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La grande bellezza è un film del 2013 diretto da Paolo Sorrentino. La sceneggiatura è stata scritta dal regista assieme a Umberto Contarello. È stato presentato in concorso al Festival di Cannes 2013. Ha vinto il Premio Oscar come miglior film straniero del 2014, il Golden Globe e il BAFTA nella stessa categoria, quattro European Film Awards, nove David di Donatello (su 18 nomination), cinque Nastri d'Argento e numerosi altri premi internazionali.Il film si apre con una citazione da Viaggio al termine della notte di Louis-Ferdinand Céline, che funge da chiave di lettura introduttiva per il "viaggio" narrato ne La grande bellezza: «Viaggiare, è proprio utile, fa lavorare l'immaginazione. Tutto il resto è delusione e fatica. Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario. Ecco la sua forza. Va dalla vita alla morte. Uomini, bestie, città e cose, è tutto inventato, è un romanzo, nient'altro che una storia fittizia. Lo dice Littré, lui non si sbaglia mai. E poi in ogni caso tutti possono fare altrettanto. Basta chiudere gli occhi, è dall'altra parte della vita».
Isernia (, IPA: /iˈzεrnja/; Sèrnia in dialetto isernino) è un comune italiano di 21 409 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Molise. Tra i primi insediamenti paleolitici documentati d'Europa, nell'antichità fu una fiorente città sannita, capitale della Lega Italica e in seguito Municipium romano. Nel XIX secolo, dopo l'unità d'Italia fu luogo di reazione borbonica anti-unitaria. Per il bombardamento subito durante la seconda guerra mondiale, Isernia è stata insignita della medaglia d'oro al valor civile. L'istituzione della provincia risale al 1970.
Isabella di Morra, nota anche come Isabella Morra (Favale, 1520 circa – Favale, 1545 o 1546), è stata una poetessa italiana. Lontana da corti e salotti letterari, visse sotto la prepotenza dei fratelli e segregata nel proprio castello, dove si occupò della sua produzione letteraria. La sua breve vita, contrassegnata da isolamento e tristezza, si concluse con il suo assassinio da parte degli stessi fratelli a causa di una presunta relazione clandestina con il barone Diego Sandoval de Castro che subì la medesima sorte. Sconosciuta in vita, Isabella di Morra acquistò una certa fama dopo la morte, grazie agli studi di Benedetto Croce, e divenne nota per la sua tragica biografia ma anche per la sua poetica, tanto da essere considerata una delle voci più autentiche della poesia italiana del XVI secolo, nonché una pioniera del Romanticismo.Non si conoscono notizie documentate inerenti alla sua vita precedenti alla biografia della famiglia Morra, dal titolo Familiae nobilissimae de Morra historia, pubblicata nel 1629 da Marcantonio, figlio del fratello minore Camillo.
Isabella di Francia (Parigi, 1295 – Hertford, 22 agosto 1358) fu regina consorte d'Inghilterra, come moglie di Edoardo II d'Inghilterra, soprannominata in seguito Lupa di Francia. Fu l'unica superstite dei figli di Filippo IV di Francia e Giovanna I di Navarra. La regina Isabella fu nota all'epoca per la sua bellezza, l'abilità diplomatica e l'intelligenza. Isabella arrivò in Inghilterra all'età di dodici anni durante un periodo di conflitto crescente tra il re e le potenti fazioni baronali. Il suo nuovo marito era famoso per il patronato che aveva profuso per il suo favorito, Pietro Gaveston, ma la regina sostenne comunque il marito Edoardo nel corso di questi primi anni, creando un rapporto di lavoro con il favorito e sfruttò la sua parentela con la monarchia francese per sostenere la propria autorità e il proprio potere. Dopo la morte di Gaveston per mano dei baroni nel 1312, Edoardo si rivolse ad un nuovo favorito, Ugo Despenser il giovane, e tentò di vendicarsi dei baroni, con la conseguente "guerra Despenser" e un periodo di politica di repressione interna. Isabella non potendo tollerare Ugo Despenser, entrò in conflitto con il marito e dal 1325 il suo matrimonio entrò in crisi. Mentre viaggiava in Francia, con la scusa di una missione diplomatica, Isabella iniziò una relazione con Roger Mortimer: i due amanti decisero di deporre Edoardo II e cacciare la famiglia Despenser. La regina ritornò in Inghilterra con un piccolo esercito mercenario nel 1326: grazie ad esso il re venne abbandonato dal suo esercito e, tramite un colpo di stato, Isabella depose Edoardo, diventando reggente per conto di suo figlio, Edoardo III. Molti hanno creduto che Isabella abbia organizzato in seguito l'omicidio del marito. Il regime di Isabella e di Mortimer iniziò a sgretolarsi, sia a causa delle spese sontuose della sovrana, sia per la riuscita, ma impopolare, risoluzione di problemi di lunga durata come le guerre con la Scozia. Nel 1330, Edoardo III depose Mortimer, riprendendo la sua autorità, e facendolo in seguito giustiziare. La regina non venne punita e visse per molti anni nel lusso, seppur non alla corte del figlio, fino alla sua morte nel 1358. Isabella è divenuta una popolare femme fatale nei giochi e nella letteratura nel corso dei secoli, raffigurata solitamente come una bellissima e crudele manipolatrice.
Isabella d'Este (Ferrara, 17 maggio 1474 – Mantova, 13 febbraio 1539) fu una delle donne più autorevoli del Rinascimento e del mondo culturale italiano del suo tempo. Fu reggente del marchesato di Mantova durante l'assenza del marito, Francesco II Gonzaga e per conto del figlio minore, Federico, quinto marchese e futuro duca di Mantova. Nel 1500 incontrò il re di Francia Luigi XII a Milano in missione diplomatica per convincerlo a non inviare le sue truppe contro Mantova. Prolifica scrittrice di lettere, mantenne una corrispondenza per tutta la vita con la cognata Elisabetta Gonzaga. Un'altra sua cognata, Lucrezia Borgia, si dice che abbia avuto una relazione platonica con Francesco, marito di Isabella. Fu mecenate delle arti, nonché capofila della moda, il cui innovativo stile di vestire venne copiato da nobildonne in tutta Italia e alla corte francese. Il poeta Ludovico Ariosto la etichettò come "Isabella liberale e magnanima", mentre Matteo Bandello la descrisse come "suprema tra le donne". Il diplomatico Niccolò da Correggio andò anche oltre, salutandola come "La prima donna del mondo".
Il divo è un film del 2008 scritto e diretto da Paolo Sorrentino, basato sulla vita del senatore a vita Giulio Andreotti negli anni novanta. Il titolo del film, che appare per esteso all'inizio del film, ossia Il divo - La spettacolare vita di Giulio Andreotti, deriva dal soprannome dato ad Andreotti dal giornalista Mino Pecorelli, ispirandosi al titolo di Gaio Giulio Cesare. Presentato in concorso al Festival di Cannes 2008, si è aggiudicato il premio della giuria, ricevendo inoltre numerosi riconoscimenti italiani e internazionali, tra cui anche una candidatura ai premi Oscar 2010 nella categoria miglior trucco.
Giovanni Papini (Firenze, 9 gennaio 1881 – Firenze, 8 luglio 1956) è stato uno scrittore, poeta, saggista e terziario francescano italiano, noto anche col nome religioso di fra' Bonaventura. Intellettuale controverso e discusso, ma anche ammirato per il suo stile di scrittura, fu studioso di filosofia, di religione, critico letterario e acceso polemista, narratore e poeta, divulgatore del pragmatismo e delle avanguardie storiche come il futurismo e il post-decadentismo. Passò da una posizione all'altra su più fronti, sempre insoddisfatto e inquieto: si convertì dall'anticlericalismo e dall'ateismo accesi al cattolicesimo con punte di eterodossia e intransigenza; passò dal maledettismo e dall'interventismo convinto (prima del 1915) all'avversione verso la guerra. Negli anni trenta, dopo essere passato dall'individualismo al conservatorismo, aderisce infine al fascismo, mantenendo comunque un'avversione verso il nazismo e pentendosi poi del razzismo. Morì nel 1956 di malattia del motoneurone (sclerosi laterale amiotrofica di tipo bulbare), che lo affliggeva dal 1952. Pressoché rimosso dalla grande letteratura dopo la scomparsa principalmente per le sue scelte ideologiche, fu apprezzato e rivalutato in seguito; nel 1975, lo scrittore argentino Jorge Luis Borges lo definì un autore "immeritatamente dimenticato".
Eduardo De Filippo, noto anche più semplicemente come Eduardo (Napoli, 24 maggio 1900 – Roma, 31 ottobre 1984), è stato un drammaturgo, attore, regista, sceneggiatore e poeta italiano. Considerato uno dei più importanti autori teatrali italiani del Novecento, è stato autore di numerose opere teatrali da lui stesso messe in scena e interpretate e, in seguito, tradotte e rappresentate da altri anche all'estero. Autore prolifico, lavorò anche nel cinema con gli stessi ruoli ricoperti nell'attività teatrale. Per i suoi meriti artistici e i contributi alla cultura, nel 1981, fu nominato senatore a vita dal Presidente della repubblica Sandro Pertini e gli furono conferite due lauree honoris causa in Lettere dall'Università di Birmingham nel 1977 e dall'Università degli Studi di Roma La "Sapienza" nel 1980. Fu anche proposto per il Premio Nobel per la letteratura. Eduardo resta ancora oggi, assieme a Luigi Pirandello, Dario Fo e Carlo Goldoni, uno degli autori teatrali italiani più apprezzati e rappresentati all'estero.
Il cinema italiano è attivo sin dall'epoca dei fratelli Lumière. I primi filmati risalgono al 1896 e sono stati realizzati nelle principali città della penisola. Questi brevi esperimenti incontrano subito la curiosità del ceto popolare incoraggiando gli operatori a produrre nuove pellicole fino a porre le basi per la nascita di una vera industria cinematografica. Nei primi anni del novecento si sviluppa il cinema muto che avrà il merito di portare alla ribalta numerosi divi italiani e che troverà una battuta d'arresto alla fine della prima guerra mondiale.Negli anni trenta, con l'avvento del sonoro e la nascita di Cinecittà, il cinema italiano vive nuove fasi produttive, sotto il controllo politico e finanziario del regime fascista. Una nuova stagione si compie alla fine della seconda guerra mondiale con la nascita del cinema neorealista che raggiunge per tutto il dopoguerra un vasto consenso di pubblico e critica. Dalla metà degli anni cinquanta fino alla fine degli anni settanta, grazie al cinema d'autore, alla commedia all'italiana ed a molti altri generi, il cinema italiano raggiunge una posizione di grande prestigio sia nazionale che estera. A partire dagli anni ottanta, a causa di molteplici fattori, la produzione italiana attraversa una profonda crisi che non ha impedito la realizzazione di pellicole di qualità, premiate ed apprezzate in tutto il mondo.