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Odino, il dio principale e forse il più conosciuto della Mitologia norrena, possedeva molti nomi. Gli si attribuiscono non meno di 200 nomi, a motivo del suo essere un dio multiforme. Durante le sue lunghe peregrinazioni in mezzo agli uomini e ad altre creature, come ad esempio i giganti, Odino adottava nomi sempre diversi, ciascuno con un significato ben preciso e spesso legato al mito di riferimento. La molteplicità di nomi serviva inoltre a nascondere la sua identità. La Gylfaginning, la prima parte dell'Edda di Snorri, ricorda che Odino aveva un aspetto triplice (þriggi). A lui poi sono dedicati numerosi toponimi sparsi per tutta la Scandinavia, con una maggiore concentrazione in Danimarca e Svezia e un'assenza totale in Norvegia e Islanda, dove più comune era il culto di Thor (per via del suo carattere conservatore). Odino era inoltre il dio della magia, conoscitore delle rune, e creatore del sacrificio. Il nome nella cultura nordica era un elemento essenziale. Era ciò che determinava l'indivindualità di una persona e di un oggetto: dando un'occhiata a qualunque mito, si ci rende conto che anche gli oggetti all'apparenza più insignificanti sono dotati di un nome. Il nome era ciò che dava vita, cioè anima, a qualunque cosa.
In linguistica, un nome proprio è una notazione specifica adottata da una comunità o da un organismo amministrativo allo scopo di identificare e distinguere una persona (in questo caso si parla di antroponimo), un luogo o un'altra entità geografica (toponimo), una popolazione, una istituzione, un evento, un movimento culturale, un fenomeno sociale, un fenomeno oggetto di studio scientifico, una grandezza fisica, un'entità matematica (come un numero, una curva, una figura, o un teorema). Sul piano della denotazione, i nomi propri si distinguono, talora si giustappongono (e qualche volta si contrappongono) ai nomi comuni ed agli appellativi. In diverse lingue sono contraddistinti dall'iniziale maiuscola. Il nome proprio esprime il massimo di definitezza, in quanto individua univocamente un individuo. All'estremo opposto sta il pronome indefinito. Il diverso statuto di nomi comuni e nomi propri può riflettersi sul piano morfosintattico. Tipicamente i nomi comuni possiedono un plurale e sono accompagnati da uno specificatore. Di contro, i nomi propri non hanno plurale e lo specificatore che li accompagna è fisso o del tutto assente. Un importante punto di contatto tra nomi comuni e nomi propri sono le figure di antonomasia (le "sineddoche d'individuo", come le ha chiamate Pierre Fontanier), dove un uso particolare dei determinatori trasforma un nome proprio in nome comune o viceversa (un Attila, il Poeta).L'onomastica in generale e le più specifiche antroponimia, toponomastica ed etno-toponomastica studiano i nomi, le loro origini e il loro significato, sfruttando le metodologie proprie della linguistica e operando le necessarie ricerche di ordine storico e antropologico.
I Musei Capitolini costituiscono la principale struttura museale civica comunale di Roma, parte del «Sistema dei musei in comune» con una superficie espositiva di 12.977 m².Aperti al pubblico nell'anno 1734, sotto papa Clemente XII, sono considerati il primo museo al mondo, inteso come luogo dove l'arte fosse fruibile da tutti e non solo dai proprietari. Si parla di "musei", al plurale, in quanto alla originaria raccolta di sculture antiche fu aggiunta da papa Benedetto XIV, nel XVIII secolo, la Pinacoteca, costituita da opere illustranti soggetti prevalentemente romani.
Lastra a Signa (pronuncia: / lastra a s si a/) un comune italiano di 20.252 abitanti della citt metropolitana di Firenze in Toscana. Il territorio del comune ha una superficie di circa 43,06 km , con una parte pi bassa sviluppatasi lungo il fiume Arno e una parte alta che presenta la massima elevazione nel colle San Romolo (286 m s.l.m.). La chiesa pi importante la Pieve di San Martino a Gangalandi, situata nella frazione di San Martino a Gangalandi. chiamata citt della pietra per la grande presenza nel passato di cave di pietra arenaria del tipo serena e citt della musica per essere stata, fra l'altro, residenza di Enrico Caruso a Villa Caruso di Bellosguardo, ora sede del Museo Enrico Caruso. Porta inoltre il titolo di Citt dello zafferano italiano. Il comune ha avuto grande importanza per la sua posizione strategica fin dal Medioevo e desta interesse soprattutto a livello artistico e culturale.
Publio Elio Traiano Adriano, noto semplicemente come Adriano (in latino: Publius Aelius Traianus Hadrianus; Italica, 24 gennaio 76 – Baia, 10 luglio 138), è stato un imperatore romano, della dinastia degli imperatori adottivi, che regnò dal 117 alla sua morte. Successore di Traiano, fu uno dei "buoni imperatori" secondo lo storico Edward Gibbon. Colto e appassionato ammiratore della cultura greca, viaggiò per tutto l'impero e valorizzò le province. Fu attento a migliorare le condizioni dei militari. In Britannia costruì un vallo fortificato, il Vallo di Adriano. Inaugurò una nuova strategia militare per l'impero: all'espansione e alla conquista sostituì il consolidamento dei confini e della loro difesa. Mantenne le conquiste di Traiano, a parte la Mesopotamia che assegnò a un sovrano vassallo. Il suo governo fu caratterizzato da tolleranza, efficienza e splendore delle arti e della filosofia. Grazie alle ricchezze provenienti dalle conquiste, Adriano ordinò l'edificazione di molti edifici pubblici in Italia e nelle province, come terme, teatri, anfiteatri, strade e porti. Nella villa che fece costruire a Tivoli riprodusse i monumenti greci che amava di più e trasformò la sua dimora in museo. L'imperatore lasciò un segno indelebile anche a Roma, con l'edificazione del Mausoleo, la Mole Adriana, e con la ricostruzione del Pantheon, distrutto da un incendio.
L'adozione internazionale è l'adozione di un minore il cui stato di abbandono (e di adottabilità) sia stato dichiarato dalle competenti autorità di un Paese estero. La procedura di adozione avviene, almeno in parte, davanti alle autorità del Paese stesso. È regolamentata dalla Legge 4 maggio 1983, n.184, successivamente modificata dalla Legge 31 dicembre 1998, n. 476, che ha autorizzato il Presidente della Repubblica a ratificare la Convenzione per la tutela dei minori e la cooperazione in materia di adozione internazionale del 29 maggio 1993 (Convenzione dell'Aia), e ha costituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri la Commissione per le Adozioni Internazionali (CAI). Inoltre, tra le normative di riferimento, ci sono quelle anche del Paese di provenienza del bambino ed eventuali convenzioni specifiche in materia tra i due Paesi. A causa del numero esiguo di minori adottabili in Italia rispetto alle domande di adozione, l'adozione internazionale è in costante aumento. Le autorizzazioni concesse all'ingresso di minori stranieri, corrispondente alla fase conclusiva dell'adozione internazionale, sono passate, dalle 1.797 del 2001, alle 4.130 del 2010., con un lieve calo nell'anno 2011, dove si sono fermate a 4.022.