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La Venerabile Arciconfraternita della Misericordia di Livorno, è una associazione laicale di volontari di ispirazione cristiana cattolica romana, fondata nel 1595 per l'esercizio e la realizzazione delle opere di Misericordia, spirituali e materiali, soccorrendo ai bisogni della popolazione (assistenza sanitaria, sepoltura per i derelitti, assistenza materiale e spirituale ai poveri e ai carcerati, assistenza ed educazione alle donne ed ai fanciulli abbandonati).
Livorno (pronuncia: [liˈvorno], ) è un comune italiano di 156 299 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Toscana. Terza città della regione per popolazione (dopo Firenze e Prato), ospita da sola quasi la metà degli abitanti della propria provincia; con i comuni limitrofi di Pisa e Collesalvetti costituisce inoltre un vertice di un "triangolo industriale", la cui popolazione complessiva ammonta a oltre 260 000 abitanti. È situata lungo la costa del Mar Ligure ed è uno dei più importanti porti italiani, sia come scalo commerciale sia come scalo turistico, centro industriale di rilevanza nazionale, da tempo in declino, tanto da essere riconosciuta nel 2015 come "area di crisi industriale complessa". Tra tutte le città toscane è solitamente ritenuta la più moderna, sebbene nel suo territorio siano presenti diverse testimonianze storiche, artistiche e architettoniche sopravvissute ai massicci bombardamenti della seconda guerra mondiale e alla successiva ricostruzione. La città, notevolmente sviluppatasi dalla seconda metà del XVI secolo per volontà dei Medici prima e dei Lorena in seguito, fu importante porto franco frequentato da numerosi mercanti stranieri, sede di consolati e compagnie di navigazione. Ciò contribuì ad affermare, sin dalla fine del Cinquecento, i caratteri di città multietnica e multiculturale per eccellenza, dei quali sopravvivono importanti vestigia, quali chiese e cimiteri nazionali, palazzi, ville e opere di pubblica utilità indissolubilmente legate ai nomi delle importanti comunità straniere che frequentarono il porto franco fino alla seconda metà dell'Ottocento. Questa vocazione internazionale portò a identificare la città come Leghorn nel Regno Unito e negli Stati Uniti d'America, Livourne in Francia, Liorna in Spagna, ecc., analogamente alle più importanti capitali di stato dell'epoca. Tra il XIX secolo e i primi anni del Novecento, parallelamente all'avvio del processo di industrializzazione, Livorno fu anche una meta turistica di rilevanza internazionale per la presenza di rinomati stabilimenti balneari e termali, che conferirono alla città l'appellativo di Montecatini al mare. Livorno è sede dell'Accademia navale della Marina Militare, del comando e di due reggimenti della Brigata paracadutisti "Folgore" dell'Esercito Italiano, del 1º Reggimento carabinieri paracadutisti "Tuscania", del 9º Reggimento d'assalto paracadutisti "Col Moschin" inquadrato nelle forze speciali dell'Esercito Italiano e del Gruppo di intervento speciale dei Carabinieri; inoltre è sede di Direzione Marittima del Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera.
Lina Guenna in Borgo (Novi Ligure, 1º giugno 1869 – Asti, 11 gennaio 1932) è stata una pedagogista italiana. Carmelina (Lina) Guenna nacque a Novi Ligure il 1º giugno 1869. I genitori, Giuseppe Guenna e Luigia Traverso, erano entrambi di famiglia benestante. Lina nacque e trascorse la sua infanzia a Novi Ligure, cittadina ospitale e vivace sia dal punto di vista culturale che economico e politico, caratterizzata da una quantità di iniziative. L'infanzia di Lina trascorse serena e senza problemi, la sua famiglia era molto numerosa, in totale i figli di Giuseppe Guenna e Luigia Traverso sarebbero stati nove, di cui cinque morti giovanissimi. Spesso in casa Guenna si tenevano ricevimenti con illustri invitati, tra i quali giovani musicisti allievi di Giuseppe, scrittori, storici ed educatori. Questi incontri lasciarono un forte segno sulla personalità e sulla formazione di Lina, e la passione per la musica, l'accompagnerà sempre e verrà utilizzata ampiamente dall'educatrice in campo pedagogico didattico. Lina utilizzerà anche il teatro come strumento didattico ed educativo e la vedrà autrice di testi teatrali pensati e scritti per i suoi alunni. Sulla sua formazione professionale molta influenza avrà il pensiero e il metodo di Gian Francesco Capurro, ideatore, di un sistema innovativo per insegnare a leggere ed a scrivere, che associava suono e forma di ogni lettera ad un oggetto di uso comune, che graficamente le assomigliasse. Nel 1872, per opera del maestro Angelo Bovone, furono anche istituiti a Novi e a Tortona corsi teorici-pratici, per insegnarlo ai maestri di entrambi i sessi, con attestato finale rilasciato dall'inventore del metodo, che ne ha il brevetto. Lina vive dunque in un ambiente culturale e familiare molto ricco e fertile che influenzò la sua curiosità intellettuale, che le permetteranno di muoversi con disinvoltura in vari campi della pedagogia, ma non solo, anche della politica, della scrittura, del teatro. In questi anni Lina inizia ad acquisire quelle competenze pedagogiche e a maturare quegli ideali socialisti che l'accompagneranno per tutta la vita. Le sue mansioni sono molto umili. Intraprese gli studi che la portarono a conseguire la patente per l'insegnamento. Nel 1861 una legge, stabiliva, che ci si poteva presentare all'esame della patente di insegnamento senza obbligatorietà di frequenza di corsi istituiti dal ministero. L'esame non era particolarmente difficile. La figura della maestra era da poco nata in Italia, venne istituzionalizzata dal Conte Gabrio Casati, ministro dell'Istruzione del nuovo Regno, che prevedeva esplicitamente un “soggetto donna”, per quanto riguardava il corso elementare e la Scuola Normale. La legge stabiliva che le donne potessero iscriversi alla Scuola Normale ed essere assunte in servizio ad una età inferiore a quella dei maschi, e che in qualunque situazione, a parità di diploma, di luogo e di classe di insegnamento, alle donne andava corrisposto uno stipendio pari ai due terzi di quello maschile. I Comuni, afflitti da una penuria di risorse, e poco disponibili ad investire sull'istruzione, attuavano un notevole risparmio assumendo nel ruolo di insegnanti giovani donne. La scelta di Lina di studiare privatamente, da autodidatta, per ottenere la patente, le permetteva, di affrontare e approfondire questioni e temi pedagogici e didattici, che presto l'avrebbero fatta assumere funzioni più gratificanti e quasi dirigenziali nelle strutture educative. Stimolò inoltre il suo interesse per la musica, il teatro e le conversazioni dotte che formarono la sua personalità e dai quali trasse motivazione per la sua attività di scrittrice, giornalista, conferenziera. I mesi tra il 1882 e 1893, furono quelli fondamentali per la sua formazione. Tredicenne, precocemente orfana, per aiutare la famiglia in profonda crisi economica, iniziò a lavorare in un asilo; dieci anni dopo è la vicedirettrice dell'appena nato istituto Asilo Garibaldi. In questo periodo avviene anche il suo avvicinamento alle idee del mondo socialista. La situazione economica vissuta la rende poco accetta nell'ambiente piccolo borghese di Novi. Lina si identifica quindi sempre di più nelle idee di quelle famiglie operaie che avevano dato vita a quell'asilo in cui lavorava. Inizia a frequentare intellettuali e gli ambienti massoni e anarchici. La condivisione delle idee massoniche sicuramente ha influenzato l'Idea di scuola di Lina ispirata ad un credo laico. Dopo la morte del padre Giuseppe, musicista, terminò col massimo dei voti gli studi alla scuola superiore magistrale di Alessandria. A 21 anni, nel 1890, fu tra i fondatori dell'Asilo Comunale di Novi, oggi Asilo Giuseppe Garibaldi. Divenuta anche giornalista, nel 1896 fu caporedattrice del periodico socialista alessandrino “Il Fuoco”, diretto da Enrico Borgo, che sposò tre anni dopo e dal quale ebbe sei figli. Nel 1897 fu nominata direttrice del Convitto Normale di Alessandria e due anni dopo membro permanente della Commissione Provinciale di Alessandria per l'Educazione Elementare. Nel 1906, a 37 anni, divenne direttrice onoraria dell'asilo Giuseppe Garibaldi da lei fondato sedici anni prima. Dopo la morte del marito Enrico, il 14 novembre 1910, nel 1911 si trasferì ad Asti dove accettò l'offerta degli operai della vetreria e della Way Assauto di dirigere e potenziare un modesto asilo d'infanzia dedicato al socialista spagnolo Francesco Ferrer, oggi Scuola Materna Statale Lina Borgo. Nel 1912 diede vita al primo orfanotrofio laico, potendo contare su contributi conferiti saltuariamente da facoltosi personaggi della città. Impegnata in politica e fervente socialista, Lina Guenna Borgo seguì un metodo pedagogico che, rivolto a bambini in età prescolare, presentava aspetti di responsabilizzazione sociale e seguiva concetti ispirati al culto della libertà cosciente, della tolleranza e del ripudio della violenza. Si nota, nel periodo, lo spettacolo teatrale allestito ad Asti nel 1913 ed intitolato “Ramo d'Ulivo”, interpretato dagli stessi bambini dell'asilo, inneggiante all'Unione europea. I locali dell'Asilo in cui lavorava Lina erano malsani ed in pessime condizioni; il giornale locale La Società ne denunciò lo stato di degrado. Nel 1882 era stato fondato un comitato cittadino che ricercava fondi per le opere caritatevoli attraverso iniziative varie: spettacoli teatrali, veglioni, lotterie, raccolte fondi. Queste permisero l'aumento di stipendio di quelle insegnanti che erano dedite a opere pie efficaci dal punto di vista pedagogico ed educativo. Nel 1890 si individuò la zona di nuova ubicazione dell'asilo in proprietà comunale. Nel 1893, festa dello Statuto, ebbe la solenne inaugurazione dell'Asilo Garibaldi. A rispondere a tutte le autorità, sarà proprio Lina Guerra, ventiquattrenne, che in qualità di vicedirettrice pronunciò un discorso che fu molto apprezzato. Lina si fidanzò con Enrico Borgo, e si sposarono nel 1896. Enrico Svolgeva attività di capo contabile presso l'ospedale civile e si dedicò anche al giornalismo. L'incontro con Lina, donna determinata e sicura di sé, rappresento per Enrico un momento di grande cambiamento. Lei è una donna forte mentre Enrico è più sensibile forse anche più semplice e ingenuo, hanno 5 anni di differenza. Lina collabora con il marito nell'attività giornalistica usando lo pseudonimo di Fiamma. I suoi articoli si occupano dell'emancipazione femminile, insistendo sull'importanza di un'istruzione per le donne. La donna dovrebbe avere sempre un'istruzione simile all'uomo. Lina Guenna, ebbe occasione di fare un incontro importante per la sua formazione pedagogica con Carlo Zanzi, a cui erano stati affidati dei corsi dell'Università. Lina all'Università Popolare tenne lezioni e conferenze. L'amministrazione comunale di Alessandria aveva introdotto fin dal 1900 nell'orfanotrofio, testi di preghiere laiche, e nel 1905 ci fu l'attuazione della laicizzazione delle Opere Pie, di cui Enrico Borgo era capo contabile. La direttrice del servizio fu Lina Borgo Guenna, che svolse questo incarico con grande impegno e serietà e dimostrò ottime doti organizzative. Nel 1910 il marito Enrico muore a causa di una polmonite. La sua morte portò un declino economico della famiglia, quindi Lina decise di accettare la direzione di un asilo nido d'infanzia voluto dai vetrai d'Asti. Nel 1911 si trasferisce ad Asti ed inizia qui una nuova fase della vita, caratterizzata dalla sua opera di educatrice.
L'Istituto degli Innocenti (già Spedale degli Innocenti) è un edificio che si trova in piazza Santissima Annunziata a Firenze. L'Ospedale nasce grazie ad un lascito di mille fiorini da parte del mercante pratese Francesco Datini all’Ospedale di Santa Maria Nova per creare un luogo di accoglienza per l’infanzia abbandonata. Il termine "spedale" deriva dall'antico dialetto fiorentino, mentre il nome sarebbe da intendersi come "ospedale dei bambini abbandonati", in riferimento all'episodio biblico della strage degli innocenti. È stato il primo brefotrofio specializzato d'Europa e una delle prime architetture rinascimentali al mondo, forse la prima in assoluto, ed è basato su progetto iniziale di Filippo Brunelleschi. Ospita a tutt'oggi due asili nido, una scuola materna, tre case famiglia destinate all'accoglienza di bambini in affido familiare e madri in difficoltà, nonché alcuni uffici di ricerca dell'UNICEF; con la legge 451/1997 l'istituto è divenuto il Centro nazionale di documentazione e analisi sull'infanzia e l'adolescenza, punto di riferimento nazionale ed europeo per la promozione della cura dei diritti dell'infanzia. Commissionato dalle arti maggiori fiorentine.
Il Granducato di Toscana fu un antico Stato italiano esistito per duecentonovanta anni, tra il 1569 e il 1859, costituito con bolla emessa da papa Pio V il 27 agosto 1569, dopo la conquista della repubblica di Siena da parte della dinastia dei Medici, reggitori della Repubblica di Firenze, nella fase conclusiva delle guerre d'Italia del XVI secolo. Fino alla seconda metà del XVIII secolo fu uno stato confederale costituito dal Ducato di Firenze (detto "Stato vecchio") e dallo Stato Nuovo di Siena, in unione personale nel granduca. Il titolo traeva origine da quello del Ducato di Tuscia, poi Marca di Tuscia e quindi Margraviato di Toscana, titolo giuridico di governo del territorio di natura feudale in epoca longobarda, franca e post-carolingia. Dopo l'estinzione della dinastia medicea, nel 1737 subentrò la dinastia degli Asburgo-Lorena, che resse le sorti del granducato sino all'unità d'Italia, pur con l'interruzione dell'epoca napoleonica. Tra il 1801 ed il 1807, infatti, Napoleone Bonaparte occupò la Toscana e l'assegnò alla casata dei Borbone-Parma col nome di regno d'Etruria. Col crollo dell'impero napoleonico nel 1814, venne restaurato il granducato. Nel 1859 la Toscana venne occupata dalle truppe del regno di Sardegna e divennero note col nome di Province dell'Italia Centrale. La Toscana venne formalmente annessa al regno sardo nel 1860, come parte del processo di unificazione nazionale, con un referendum popolare che sfiorò il 95% dei si.
Via delle Casine si trova a Firenze, dal lungarno della Zecca Vecchia a via Ghibellina.