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Conte Giacomo Leopardi (al battesimo Giacomo Taldegardo Francesco di Sales Saverio Pietro Leopardi; Recanati, 29 giugno 1798 – Napoli, 14 giugno 1837) è stato un poeta, filosofo, scrittore, filologo italiano. È ritenuto il maggior poeta dell'Ottocento italiano e una delle più importanti figure della letteratura mondiale, nonché una delle principali del romanticismo letterario, sebbene criticherà sempre la corrente romantica di cui rifiuta l'arido vero, ritenendosi vicino al Classicismo. La profondità della sua riflessione sull'esistenza e sulla condizione umana – di ispirazione sensista e materialista – ne fa anche un filosofo di spessore. La straordinaria qualità lirica della sua poesia lo ha reso un protagonista centrale nel panorama letterario e culturale europeo e internazionale, con ricadute che vanno molto oltre la sua epoca. Leopardi, intellettuale dalla vastissima cultura, inizialmente sostenitore del classicismo, ispirato alle opere dell'antichità greco-romana, ammirata tramite le letture e le traduzioni di Mosco, Lucrezio, Epitteto, Luciano ed altri, approdò al Romanticismo dopo la scoperta dei poeti romantici europei, quali Byron, Shelley, Chateaubriand, Foscolo, divenendone un esponente principale, pur non volendo mai definirsi romantico. Le sue posizioni materialiste – derivate principalmente dall'Illuminismo – si formarono invece sulla lettura di filosofi come il barone d'Holbach, Pietro Verri e Condillac, a cui egli unisce però il proprio pessimismo, originariamente probabile effetto di una grave patologia che lo affliggeva ma sviluppatesi successivamente in un compiuto sistema filosofico e poetico. Morì nel 1837 poco prima di compiere 39 anni, di edema polmonare o scompenso cardiaco, durante la grande epidemia di colera di Napoli. Il dibattito sull'opera leopardiana a partire dal Novecento, specialmente in relazione al pensiero esistenzialista fra gli anni trenta e cinquanta, ha portato gli esegeti ad approfondire l'analisi filosofica dei contenuti e significati dei suoi testi. Per quanto resi specialmente nelle opere in prosa, essi trovano precise corrispondenze a livello lirico in una linea unitaria di atteggiamento esistenziale. Riflessione filosofica ed empito poetico fanno sì che Leopardi, al pari di Schopenhauer, Kierkegaard, Nietzsche e più tardi di Kafka, possa essere visto come un esistenzialista o almeno un precursore dell'Esistenzialismo.
Il pensiero e la poetica di Giacomo Leopardi sono caratterizzati dal pessimismo, l'aspetto filosofico che caratterizza tutto l'evolversi delle idee e degli ideali del poeta e filosofo italiano, assumendo nel tempo connotazioni diverse. Esse possono essere seguite attraverso le pagine dello Zibaldone e si manifestano con evidenza nei testi letterari, come i Canti e le Operette morali. Partendo da una posizione di estremo pessimismo personale, causato dalla perdita della gioventù, egli approda a un pessimismo cosmico, consapevole dell'«infinita vanità del tutto», comprendente l'umanità e l'intero universo. Leopardi colloca l'unica felicità possibile della vita umana nell'adolescenza, carica di aspettative e illusioni riguardo l'età adulta da cui resteranno tuttavia disingannate, per concludere che il piacere non è uno stato duraturo, ma solo un passaggio transitorio dal dolore alla noia, come sostenuto nel Sabato del villaggio dove l'attesa della festa è destinata a spegnersi nella deludente domenica, o nella Quiete dopo la tempesta per il quale esso è «figlio d'affanno». Pur ritenendo la morte migliore della vita, egli non rinuncia tuttavia alla speranza e alla solidarietà, anche per la tematica tipicamente romantica della morte eroica contro il fato e la natura «matrigna», e quindi in un certo senso, paradossalmente, all'amore per la vita e per le illusioni dell'arte e della poesia.Il pessimismo filosofico di Leopardi ha le sue origini nel materialismo e nel sensismo del Settecento (d'Holbach, Condillac) derivato diretto dal razionalismo propugnato dall'illuminismo, dall'atomismo greco e dal pessimismo mostrato da alcuni autori antichi, come Omero e Lucrezio, con qualche influsso del romanticismo. Esso presenta alcune analogie con il contemporaneo pensiero di Schopenhauer e con l'esistenzialismo successivo, a partire da Nietzsche, anche per la ricerca di un senso nascosto dell'esistenza, che pure è pensato razionalmente come inesistente, la sfida titanico-romantica al «brutto poter che ascoso a comun danno impera» in nome della propria nobiltà intellettuale e d'animo, e la sensibilità acuta per la precarietà e la fragilità dell'essere umano, dei viventi preda di una feroce selezione naturale, e in generale di ogni cosa esistente.
Il leone (Panthera leo Linnaeus, 1758) è un mammifero carnivoro della famiglia dei felidi. Dopo la tigre, è il più grande dei 7 grandi felidi del genere Panthera con alcuni maschi la cui massa corporea supera i 250 kg. Il suo areale è, al 2011, ridotto quasi esclusivamente all'Africa subsahariana; il continuo impoverimento del suo habitat naturale ed il protrarsi della caccia di frodo ai suoi danni ne fanno una specie vulnerabile secondo la IUCN. La definizione è giustificata da un declino stimato tra il 30 e il 50% nella zona africana nei vent'anni precedenti. Una popolazione di dimensioni assai ridotte sopravvive nel Gir Forest National Park in India, mentre gli esemplari che abitavano il Nordafrica e il Medio Oriente sono scomparsi da molti secoli. Sino al Pleistocene, circa diecimila anni fa, il leone era il secondo grande mammifero più diffuso dopo l'uomo. A quei tempi si trovavano leoni in gran parte dell'Eurasia e dell'Africa, e, con la varietà Panthera leo atrox, addirittura in America del Nord, dallo Yukon al Perù. In virtù delle dimensioni e delle abitudini, questo felino non può essere allevato al di fuori di aree protette e parchi naturali o zoologici. Celebre è l'esempio della leonessa Elsa, restituita all'habitat naturale dopo avere vissuto per alcuni anni con i coniugi Adamson. Sebbene le cause del declino dei leoni non siano certe, il degrado dell'habitat ed i conflitti con l'uomo ne sembrano le cause predominanti. Conosciuto come il "re della savana" o il "re degli animali", in natura un leone sopravvive da dieci a quindici anni, mentre in cattività può arrivare a venti. I maschi, in particolare, non superano spesso i dieci anni d'età in natura, in seguito agli infortuni derivanti dalle lotte con i rivali per il dominio sul branco. Tipicamente i leoni abitano la savana e le praterie, ma possono adattarsi ad aree cespugliose e foreste. In confronto ad altri felini, i leoni sono animali con uno spiccato spirito di socialità. Un branco è formato generalmente da un maschio alfa (affiancato a volte da alcuni compagni, specialmente fratelli e/o cugini), un gruppo di femmine imparentate tra loro, con cui questo si accoppia, e la loro prole. I cuccioli maschi restano all'interno del branco fino alla loro maturazione sessuale, quando vengono scacciati da parte dell'alfa, ossia il padre. I giovani maschi, una volta allontanati dal vecchio branco, restano insieme, formando un piccolo branco di soli maschi (fratelli/cugini) o fanno squadra con altri nomadi non imparentati con loro, e cercheranno di formare delle loro famiglie, in genere scacciando un altro maschio alfa (e la sua coalizione) prendendo così il controllo del suo branco. Le femmine tipicamente cacciano insieme per il gruppo, principalmente ungulati, mentre i maschi una volta impadronitisi di un branco si nutrono delle prede uccise dalle femmine e solo di rado cacciano essi stessi, sebbene siano perfettamente in grado di farlo. È un cosiddetto predatore alfa, ovvero si colloca all'apice della catena alimentare, non avendo predatori in natura e potendo potenzialmente cibarsi di qualsiasi specie. I leoni non cacciano l'uomo con regolarità, ma alcuni esemplari particolari lo hanno fatto. Il maschio di leone, assai facile da distinguere, ha una criniera caratteristica e la sua immagine è uno dei simboli più sfruttati nella storia dell'umanità. Le prime rappresentazioni furono fatte nel paleolitico superiore, e troviamo leoni scolpiti o dipinti nelle grotte di Lascaux e nella grotta Chauvet. Essi appaiono nella cultura di praticamente ogni civiltà antica che vi abbia avuto a che fare. Li troviamo inoltre in un'enorme quantità di sculture, dipinti, bandiere nazionali e regionali, film e libri contemporanei. Furono tenuti in menagerie fin dai tempi dell'impero romano e sono stati la chiave delle esibizioni degli zoo di tutto il mondo a partire dal XVIII secolo. Diversi zoo mondiali stanno collaborando per salvare la sottospecie asiatica.
Seguire il percorso della produzione letteraria di Giacomo Leopardi vuol dire seguire il corso della sua vita e comprendere il suo mondo interiore.
Kimba - Il leone bianco (ジャングル大帝 Janguru Taitei?, lett. "Imperatore della giungla"), è un manga di Osamu Tezuka pubblicato in Giappone dal 1950 al 1954 sulla rivista Manga Shōnen. In Italia è stato pubblicato da Hazard edizioni in 3 volumi, tra giugno 2005 e gennaio 2006. Una nuova edizione in 2 volumi, uscita nel 2019, è stata invece pubblicata da J-Pop. Ha ispirato la realizzazione di una serie televisiva anime omonima - trasmessa in Italia nel 1977 - primo anime televisivo giapponese a colori ed anche il primo del genere che contempla animali umanizzati nel ruolo di protagonisti. Ne sono state tratte anche due trasposizioni cinematografiche nel 1966, Kimba - Il leone bianco (Chouhen Jungle Taitei), vincitore l'anno seguente del Leone d'oro alla XIX Mostra del cinema per ragazzi di Venezia e nel 1997, Kimba - La leggenda del leone bianco (Gekijōban Janguru Taitei), diretto da Yoshio Takeuchi.
George re della giungla...? (George of the Jungle) è un film del 1997 diretto da Sam Weisman. È basato sui personaggi della serie animata George della giungla del 1967. Ha come protagonisti Brendan Fraser come l'omonimo protagonista, un uomo primitivo allevato dagli animali in una giungla africana, Leslie Mann come il suo ricco americano interesse amoroso, e Thomas Haden Church come il suo perfido rivale in amore.
Le foreste pluviali tropicali,sono un tipo di foresta pluviale localizzate nella fascia equatoriale della Terra. Sono comuni in: Asia, Australia, Africa, Sud America, America Centrale, Messico meridionale e in numerose isole del Pacifico. Rappresentano il bioma terrestre con la massima biodiversità, dato che ospitano da sole circa una metà delle specie viventi animali e vegetali terrestri.Alcuni autori distinguono la "foresta pluviale equatoriale" dalla "foresta pluviale tropicale"; secondo essi, la prima è localizzata in corrispondenza dell'equatore ed è caratterizzata da una maggiore ricchezza di specie rispetto alla seconda, tipica di latitudini prossime ai tropici. In questa voce, invece i due tipi suddetti sono trattati insieme. Secondo gli autori della lista Global 200 del WWF, che propone anche un classificazione dei biomi terrestri, la foresta pluviale tropicale è compresa nel bioma delle "Foreste pluviali di latifoglie tropicali e subtropicali", in cui sono incluse anche le foreste pluviali equatoriali e le foreste pluviali temperate di altri autori. Le foreste pluviali tropicali hanno uno scarso sottobosco, in quanto la luce del Sole difficilmente raggiunge il livello del suolo. Questo rende più agevole il movimento nella foresta per uomini e animali. Quando il tessuto forestale è interrotto a causa di abbattimenti o eventi naturali, il suolo è rapidamente colonizzato da piante pioniere e da un fitto intreccio di liane e giovani alberi; questa vegetazione secondaria è chiamata giungla, per la sua forte somiglianza con questo bioma.Le foreste pluviali tropicali sono considerate "la più grande farmacia del pianeta" in quanto circa un quarto dei principi attivi impiegati in farmacologia deriva da vegetali.
L'infinito è una delle liriche più famose dei Canti di Giacomo Leopardi, che il poeta scrisse negli anni della sua prima giovinezza a Recanati, sua cittadina natale, nelle Marche. Le stesure definitive risalgono agli anni 1818-1819. La lirica, composta da 15 endecasillabi sciolti, appartiene alla serie di scritti pubblicati nel 1826 con il titolo "Idilli". Oltre all'Infinito, in questa serie sono presenti anche altre note liriche, come Alla luna e La sera del dì di festa. Il termine greco "idillio" (εἰδύλλιον), di solito riferito a componimenti poetici incentrati sulla descrizione di scene agresti, subisce, con Leopardi, una ridefinizione: negli idilli leopardiani sono assenti le tematiche bucoliche proprie dei componimenti scritti dai poeti greci Teocrito, Mosco, Bione, e da poeti bucolici latini (Virgilio, Calpurnio Siculo e Nemesiano), poi imitati in età umanistica e rinascimentale da Jacopo Sannazaro e da Torquato Tasso. L'idillio leopardiano è un componimento connotato da un forte intimismo lirico: in esso l'elemento del paesaggio naturale (spesso privo dei connotati del paesaggio ideale antico) è strettamente legato all'espressione degli stati d'animo dell'uomo. Tale espressione del proprio io, non vuole essere una fuga nell'irrazionale o nel sogno (come accade nella lirica romantica), ma solo una nuova occasione di un'ampia riflessione sul tempo, sulla storia, e sul triste destino degli uomini. Gli idilli leopardiani, inoltre, presentano differenze stilistiche rispetto ad altre composizioni, in particolare colpisce l'abile e sapiente mescolanza di registri linguistici che spazia da quello letterario (Ermo colle) a quello semplice, piano e colloquiale (Sempre caro). Questo idillio si divide in due parti ben distinte: nella prima il poeta esprime concetti a lui usuali mentre, nella seconda, usa l'immaginazione e si perde nell'infinito. Il manoscritto originale è conservato presso la biblioteca nazionale di Napoli, insieme ad altre opere del poeta. Un secondo manoscritto, con molti altri autografi, è conservato nel Museo dei manoscritti del comune di Visso in provincia di Macerata. Nel mese di ottobre 2016, in seguito al terremoto che ha colpito la zona, questi manoscritti sono stati provvisoriamente trasferiti a Bologna.