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La pittura (in greco antico ζωγραφία, zographia composto di zo, ζω, "vita" e gráphein, γράφειν, "scrivere") è l'aspetto meno conosciuto dell'arte greca, sebbene agli occhi dei contemporanei ne apparisse come una sublime espressione.
Il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria (MArRC), o Museo nazionale della Magna Grecia, è un museo statale italiano. Espone una delle più ragguardevoli collezioni di reperti provenienti dalla Magna Grecia.Formato inizialmente da un nucleo di materiale ceduto dal museo civico della città, sorto nel XIX secolo, il Museo archeologico nazionale della Magna Grecia è cresciuto poi con i molti reperti, frutto delle varie campagne di scavo condotte fino ad oggi dalla Soprintendenza archeologica della Calabria. I reperti oggi rinvenuti in Calabria non sono più riuniti e custoditi in un museo unico, bensì esposti in quelle località nelle quali nuovi ritrovamenti hanno permesso di allestire piccoli musei locali (Crotone, Locri, Roccelletta di Borgia, Sibari, Lamezia Terme), che affiancano il museo reggino. È di proprietà del Ministero per i beni e le attività culturali, che dal 2014 lo ha annoverato tra gli istituti museali dotati di autonomia speciale.
Il liceo classico statale "Jacopo Stellini" di Udine è il più antico liceo classico della città.
I Bronzi di Riace sono due statue di bronzo di provenienza greca o magnogreca o siceliota, databili al V secolo a.C. pervenute in eccezionale stato di conservazione.Le due statue – rinvenute il 16 agosto 1972 nei pressi di Riace Marina, in provincia di Reggio Calabria – sono considerate tra i capolavori scultorei più significativi dell'arte greca, e tra le testimonianze dirette dei grandi maestri scultori dell'età classica. Le ipotesi sulla provenienza e sugli autori delle statue sono diverse, ma non esistono ancora elementi che permettano di attribuire con certezza le opere ad uno specifico scultore.I Bronzi si trovano al Museo nazionale di Reggio Calabria, luogo in cui sono stati riportati il 12 dicembre 2014, dopo la rimozione e il soggiorno per tre anni (con annessi lavori di restauro) presso Palazzo Campanella, sede del consiglio regionale della Calabria a causa dei lavori di ristrutturazione dello stesso museo. I Bronzi sono diventati uno dei simboli del paesino stessa.
Per arte greca si intende l'arte della Grecia antica, cio di quelle popolazioni di lingua ellenica che abitarono una vasta area, comprendente la penisola ellenica, le isole egee e ioniche e le colonie fondate in Asia Minore, sul mar Nero, nell'Italia meridionale e insulare e, nella fase pi tarda, nelle regioni conquistate da Alessandro Magno (conosciuto anche come Alessandro il Macedone), in particolare nella Fenicia, nell'Egitto e nell'Anatolia(l'attuale Turchia). Essa ha esercitato un'enorme influenza culturale in alcune aree geografiche dal mondo antico fino ai nostri giorni. In Occidente ebbe un forte influsso sull'arte romana imperiale e in Oriente le conquiste di Alessandro Magno avviarono un lungo periodo di scambi tra le culture della Grecia, dell'Asia centrale e dell'India (arte greco-buddista del Gandh ra), con propaggini addirittura in Giappone. A partire dal Rinascimento, in Europa l'estetica e l'alta capacit tecnica dell'arte classica (l'arte greca e la sua continuazione nell'arte romana) ispirarono generazioni di artisti e dominarono l'arte occidentale fino al XIX secolo. Col Neoclassicismo, nato da una serie di fortunate scoperte archeologiche, si inizi a distinguere i contributi greci classici da quelli romani, ricreando il mito dell'arte ellenica quale traguardo impareggiabile di perfezione formale. I Greci posero sempre la massima attenzione alla ricerca estetica, cercando di trovare in ogni manifestazione artistica il massimo grado di armonia e perfezione formale. Le caratteristiche che distinsero la loro produzione rispetto alle civilt antiche ad essa precedenti e contemporanee, furono: l'attenzione e l'aderenza al realismo, che in scultura si tradusse in un'osservazione particolare dell'anatomia umana, e in pittura si risolse sia nella ricerca della rappresentazione prospettica dello spazio, sia in quella della resa dei volumi; in architettura la stretta corrispondenza tra forma e funzione, diretta conseguenza di un approccio razionale alla comprensione del mondo e alla conoscenza. Tali raggiungimenti formali, che sono all'origine del classicismo europeo, hanno influito sullo sviluppo successivo del mondo occidentale ad un livello che va ben oltre la storia dell'arte.
L'arte erotica a Pompei Ercolano è stata rinvenuta a seguito di una lunga serie di scavi archeologici iniziati nel XVIII secolo, svoltisi in particolare attorno alle antiche città di Pompei ed Ercolano affacciate sul golfo di Napoli. Il sito è risultato esser pieno di arte erotica, sia in forma di affreschi che di sculture ed oggettistica il cui simbolismo fallico veniva accentuato con evidenza. Tutti questi reperti sono stati considerati dai loro scopritori come eminentemente pornografici, pertanto immediatamente occultati alla vista tramite teloni o rinchiusi in magazzini senza alcuna possibilità di accedervi da parte del pubblico, ma aperti solo su esplicita richiesta degli studiosi. Anche molti cosiddetti articoli per la casa o comunque di uso domestico, tra quelli recuperati, avevano chiari temi sessuali; l'ubiquità intrinseca di tali immagini ed oggetti indica che le usanze e i costumi dell'antica cultura romana erano molto più liberali rispetto alla maggior parte delle culture dei nostri giorni, anche se occorre sottolineare che molto di quello che a noi potrebbe sembrare esclusivamente immaginario erotico - ad esempio i falli eretti di grandi dimensioni - con tutta probabilità erano simboli richiamanti alla fertilità della Natura in senso lato, oltre che talismani portafortuna e beneauguranti. Lo shock culturale prodotto da tali scoperte ha portato, come detto, a far celare nuovamente la maggior parte dei reperti; ad esempio un affresco murale raffigurante Priapo, dio sessuale per eccellenza e col pene eccezionalmente dotato sia per dimensioni che per lunghezza, venne ricoperto con l'intonaco: quest'ultimo è venuto via soltanto nel 1998 a causa di una serie di abbondanti precipitazioni. Nel 1819, quando il re Francesco I delle Due Sicilie visitò la mostra dedicata a Pompei presso il museo archeologico nazionale di Napoli in compagnia della moglie e della figlia, rimase talmente imbarazzato per le opere di contenuto così esplicitamente sessuale da decidere di far raccogliere tutto all'interno di stanze apposite (il Gabinetto Segreto), accessibile quindi solo "alle persone di età matura e comprovato rispetto nei confronti della moralità". Questa situazione andò avanti per più di cento anni; l'"arte proibita" è stata per breve tempo resa accessibile nuovamente alla fine degli anni '60, ma è stata riaperta definitivamente alla visualizzazione del pubblico soltanto nel 2000: ai minori di 14 anni non è ancora permesso l'ingresso e la visita da soli del reparto museale, ma solo in presenza di un tutore o con autorizzazione scritta.
Alessandra Melucco Vaccaro (Roma, 4 aprile 1940 – Roma, 29 agosto 2000) è stata una storica e archeologa italiana. Ha apportato significative innovazioni in tre grandi ambiti: l'Alto Medioevo, il restauro archeologico e l'ambiente ed il paesaggio. Nel febbraio del 2001 il Presidente Carlo Azeglio Ciampi le ha conferito la Medaglia d'Oro per la cultura e per l'arte alla memoria.