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Il sintetizzatore (abbreviato anche in synth dal termine in inglese synthesizer) è uno strumento musicale che appartiene alla famiglia degli elettrofoni. È un apparato in grado di generare autonomamente segnali audio, sotto il controllo di un musicista o di un sequencer. Si tratta di uno strumento che può generare imitazioni di strumenti musicali reali o creare suoni ed effetti non esistenti in natura. Attualmente troviamo anche sintetizzatori virtuali (VST, AU, RTAS standard lanciato nel 1997), che assolvono a questo compito interamente a livello software e che si appoggiano su schede sonore interne o esterne collegate ad un personal computer. Il sintetizzatore è generalmente comandato per mezzo di una tastiera simile a quella del pianoforte, comunque non mancano realizzazioni destinate ad essere gestite mediante il fiato, la pressione, le corde di una chitarra o altri tipi di controller di nuova concezione come quelli a raggi infrarossi, a gesti e a onde cerebrali.
Il pianoforte digitale è uno strumento a tastiera integralmente elettronico mirato a riprodurre le sonorità e il tocco del pianoforte acustico. Non avendo bisogno di accordatura, spesso viene anche scelto per la collocazione in località isolate come le seconde case. L'uscita MIDI offre la possibilità di connessione ad altri strumenti elettronici e a personal computer.
I cordofoni, comunemente detti strumenti a corde, sono una classe di strumenti musicali in grado di produrre un suono mediante la vibrazione prodotta da una o più corde di cui sono dotati. La vibrazione si può ottenere: percuotendo le corde (es. pianoforte); pizzicandole con le dita, l'unghia delle dita, plettri (es. chitarra) o attraverso meccanismi azionati da tastiere che inducono il pizzico sulla corda (es. clavicembalo); strofinandole con archetti (es. violino) o ruote (es. ghironda); facendole lambire dal vento (es. arpa eolica).Gli strumenti cordofoni si suddividono in; cordofoni semplici che si possono considerare completi col solo supporto che mantiene fisse e tese le corde, ma possono essere dotati di risuonatore (con la funzione di amplificare il suono) che viene aggiunto (ad esempio: cetre a bastone, a zattera, tubolari, a tavola, a ciotola, a cornice); cordofoni compositi, in questi ultimi può essere presente una cassa armonica (risuonatore) che è tutt'uno con lo strumento.A seconda della posizione reciproca tra corde e piano del risuonatore i cordofoni compositi si distinguono in: liuti (tra questi liuti arcuati, liuti a giogo o lire e liuti a manico'). A parte le lire, nei liuti la struttura esterna al risuonatore è un manico (diritto o incurvato) e le corde corrono parallele al manico e al piano del risuonatore. Nei liuti a manico, come anche in altri strumenti a corde, si possono trovare la "tastiera" che consente di determinare l'altezza della nota da eseguire, il ponte che consente di tendere le corde sullo strumento e i piroli (bischeri) o le chiavette o le meccaniche (a seconda del tipo di strumento) con cui può essere regolata la tensione delle corde, allo scopo di accordare lo strumento. arpe nelle quali il piano delle corde le corde taglia perpendicolarmente il piano del risuonatore. arpe liuto (es. Kora africana), nelle quali le corde partono con andamento parallelo al piano del risuonatore, ma sono fissate al manico in modo che si dispongano perpendicolari al piano del risuonatore.Per realizzare le corde si utilizza l'acciaio, il bronzo, il nichel, il nylon, crini di cavallo o il budello, ricavato dall'intestino di bovini o ovini, in cordofoni semplici come le arpe eoliche si usa la seta. I primi cordofoni vennero costruiti nella preistoria: veniva tesa una corda fra le estremità di un'asta di legno flessibile (arco musicale: Cetra a bastone flessibile), formando una struttura molto simile a quella di un arco ed è molto probabile che inizialmente venissero utilizzati gli stessi archi da caccia. Soltanto in seguito lo strumento venne dotato di un risuonatore ottenuto da materiali cavi, come noci di cocco svuotate, altra frutta dal rivestimento duro, ma anche zucche tagliate a metà o altri oggetti che si prestassero ad amplificare il suono prodotto dal pizzicamento delle corde, dalla percussione con bastoni appositi (magari muniti di sonagli) o dallo sfregamento di queste con un altro arco di dimensioni ridotte, abbozzo del moderno archetto.
La classificazione Hornbostel–Sachs è un sistema di classificazione degli strumenti musicali sviluppato da Erich Moritz von Hornbostel e Curt Sachs, pubblicato per la prima volta nel volume 46 della Zeitschrift für Ethnologie, nel 1914. La classificazione Hornbostel-Sachs è il sistema più usato per classificare gli strumenti musicali in etnomusicologia ed organologia. Hornbostel e Sachs svilupparono le loro idee a partire da un sistema risalente al tardo XIX secolo, sviluppato da Victor-Charles Mahillon, curatore degli strumenti musicali presso il Conservatorio di Bruxelles. Mahillon divise gli strumenti in quattro categorie, in base alla natura del materiale che usavano per emettere il suono: delle colonne d'aria, delle corde, delle membrane o il corpo stesso dello strumento. Queste categorie non erano una novità, in quanto erano già utilizzate nel Natya Sastra, un trattato di musica e drammaturgia indiano risalente a circa duecento anni prima. Mahillon limitò il suo sistema principalmente agli strumenti della musica colta occidentale, mentre Hornbostel e Sachs lo estesero in modo che permettesse di classificare qualsiasi strumento, senza barriere culturali. La classificazione Hornbostel-Sachs impiega la classificazione decimale Dewey: ha quattro categorie di primo livello (idiofoni, membranofoni, cordofoni, aerofoni), ampliate a cinque con gli elettrofoni, che a loro volta si articolano in numerose sottocategorie, fino a raggiungere circa trecento ramificazioni.