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Pedagogia ludica

La pedagogia ludica poggia le sue radici sul significato del gioco come forma di educazione del corpo e della mente. Il gioco a scuola e nelle strutture formative, è uno strumento di grande importanza, poiché favorisce nel bambino non solo lo sviluppo motorio, ma anche quello dal punto di vista relazionale. Il gioco didattico e la didattica ludica vengono introdotti nella scuola dell'infanzia proprio per la dimensione olistica e globale del gioco che stimola l'apprendimento. Il rapporto tra apprendimento e gioco è stato lungamente discusso, questi agisce non solo sulla sfera emotiva, ma anche dal punto di vista del saper fare, il gioco quindi come addestramento tecnico e meccanico, in quanto gli stessi meccanismi cognitivi poggiano sulla motricità, attivando così la conoscenza; in tal senso si esprime Jean Piaget che individua nell'attività motoria il primo modo di conoscere e sperimentare il mondo. Il gioco stimola nello sviluppo del bambino le capacità strategiche, il problem solving, le capacità relazionali e cooperative. Lo storico olandese Huizinga definisce il gioco come un "interlocutore culturale" e quindi come mezzo principale per apprendere: secondo lui la cultura stessa nasce in forma ludica. Nell'ottica didattica e pedagogica il gioco ha come fine primario l'apprendimento, ed è quindi strutturato in tali termini; la pedagogia ha nel gioco una fiducia profonda per le sue caratteristiche di incremento dello sviluppo del bambino e la scuola propone di adottare un atteggiamento ludico che permetta di realizzare l'aspetto pedagogico del gioco.

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