente a livello mondiale, ovvero se il numero di nazioni che competono in un dato sport è indice della prevalenza di tale sport. I requisiti del CIO stabiliscono la partecipazione ai Giochi olimpici e sono più stringenti nell'ambito maschile (siccome sono solitamente presenti in maggior numero) e relativamente agli sport estivi (in quanto più nazioni sono rappresentate ai Giochi olimpici estivi). Le precedenti edizioni dei Giochi Olimpici includevano sport che non sono più attualmente presenti, come il polo e il tiro alla fune. Questi sport furono rimossi o per mancanza di interesse o per l'assenza di un'appropriata federazione sportiva che ne detenesse il controllo. Il tiro con l'arco e il tennis sono esempi di sport che erano presenti nelle prime edizioni dei Giochi, per poi esserne esclusi per decisione del CIO, salvo poi riuscire a rientrare nel programma olimpico rispettivamente nelle edizioni del 1972 e del 1988. Gli sport dimostrativi sono stati spesso inclusi nel programma dei Giochi olimpici, solitamente per promuovere uno sport locale della nazione ospitante o per generare interesse e supporto per lo sport. Alcuni di questi sport, come il baseball e il curling, furono poi aggiunti al programma ufficiale dei Giochi Olimpici, rispettivamente nei Giochi estivi del 1992 e nei Giochi olimpici invernali del 1998. Il baseball, comunque, fu eliminato dopo l'edizione del 2008.
Lo sport individuale è una categoria agonistica in cui l'atleta gareggia per proprio conto.
Anche se l'accezione comune del termine solitamente individua quali sport acquatici solo quelli praticati in piscina (nuoto, nuoto di fondo, nuoto sincronizzato, tuffi, tuffi dalle grandi altezze, pallanuoto e masters, cioè quelli governati dalla FINA), vanno a tutti gli effetti considerati tali anche gli sport remieri (canottaggio, canoa/kayak e canoa fluviale) e quelli nautici, quali la vela o il windsurf.
L'educazione e la pratica sportiva ebbero un ruolo fondamentale nel regime fascista. Nel governo mussoliniano lo sport diviene rappresentazione della potenza e dell'identità nazionale. Riprendendo l'utopia nietzschiana dell'uomo nuovo, l'uomo fascista doveva infatti sintetizzare in sé «l'inno e la battaglia, il libro e il moschetto, il pensiero e l'azione, la cultura e lo sport». Gli italiani, imitando i vincitori delle Olimpiadi, volti atletici della Patria, accumulavano energie praticando gli esercizi fisici, così da possedere resistenza e potenza da utilizzare sia in tempo di guerra sia in tempo di pace.
Le scienze motorie e sportive costituiscono nel loro complesso l'insieme di quelle particolari discipline che si occupano delle attività fisiche e dello sport, attraverso lo studio trasversale della medicina, della psicologia, della fisiologia e della didattica dello sport.
La pallanuoto o palla a nuoto (inglese: water polo dalla pronuncia inglese della parola palla in lingua balti, pulu) è uno sport di squadra acquatico nato nel XIX secolo in Inghilterra e in Scozia, le cui regole furono definite per la prima volta nel 1887 da William Wilson. Una partita di pallanuoto vede affrontarsi due squadre, ognuna rappresentata in campo da sette giocatori (per le competizioni agonistiche, per quelle giovanili possono variare), chiamati pallanuotisti, che possono essere sostituiti nell'arco della partita per un numero illimitato di volte, tranne nel caso commettano tre falli gravi; in quel caso, viene decretata una espulsione definitiva con relativo obbligo di sostituzione. Nuotando in uno specchio d'acqua gli atleti devono tirare con le mani (vige per tutto l'incontro, tranne che per il portiere, l'obbligo di toccare la palla obbligatoriamente con una mano sola) un pallone il maggior numero di volte possibile nella porta avversaria. Ogni volta che ciò avviene si effettua un punto (detto goal o rete). Al termine dei quattro tempi di gioco la squadra con il maggior numero di punti è proclamata vincitrice. Inserita nel programma olimpico fin dal 1900, la pallanuoto è diventata nel tempo uno degli sport più popolari di tale competizione. Nonostante la grande popolarità che conquistò agli inizi del ventesimo secolo, resta una disciplina diffusa principalmente in Europa, Stati Uniti e Australia, anche se la sua diffusione sta aumentando grazie all'iniziativa di numerose nazioni che stanno aumentando l'interesse e le iniziative intorno a questo sport, come per esempio il "Development Trophy", torneo tra le squadre asiatiche.
Le arti marziali cinesi, chiamate in Cina wushu (cinese semplificato: 武术; cinese tradizionale: pinyin: wǔshù; Wade-Giles: wu3-shu4; da 武 wǔ “spedizione militare, guerra” e 术 shù “arte, metodo, tecnica”) o anche kungfu (cinese: 功夫; pinyin: gōngfu; Wade-Giles: kung-fu; “abilità”, con sottinteso riferimento all'ambito marziale) sono la totalità degli stili e dei metodi delle arti marziali nate in Cina, patrimonio ed eredità della cultura e della tradizione del popolo cinese. La prima menzione del termine wushu (武术) risale alla dinastia Liang (梁) (502-557) ed è contenuta nella Raccolta letteraria del principe ereditario Zhaoming (昭明太子文选 Zhaoming taizi wenxuan) Nel 1927 con la fondazione della “Palestra Centrale d'Arte Nazionale di Nanchino” (南京中央国术馆 Nanjing zhongyang guoshuguan) si afferma l'espressione guoshu “arte nazionale” (cinese tradizionale: 國術; cinese semplificato: 国术; pinyin: guóshù; Wade-Giles: kuo2-shu4), abbreviazione di Zhōngguó wǔshù (cinese tradizionale: 中國武術; cinese semplificato: 中国武术) “arti marziali cinesi”, ancora oggi parzialmente in uso nella Repubblica di Cina (Taiwan). Riscoperto in epoca Qing (清1644-1911) il vocabolo wushu viene utilizzato nel primo periodo repubblicano (1911-1948) ed adottato definitivamente dalla Repubblica Popolare Cinese nel 1956 con la fondazione della “Associazione Cinese Wushu” (中国武术协会 Zhongguo wushu xiehui). Ad oggi l'impiego del termine wushu non è ancora universale, causa la giovane storia mondiale della disciplina e l'uso invalso di altri nomi per rappresentarla. Tra essi, oltre al già citato guo-shu (pinyin: guóshù) – di uso sempre più limitato – il più diffuso è gongfu (功夫, pinyin: gōngfu; Wade-Giles: kung1-fu) “abilità, maestria”. Pur non essendo sinonimo di arte marziale, il termine gongfu lo è divenuto per estensione, in quanto il “raggiungimento dell'abilità” (xia gongfu 下功夫) è l'obiettivo ultimo e irrinunciabile della pratica dell'arte marziale.