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I Tibaldeschi . Famiglia nobile, romana, originaria di Ferentino e presente in Roma dalla metà del XIII° secolo. Nel 1746 rientrò nell'elenco delle 180 famiglie patrizie romane inserite nel libro d'oro del Campidoglio, in virtù della Bolla benedettina, Urbem Romam, promulgata da Benedetto XIV, come patrizi romani e conservata tra le nobili famiglie di Ferentino. Nel 1922 la famiglia Tibaldeschi rientrò nell'elenco del libro d'oro delle nobili famiglie Italiane con il titolo di nobili di Ferentino. Alcuni storici sostengono che questa antichissima famiglia sia un ramo dei Tebaldi, altri la ritengono derivata dagli Orsini. Secondo lo storico Ambrogio Cialino, la famiglia Tibaldeschi trae la sua origine a Ferentino da un certo Tibaldo Orsini nobile romano. La stessa versione, più completa, ci viene fornita da padre Fortunato Ciucci, il quale afferma che la famiglia Tibaldeschi trae la sua origine da Tebaldo Orsini, nobile romano, il quale, essendo in discordia con i fratelli, con un suo testamento, ordinò che i suoi figli ed eredi pigliassero, dal suo nome, il cognome Tibaldeschi. Se la disposizione testamentaria non fosse stata accolta, i beni sarebbero andati in favore della chiesa di S. Pietro in Roma, ed in più gli ordinò che mutassero l'arma araldica in colori opposti. Anche lo storico Teodoro Amayden riporta una doppia discendenza, con la nobile ed antica famiglia romana dei Tebaldi e con l'altrettanto nobile famiglia Orsini. Tuttavia altre fonti storiche ci rivelano che la famiglia Tibaldeschi abbi avuto origine nell'Italia centrale, dove si trova rappresentata, almeno dall'inizio del 300, divisa in rami residenti in Roma, Norcia, Ascoli Piceno e Ferentino.
Il Granducato di Toscana fu un antico Stato italiano esistito per duecentonovanta anni, tra il 1569 e il 1859, costituito con bolla emessa da papa Pio V il 27 agosto 1569, dopo la conquista della repubblica di Siena da parte della dinastia dei Medici, reggitori della Repubblica di Firenze, nella fase conclusiva delle guerre d'Italia del XVI secolo. Fino alla seconda metà del XVIII secolo fu uno stato confederale costituito dal Ducato di Firenze (detto "Stato vecchio") e dallo Stato Nuovo di Siena, in unione personale nel granduca. Il titolo traeva origine da quello del Ducato di Tuscia, poi Marca di Tuscia e quindi Margraviato di Toscana, titolo giuridico di governo del territorio di natura feudale in epoca longobarda, franca e post-carolingia. Dopo l'estinzione della dinastia medicea, nel 1737 subentrò la dinastia degli Asburgo-Lorena, che resse le sorti del granducato sino all'unità d'Italia, pur con l'interruzione dell'epoca napoleonica. Tra il 1801 ed il 1807, infatti, Napoleone Bonaparte occupò la Toscana e l'assegnò alla casata dei Borbone-Parma col nome di regno d'Etruria. Col crollo dell'impero napoleonico nel 1814, venne restaurato il granducato. Nel 1859 la Toscana venne occupata dalle truppe del regno di Sardegna e divennero note col nome di Province dell'Italia Centrale. La Toscana venne formalmente annessa al regno sardo nel 1860, come parte del processo di unificazione nazionale, con un referendum popolare che sfiorò il 95% dei si.