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Eracle (in greco antico: Ἡρακλῆς, Hēraklḕs, composto da Ἥρα, Era, e κλέος, "gloria", quindi "gloria di Era") è un eroe e semidio della mitologia greca, corrispondente alla figura della mitologia etrusca Hercle e a quella della mitologia romana Ercole. Figlio di Alcmena e di Zeus, egli nacque a Tebe ed era dotato di una forza sovrumana. Il patronimico poetico che lo definisce è Alcide, derivante da Alceo, suo nonno paterno putativo.
Alcesti (in greco antico: Ἄλκηστις, Álkēstis) è una tragedia di Euripide, rappresentata probabilmente alle Dionisie del 438 a.C. (è la tragedia euripidea più antica giunta a noi). La sua tetralogia tragica comprendeva anche le tragedie Le Cretesi, Alcmeone a Psofide e Telefo. Di solito, le tetralogie si concludevano con un dramma satiresco: in questo caso il suo posto fu occupato da una tragedia a lieto fine come Alcesti. Alcuni critici, spinti da questo particolare e da altri (ad esempio il tono un po' farsesco del personaggio di Eracle) hanno ritenuto che l'opera non fosse affatto una tragedia, ma un dramma satiresco. Altri, invece, hanno considerato il dramma come una sorta di "fiaba", in quanto Apollo, già nel prologo, ne annuncia il lieto fine.
L'Alceste seconda è una tragedia di Vittorio Alfieri, ispirata all'Alcesti di Euripide. Scritta nel 1798, è l'ultima tragedia alfieriana e venne pubblicata postuma insieme all'Alceste prima nel 1804 per opera dell'editore Piatti di Firenze. È l'unica tragedia alfieriana in cui siano presenti i cori.
Alceste, ou Le triomphe d'Alcide è una tragédie en musique in un prologo e cinque atti di Jean-Baptiste Lully. Il libretto in lingua francese è di Philippe Quinault, da l'Alcesti di Euripide. Fu rappresentata per la prima volta il 19 gennaio 1674 al Théâtre du Palais-Royal dall'Opera di Parigi.