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Aurelio Ambrogio (in latino: Aurelius Ambrosius), meglio conosciuto come sant'Ambrogio (Augusta Treverorum, incerto 339-340 – Milano, 4 aprile 397) è stato un funzionario, vescovo, teologo, scrittore e santo romano, una delle personalità più importanti nella Chiesa del IV secolo. È venerato come santo da tutte le chiese cristiane che prevedono il culto dei santi; in particolare, la Chiesa cattolica lo annovera tra i quattro massimi dottori della Chiesa d'Occidente, insieme a San Girolamo, sant'Agostino e san Gregorio I papa. Conosciuto anche come Ambrogio di Treviri, per il luogo di nascita, o più comunemente come Ambrogio di Milano, la città di cui assieme a san Carlo Borromeo e san Galdino è patrono e della quale fu vescovo dal 374 fino alla morte, nella quale è presente la basilica a lui dedicata che ne conserva le spoglie.
La religione romana è l'insieme dei fenomeni religiosi propri dell'antica Roma considerati nel loro evolvere come varietà di culti, questi correlati allo sviluppo politico e sociale della città e del suo popolo. Le origini della città, e quindi della storia e della religione di Roma, sono controverse. Recentemente l'archeologo italiano Andrea Carandini sembrerebbe aver quantomeno dimostrato di poter datare l'origine di Roma all'VIII secolo a.C., saldando quindi le sue conclusioni, basate sugli scavi da lui condotti nella zona del Palatino, all'età di fondazione stabilita dal racconto tradizionale. Le origini della religione romana vanno individuate nei culti dei popoli pre-indoeuropei stanziati in Italia, nelle tradizioni religiose dei popoli indoeuropei che, probabilmente a partire dal XV secolo a.C., migrarono nella penisola, nelle civiltà etrusca e della Grecia e nelle influenze delle civiltà del Vicino Oriente occorse lungo i secoli. La religione romana cessò di essere la religione "ufficiale" all'interno dell'impero romano con l'Editto di Tessalonica e i successivi editti promulgati a partire dal 380 dall'imperatore romano convertito al Cristianesimo Teodosio I, il quale proibì e perseguitò tutti i culti non cristiani professati nell'Impero, soprattutto quelli pagani. Precedentemente (362-363) c'era stato il vano tentativo dell'imperatore Giuliano di riformare la religione pagana per contrapporla efficacemente al cristianesimo, ormai ampiamente diffuso.
Le persecuzioni dei cristiani nell'Impero romano consistettero in atti di aggressiva intolleranza popolare e nell'assimilazione della religione cristiana ad un crimine contro lo Stato, con la conseguente condanna dei fedeli della nuova religione. Molti proclamarono comunque la propria fede accettando la prigionia, le torture, le deportazioni ed anche la morte: i martiri furono diverse migliaia. Inizialmente tuttavia le autorità locali non ricercavano attivamente i cristiani; le loro comunità continuarono così a crescere, trovando anzi nel culto dei martiri nuovo vigore. Gli imperatori Decio, Valeriano e Diocleziano, spinti anche da considerazioni politiche, ordinarono pertanto persecuzioni più attive e severe, che tuttavia non arrivarono a sradicare il cristianesimo. Nel 311 Galerio emanò l'Editto di Serdica che concedeva ai cristiani il perdono, poi confermata da Costantino I, che accordò al cristianesimo lo status di religio licita ("Editto di Milano") nel 313. Gli ultimi strascichi delle persecuzioni si sovrapposero alle prime lotte contro gli eretici; dopo pochi decenni sarebbero iniziate le persecuzioni dei pagani. Molti studiosi a partire dal XVIII secolo hanno talvolta ridimensionato la portata numerica delle persecuzioni, a loro parere esagerata dagli storici cristiani.
Marco Aurelio Antonino Augusto (in latino: Marcus Aurelius Antoninus Augustus; nelle epigrafi: IMP·CAES·M·AVREL·ANTONINVS·AVG; Roma, 26 aprile 121 – Sirmio o Vindobona, 17 marzo 180), meglio conosciuto semplicemente come Marco Aurelio, è stato un imperatore, filosofo e scrittore romano. Su indicazione dell'imperatore Adriano, fu adottato nel 138 dal futuro suocero e zio acquisito Antonino Pio che lo nominò erede al trono imperiale. Nato come Marco Annio Catilio Severo (Marcus Annius Catilius Severus), divenne Marco Annio Vero (Marcus Annius Verus), che era il nome di suo padre, al momento del matrimonio con la propria cugina Faustina, figlia di Antonino, e assunse quindi il nome di Marco Aurelio Cesare, figlio dell'Augusto (Marcus Aurelius Caesar Augusti filius) durante l'impero di Antonino stesso.Marco Aurelio fu imperatore dal 161 sino alla sua morte, avvenuta per malattia nel 180 a Sirmio secondo il contemporaneo Tertulliano o presso Vindobona. Fino al 169 mantenne la coreggenza dell'impero assieme a Lucio Vero, suo fratello adottivo nonché suo genero, anch'egli adottato da Antonino Pio. Dal 177, morto Lucio Vero, associò al trono suo figlio Commodo. È considerato dalla storiografia tradizionale come un sovrano illuminato, il quinto dei cosiddetti "buoni imperatori" menzionati da Edward Gibbon. Il suo regno fu tuttavia funestato da conflitti bellici (guerre partiche e marcomanniche), da carestie e pestilenze.Marco Aurelio è ricordato anche come importante filosofo stoico, autore dei Colloqui con sé stesso (Τὰ εἰς ἑαυτόν nell'originale in greco). Alcuni imperatori successivi utilizzarono il nome "Marco Aurelio" per accreditare un inesistente legame familiare con lui.
Le critiche alle dottrine e alle pratiche del cristianesimo, da non confondere con gli atteggiamenti negativi o l'opposizione generale nei confronti dei cristiani (vedi cristianofobia), hanno una lunga storia che si estende fin dall'iniziale formazione della nuova religione durante l'impero romano. I critici hanno attaccato le credenze e gli insegnamenti cristiani, nonché le azioni da loro condotte che vanno dalle persecuzioni contro gli ebrei e i pagani alle crociate nel Medioevo, dall'Inquisizione alle guerre di religione, dal moderno fondamentalismo cristiano al terrorismo cristiano. Gli argomenti intellettuali contro il cristianesimo comprendono le supposizioni che la vogliono come una fede che incita alla violenza, fatta di corruzione e di superstizione e ricolma di pregiudizio, fino alle accuse di politeismo (riferite alla dottrina trinitaria) e di bigottismo. Nel corso della storia del cristianesimo, il filosofo neoplatonico Porfirio (234-305) emerse come uno dei maggiori critici, attraverso il suo libro intitolato Contro i cristiani (Adversus Christianos); Porfirio sostenne che il cristianesimo fosse essenzialmente fondato su false profezie le quali non si erano ancora realizzate. A seguito dell'adozione del cristianesimo come religione di Stato, tutte le voci religiose dissenzienti furono gradualmente soppresse sia dal governo politico sia dalle autorità ecclesiastiche. La Riforma protestante portò ad una divisione radicale del cristianesimo europeo e ciò fece riaccendere le voci critiche sulla fede cristiana, sia dall'interno che dal suo esterno. Con la rivoluzione scientifica e l'età dell'Illuminismo, il cristianesimo sperimentò ulteriori attacchi da parte di grandi pensatori e filosofi come Voltaire, David Hume, Thomas Paine e il barone Paul Henri Thiry d'Holbach, a cui seguì la scristianizzazione della Francia durante la Rivoluzione francese. Il tema centrale di queste critiche fu la negazione della precisione storica della Bibbia cristiana e la percezione della corruzione delle autorità religiose. Altri pensatori, come Immanuel Kant, lanciarono i primi assalti sistematici e completi alla teologia cristiana, tentando di confutarne gli argomenti teistici sull'esistenza di Dio. Durante la storia moderna il cristianesimo affrontò critiche sostanziali da una vasta gamma di movimenti politici e di ideologie. Alla fine del XVIII secolo la Rivoluzione francese ebbe tutta una serie di politici e filosofi che criticarono - anche aspramente - le dottrine cristiane tradizionali, precipitando in un'ondata di anticlericalismo e laicismo durante la quale furono chiuse centinaia di chiese e migliaia di sacerdoti vennero deportati. Dopo la rivoluzione i più eminenti filosofi del liberalismo e del comunismo, come John Stuart Mill e Karl Marx, criticarono la dottrina cristiana per il motivo che era asservita al conservatorismo e all'antidemocrazia. Friedrich Nietzsche affermò che il cristianesimo promuovesse una sorta di "morale degli schiavi" (vedi Moralità signore-servo), che non faceva altro che sopprimere i desideri presenti nella volontà umana. La Rivoluzione d'ottobre attuata dal bolscevismo, la Rivoluzione comunista cinese e molti altri movimenti rivoluzionari contemporanei hanno anch'essi portato ad una critica serrata della religione cristiana. La risposta formale dei cristiani a tali critiche è descritta come apologetica cristiana. I filosofi come Agostino d'Ippona e Tommaso d'Aquino sono stati solo alcuni dei più importanti difensori della religione cristiana sin dalla sua fondazione.
Flavio Valerio Aurelio Costantino, conosciuto anche come Costantino il Vincitore, Costantino il Grande e Costantino I (in latino: Flavius Valerius Aurelius Constantinus; in greco antico: Κωνσταντίνος ὁ Μέγας, Konstantínos o Mégas; Naissus, 27 febbraio 274 – Nicomedia, 22 maggio 337), è stato un imperatore romano dal 306 alla sua morte. Costantino è una delle figure più importanti dell'Impero romano, che riformò largamente e nel quale permise e favorì la diffusione del cristianesimo. Tra i suoi interventi più significativi, la riorganizzazione dell'amministrazione e dell'esercito, la creazione di una nuova capitale a oriente, Costantinopoli, e la promulgazione dell'Editto di Milano sulla libertà religiosa. La Chiesa ortodossa e le Chiese di rito orientale lo venerano come santo, presente nel loro calendario liturgico, col titolo di Eguale agli apostoli; mentre il suo nome non è presente nel Martirologio Romano, il catalogo ufficiale dei santi riconosciuti dalla Chiesa cattolica.
L'arco di Costantino è un arco trionfale a tre fornici (con un passaggio centrale affiancato da due passaggi laterali più piccoli), situato a Roma, a breve distanza dal Colosseo. Oltre alla notevole importanza storica come monumento, l'Arco può essere considerato come un vero e proprio museo di scultura romana ufficiale, straordinario per ricchezza e importanza. Le dimensioni generali del prospetto sono di 21 m di altezza, 25,9 metri di larghezza e 7,4 m di profondità.
Cesare Tito Elio Adriano Antonino Augusto Pio, nato come Tito Aurelio Fulvo Boionio Arrio Antonino (in latino: Titus Aurelius Fulvus Boionius Arrius Antoninus Pius; Lanuvio, 19 settembre 86 – Lorium, 7 marzo 161), è stato un imperatore romano dal 138 al 161. Imperatore saggio, l'epiteto pius gli venne attribuito per il sentimento di amore filiale che manifestò nei confronti del padre adottivo che fece divinizzare. Il suo regno fu caratterizzato da un'epoca di pace interna e di floridezza economica. L'unico fronte in movimento fu quello in Britannia, dove Antonino avanzò oltre il Vallo di Adriano, facendo erigere un altro vallo più a nord, che però fu abbandonato dopo solo venti anni dalla costruzione. Antonino mantenne sempre un atteggiamento deferente verso il senato, amministrò saggiamente l'impero evitando sperperi e non avviò nuove costruzioni importanti o riforme urbanistiche. Fu attento alle tradizioni religiose senza però perseguitare i culti non ufficiali. In questo periodo l'impero ottenne il pieno consenso delle élite cittadine e delle province, che beneficiavano ampiamente della Pax Romana.
Aurelio Agostino d'Ippona (in latino: Aurelius Augustinus Hipponensis; Tagaste, 13 novembre 354 – Ippona, 28 agosto 430) è stato un filosofo, vescovo e teologo romano di origine nordafricana e lingua latina. Conosciuto come sant'Agostino, è Padre, dottore e santo della Chiesa cattolica, detto anche Doctor Gratiae ("Dottore della Grazia"). Forse il maggiore rappresentante della Patristica, è stato definito da Monsignor Antonio Livi «il massimo pensatore cristiano del primo millennio e certamente anche uno dei più grandi geni dell'umanità in assoluto». Se le Confessioni sono la sua opera più celebre, si segnala per importanza, nella vastissima produzione agostiniana, La città di Dio.