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Vigna (Savi, 1824) è un genere di piante della famiglia delle Fabacee (o Leguminose), molto affine al fagiolo. Il suo nome deriva dal botanico Domenico Vigna vissuto nel XVII secolo a Pisa dove ricoprì il ruolo di Direttore dell'Orto Botanico dal 1609 al 1632.
La Sicilia (AFI: /siˈʧilja/; Sicilia in siciliano, Səcəlia in galloitalico di Sicilia, Siçillja in arbëresh, Σικελία in neogreco), ufficialmente denominata Regione siciliana (e non Regione Sicilia come viene talvolta impropriamente menzionata), è una regione autonoma a statuto speciale di 4 851 833 abitanti, con capoluogo Palermo. Il territorio della regione è costituito quasi interamente dall'isola omonima, la più grande isola dell'Italia e del Mediterraneo, nonché la 45ª isola più estesa nel mondo, bagnata a nord dal Mar Tirreno, a ovest dal Canale di Sicilia, a sud-ovest dal Mar di Sicilia, a sud-est dal canale di Malta, a est dal Mar Ionio e a nord-est dallo stretto di Messina che la separa dalla Calabria, con la parte rimanente che è costituita dagli arcipelaghi delle Eolie, delle Egadi e delle Pelagie e dalle isole di Ustica e Pantelleria. È la regione più estesa d'Italia, la quarta per popolazione (dopo Lombardia, Lazio e Campania), e il suo territorio è ripartito in 390 comuni a loro volta costituiti in tre città metropolitane (Palermo, Catania e Messina) e sei liberi Consorzi comunali. Le più antiche tracce umane nell'isola risalgono al 20.000 a.C. circa. In era preistorica fiorirono le culture dette di Stentinello, di Castelluccio, di Thapsos, e da qualche decennio è stata indiziata anche una "cultura" dei dolmen. Popoli provenienti dal Medioriente e da ogni parte d'Europa vi s'insediarono nei vari millenni, stratificandosi e fondendosi coi popoli autoctoni. Si ricordino i Sicani che in parte possono essere definiti come i discendenti dei primi abitatori dell'isola, i Siculi e gli Elimi. L'VIII secolo a.C. vide la Sicilia colonizzata dai Fenici e soprattutto dai Greci, nei successivi 600 anni si verificò l'ascesa della grande potenza di Siracusa che con i Tiranni Gerone I e Dionisio I unificò sotto il proprio controllo, in una sorta di monarchia, tutta la Sicilia posta ad est del fiume Salso, inclusi pure molti centri abitati dai Siculi. Il successivo regno siceliota agatocleo, nel periodo della sua massima espansione, aveva come confine occidentale il Fiume Platani, estendendosi sulla parte orientale della Sicilia; su Gela, su Akragas e sul suo circondario; su Selinunte; sui territori dei Siculi e dei Sicani (stanziati nell'interno), su Reghion, Locri e sull'estremità meridionale della Calabria. Solo l'estremità occidentale della Sicilia rimaneva in mano ai Cartaginesi che controllavano le città di Lilibeo, Drepanon e Panormo, e agli Elimi, loro alleati. Durante questa lunga fase storica la Sicilia fu campo di battaglia delle guerre greco-puniche e poi delle romano-puniche. L'isola fu poi assoggettata dai Romani e divenne parte dell'impero fino alla sua caduta nel V secolo d.C.. Fu quindi terra di conquista e, durante l'Alto Medioevo, conquistata da Vandali, dagli Ostrogoti, dai Bizantini, dagli Arabi, che ne ripristinarono dopo secoli l'indipendenza, istituendo l'Emirato di Sicilia, e dai Normanni con questi ultimi che fondarono il Regno di Sicilia, che durò dal 1130 al 1816; dopo la breve parentesi degli Angioini, con la rivolta del vespro, nel 1282, tornò indipendente sotto la denominazione di Regno di Trinacria. L'isola poi divenne un vicereame di Spagna, passò brevemente ai Savoia e all'Austria e, infine, nel XVIII secolo, ai Borbone, sotto i quali, unito il regno di Sicilia al regno di Napoli, sorse nel 1816 il Regno delle Due Sicilie. La Sicilia fu unita allo Stato italiano nel 1860 con un plebiscito, in seguito alla spedizione dei Mille guidata da Giuseppe Garibaldi durante il Risorgimento. A partire dal 1946 la Sicilia è divenuta regione autonoma e dal 1947 ha nuovamente un proprio parlamento, l'Assemblea regionale siciliana o ARS, istituita ancor prima della nascita della Repubblica italiana.
Il Salento (in salentino Salentu; in tarantino Salènde; in greco Σαλέντο, Salénto), noto anche come penisola salentina, è una subregione della Puglia meridionale, tra il mar Ionio a ovest e il mar Adriatico a est. Figurativamente costituisce il tacco dello stivale italiano. Gli abitanti dell'area, che comprende l'intera provincia di Lecce, gran parte di quella di Brindisi e la parte orientale di quella di Taranto, si distinguono soprattutto per caratteristiche glottologiche rispetto al resto della Puglia. Sotto il profilo giuridico, il Salento all'interno del Regno di Napoli, poi Regno delle due Sicilie, è quasi perfettamente coinciso con la circoscrizione territoriale denominata Terra d'Otranto, sopravvissuta per secoli alle riforme amministrative.
L'Orto botanico di Palermo è una istituzione museale e didattico-scientifica del Centro Servizi del Sistema Museale dell'Università di Palermo, che vi ha sede. Adiacente a Villa Giulia, vi si accede da via Lincoln, al confine del quartiere Kalsa di Palermo. Il Giardino accoglie oltre 12.000 specie differenti di piante.
L'orto botanico di Padova, fondato nel 1545, è il più antico orto botanico al mondo ancora nella sua collocazione originaria. Situato in un'area di circa 2,2 ettari, si trova nel centro storico di Padova, nei pressi del Prato della Valle. Dal 1997 è Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.
L'Orto botanico comunale di Lucca è un'istituzione scientifica fondata nel 1820 da Maria Luisa di Borbone. È situato in via del Giardino Botanico, nel centro storico di Lucca. Si estende per circa due ettari di superficie e ospita centinaia di specie vegetali.
Un orto botanico (in latino hortus botanicus) è un ambiente naturale ricreato artificialmente che raccoglie una grande varietà di piante categorizzate per scopi scientifici e per l'educazione dei visitatori. Il giardino botanico ne viene considerato un sinonimo, anche se taluni considerano questo come un ambiente a scopo di ricreazione e di studio mentre l'orto avrebbe storicamente una funzione di produzione di sostanze medicamentose, in quantità sufficienti a rifornire un vicino ospedale. Spesso associato ad esso vi sono una biblioteca ed un erbario per lo studio e la catalogazione delle specie.
Con il termine orto si indica di solito un appezzamento di terreno dal quale, a seguito di lavorazione, si ricavano vegetali e funghi commestibili - dietologicamente, gastronomicamente e commercialmente noti come frutta e verdura oppure ortaggi - officinali, tessili ed ornamentali nonché mutuali. Il termine deriva dal latino hortus [Aut_ vari_, 2018] che probabilmente ha corrispettivi nel greco antico. É infatti possibile che i grafemi hort facciano riferimento alla geometria ed in particolare all'altezza, al cerchio ed all'ellisse, al raggio ed alla tangente, quindi anche al concetto di ortogonalità, di baricentro e alla forza di gravità. Infatti di solito l'orto si colloca su superfici pianeggianti che ne facilitano la lavorazione ma ciò non significa che non sia possibile coltivare in terreni più o meno scoscesi, ad esempio scegliendo colture che non richiedono particolari accorgimenti di irrigazione oppure adottando specifiche tecniche colturali come il terrazzamento. Comunque l'orticoltura si pratica soprattutto su suoli dalla permeabilità adeguata in pianure alluvionali situate in regioni dal clima favorevole, ancorché a seguito della Rivoluzione verde la diffusione di serre ed altre tecnologie ha permesso di avere maggiore controllo sulla produttività ovvero maggior indipendenza dalle variazioni geoclimatiche. Sia le colture in serra che quelle in campo aperto di solito richiedono comunque impianti di irrigazione. Da cui probabilmente il grafema u del latino. Inoltre la lavorazione dell'orto richiede in primo luogo la domesticazione di specie spontanee che avviene da millenni tramite selezione e riproduzione controllata in ambito vivaistico. Oggigiorno di solito l'orto non include zone adibite a vivaio in quanto sementi, piante e talee da piantumare si trovano facilmente in commercio. Tuttavia esistono orti dotati di strutture come serre e semenzai, nonché di vasellame, cordame e attrezzature varie, tra cui guanti, annaffiatori, coltelli e cesoie, per la riproduzione, selezione e condivisione delle preferenze. La predisposizione di un orto richiede poi preventiva bonifica, incluso diboscamento del suolo, con l'impiego di attrezzature come roncole, seghe, carri, cunei, scuri, accette, zappe, asce, leve, vanghe, picconi, carriole, funi, catene e di animali da soma, oppure su larga scala di vari macchinari come trattori e rimorchi, motoseghe e decespugliatori, bulldozers ed escavatori, nonché con il ricorso all'incendio controllato, a defolianti e ad esplosivi. Spesso da questa prima lavorazione una tantum risultano anche sistemi di irregimentazione delle acque, di irrigazione ma anche di trasporto con argini, canali, chiuse, porti, dighe e ponti che comunque nel tempo richiedono manutenzione. Una volta liberato il suolo dai vegetali e minerali spontanei indesiderati dalle misure maggiori occorre procedere col dissodamento per eliminare le piante più piccole con le loro radici nonché eventuali sassi in sovrannumero rivoltando e frantumando lo strato più superficiale del suolo per poter procedere al diserbo e spietramento manuale. Si usano di nuovo zappe e vanghe ma anche più recentemente aratri ed erpici a trazione animale oppure a motore ed erbicidi fino ad ottenere un terreno di consistenza friabile che faciliti l'attecchimento delle nuove piante. Questa operazione, detta anche sovescio, spesso viene ripetuta stagionalmente per trattare residui di coltivazione e piante infestanti ed in preparazione della piantumazione ma esistono tecniche colturali che fanno eccezione, come nel metodo Fukuoka che prevede la creazione di un agrosistema quasi autosufficiente con minime esigenze di lavorazione in cui le piante coltivate con la tecnica dello spargimento di conglomerati di argilla e sementi miste si lasciano riprodurre spontaneamente in interazione con l'ambiente circostante, quindi pressappoco per selezione naturale casuale, ed è per ciò richiesto un dissodamento molto blando del suolo con semplice zappettatura e diserbo manuale che inoltre non stravolge l'habitat di superficie capovolgendo zolle di grandi dimensioni ed interrando l'humus, ossia lo strato più ricco di nutrienti da decomposizione e di animali terricoli utili come i lombrichi. Il terreno così dissodato inoltre spesso viene concimato stagionalmente mescolandovi vari prodotti come cenere, scarti di raccolto, rifiuti organici, deiezioni animali oppure appositi preparati di sintesi, di solito con un certo anticipo variabile rispetto al momento della piantumazione per permettere il completamento delle reazioni chimiche desiderate. Va notato che in caso di orti coltivati con metodo biologico in appezzamenti già precedentemente coltivati con metodi intensivi per la prima piantumazione occorre attendere un certo lasso di tempo di conversione dall'ultimo trattamento con prodotti non approvati che si ritiene possano danneggiare la salute di chi consumerà gli ortaggi coltivati oppure elementi utili nell'agrosistema, anche per permettere al suolo di ricostituirsi spontaneamente. La piantumazione di sementi, piante giovani o talee nell'orto segue diverse tempistiche a seconda del luogo e delle esigenze produttive. Oltre alla stagionalità che influenza le condizioni di irraggiamento solare quindi di temperature, venti e precipitazioni si considerano spesso anche le fasi lunari ed in particolare l'inizio della fase di luna crescente che influenza la massa liquida planetaria, come documentato anche nella millenaria tradizione monastica europea e come previsto anche più recentemente dal metodo biodinamico di coltivazione. Le colture da orto comprendono piante perenni anche centenarie che richiedono una prima piantumazione e solitamente non vengono poi spostate onde evitare lavorazioni onerose e crisi alla pianta, quindi hanno una collocazione fissa nell'orto scelta sulla base di esigenze di irrigazione, condizioni microclimatiche, esigenze di lavorazione. Ci sono poi piante biennali e piante annuali che esauriscono il loro ciclo vegetativo stagionalmente e che vengono piantumate di conseguenza nelle zone rimanenti al netto dei percorsi, degli impianti e delle strutture di lavorazione. A volte per creare microclimi favorevoli nell'orto si dispongono muri e siepi presso cui coltivare che permettono riparo da venti, conservazione del calore oppure ombreggiamento. Inoltre per coltivare piante rampicanti si possono predisporre varie forme di sostegno più o meno fisso anche sfruttando il fusto di altre piante. Infine per coltivare in orti molto esigui è possibile usare tecniche di agricoltura verticale come scaffalature e mensole con vasi che per altro permettono appunto anche lo spostamento stagionale di piante dall'orto alla serra e viceversa. A volte poi si effettua la consociazione delle colture in base alla quale specie che ricavano vantaggi dalla presenza di altre specie, soprattutto in termini di occultamento da parassiti e di bilancio di nutrienti nel terreno, vengono piantumate in vicinanza, come nel metodo sinergico di coltivazione. Se si vuole ottenere una produzione scaglionata per un consumo stagionale e quotidiano di ortaggi misti è importante coltivare molte specie e varietà diverse e dilazionare la semina o messa a dimora durante tutto l'anno anche avvalendosi di serre. La messa a dimora si effettua manualmente con eventuali attrezzi da scavo mentre la semina si può effettuare sia a mano e a spaglio che avvalendosi di appositi attrezzi e macchinari come le seminatrici su grandi appezzamenti. A volte a seguito della piantumazione si effettua una concimazione superficiale oppure a copertura si dispone materiale di pacciamatura che permette di minimizzare l'evaporazione dell'acqua dal terreno riducendo così le esigenze di irrigazione, anche avvalendosi di attrezzi come le forche. Per evitare il depauperamento selettivo dei nutrienti presenti nel suolo spesso si pianificano le piantumazioni a lungo termine secondo la rotazione o avvicendamento delle colture, alternando cioè in una stessa aiuola le colture che tendono a sfruttare al massimo il terreno con colture che rilasciano al terreno sostanze che lo arricchiscono aumentandone la fertilità o che lo intaccano minimamente. L'irrigazione di un orto presuppone appunto la disponibilità di un corso d'acqua o di un bacino di raccolta spontanea o artificiale per il prelievo che avviene tramite contenitori, condotte oppure pompe attraverso cui acqua ed eventuali fertilizzanti vengono distribuiti alle piante a cannella, a doccia o a goccia, alle radici, al suolo o alla volta, sia singolarmente che collettivamente, anche tramite impianti dotati di rubinetti temporizzati, di solito da poco prima del tramonto a poco dopo l'alba, per minimizzare le quantità d'acqua sprecate in evaporazione. Le colture da orto sono soggette a vari rischi oltre a quello climatico e da inquinamenti ambientali per cui spesso dopo la piantumazione si adottano vari accorgimenti precauzionali e difensivi. C'é la competizione con le già citate piante infestanti che richiedono diserbo manuale o con erbicidi selettivi ma anche l'attacco di funghi parassitari che difficilmente può essere contrastato per cui si impiegano preventivamente anticrittogamici. E c'é il saccheggio da parte di animali vaganti fitofagi per cui si adottano rimedi come recinzioni, allarmi con dissuasori, cani, gatti e altri animali da guardia, abbattimenti con armi da fuoco, trappole, catture con trasloco, avvelenamenti con pesticidi vari e introduzione di predatori antagonisti, come nel metodo della lotta integrata. Infine sono possibili casi di saccheggio oppure danneggiamento, involontario o volontario, anche da parte di persone, che possono essere soggetti a contratti assicurativi anche di carattere previdenziale oppure a normative che prevedano varie fattispecie di indennizzo, risarcimento e sanzione. La raccolta dei prodotti dell'orto giunti al punto di maturazione desiderato di solito avviene quotidianamente con asportazione dell'intera pianta o di parti di essa, che spesso poi si rigenerano per qualche nuovo raccolto, e di solito viene fatta manualmente e con l'ausilio di vari attrezzi come anche falci, falcetti e rastrelli, sporte, ceste, secchi, sacchi, casse oppure con macchinari appositi come scavapatate o mietitrebbia su grandi estensioni ove possibile. A volte alcuni esemplari scelti si lasciano maturare fino alla dispersione spontanea dei semi per ottenerne nuove sementi, soprattutto in caso di esigenze di riproduzione di specie e varietà rare a beneficio della biodiversità agricola e nutrizionale quindi anche della sovranità alimentare, come avviene nelle reti di Seed Savers, ed in tal caso diventa importante evitare la riproduzione tra varietà diverse con il distanziamento o la separazione tra cultivar. Si può calcolare che su gran parte della penisola italiana e relativo arcipelago per garantire ortaggi ad un sapiens adult_ per tutto l'anno occorre mediamente un orto di circa ~30-50 m² comprendenti di stradelli e cunette tra le aiuole ma non di zone di servizio mentre per un gruppo di 4 sapiens di età differenti intorno ai ~100-130m² tenendo conto delle economie di scala [Matteo Cereda, ?]. La maggior parte dei suoli coltivabili della penisola e arcipelago in volume di produzioni si trova appunto in campagna su pianure oppure pianori entro altitudini collinari ed al di fuori di habitat e corridoi protetti e di zone densamente edificate quindi non sono molti gli orti di montagna, urbani ed hobbistici insistenti su dispendiosi terreni a destinazioni d'uso edificabili oppure su terreni demaniali.