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Le piante (Plantae Haeckel, 1866) sono organismi uni o pluricellulari, eucarioti foto-aerobici, con cloroplasti di origine endosimbiotica primaria. Vi sono più di 400 000 specie di piante catalogate. Sono piante gli alberi, gli arbusti o cespugli, le erbe, i rampicanti, le succulente, le felci, i muschi, alghe verdi e molti altri ancora. La maggior parte delle piante sono incluse nel gruppo delle Angiosperme, con circa 250 000 specie, che si distinguono dagli altri gruppi per la produzione di fiori, seguita, dopo l'impollinazione, dalla formazione di semi racchiusi e protetti all'interno di un frutto. Le branche della biologia più importanti che si occupano dello studio delle piante sono la botanica per la sistematica e l'anatomia, la fisiologia vegetale per il loro funzionamento e l'ecologia vegetale, che studia la distribuzione delle piante e l'effetto dei fattori ambientali che influenzano tale distribuzione, nonché le interazioni tra le piante e gli altri organismi.
Le piante carnivore (anche piante insettivore) sono piante che intrappolano e consumano protozoi e animali, specialmente insetti e altri artropodi, al fine di ottenere i nutrienti essenziali per la loro crescita. Tale singolare caratteristica è il risultato di un adattamento ad ambienti quali paludi, torbiere o rocce affioranti, in cui il suolo, a causa della forte acidità, è scarso o completamente privo di nutrienti e, in particolare, d'azoto, che viene così integrato dalla pianta attraverso la digestione delle proteine animali. Il primo a scrivere un trattato sulle piante carnivore fu Charles Darwin nel 1875. Esistono circa 600 specie di piante carnivore diffuse in tutto il mondo distribuite in circa 12 generi e 5 famiglie. In aggiunta alle citate, esistono in natura anche circa trecento specie di piante protocarnivore, divise in diversi generi, che possiedono alcune ma non tutte le caratteristiche per essere considerate vere carnivore.
Una pianta officinale è un organismo vegetale usato nelle officine farmaceutiche o erboristiche per la produzione di specialità medicinali. Sono considerate piante officinali piante medicinali, aromatiche e da profumo inserite negli elenchi specifici e nelle farmacopee dei singoli paesi. Il numero e il tipo di piante officinali varia da paese a paese a seconda delle tradizioni. Il più comune utilizzo di piante officinali è quello di correttori del gusto: molti farmaci o preparati farmaceutici hanno originariamente un gusto sgradevole, che quindi viene "corretto" con l'aggiunta di sostanze di origine vegetale. Le piante officinali, ad esempio, sono quelle usate per conferire a sciroppi o a caramelle il gusto di fragola, arancia, limone, ecc.
La patata (Solanum tuberosum L.) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Solanaceae (Dicotiledoni), originaria del Perù, della Bolivia, del Messico e del Cile e portata in Europa dagli spagnoli nel XVI secolo intorno al 1570. Non si conoscono varietà spontanee né si sa da quale specie originaria di Solanum si sia originata la patata diffusa dal Centro e Sud America e ora consumata in diverse parti del mondo.
Il melograno (Punica granatum, L.) è una pianta caducifoglia appartenente alla famiglia delle Lythraceae secondo la classificazione APG, (era Punicaceae) e al genere Punica, originario di una regione geografica che va dall'Iran alla zona himalayana dell'India settentrionale, e presente sin dall'antichità nel Caucaso e nell'intera Macchia mediterranea. Il frutto viene chiamato melagrana ed è coltivato da molti millenni. L'unica altra specie appartenente a Punica è la Punica protopunica (Melograno di Socotra), endemica dell'isola di Socotra, (Oceano Indiano). Differisce per avere fiori rossi, o rosa, di minori dimensioni, e frutti meno dolci.
Per pianto si intende comunemente l'atto di produrre e rilasciare lacrime in risposta ad un'emozione, sia essa negativa (dolore), che positiva (gioia). Queste due componenti, lacrimazione ed emozione, possono anche non essere compresenti. Nei neonati, per esempio, data l'immaturità del dotto lacrimale, si può verificare un pianto senza lacrime. Altre situazioni, invece, determinano spremitura della ghiandola lacrimale in assenza di un'emozione correlata, come il contatto dell'occhio con sostanze irritanti (solfuri organici contenuti nella cipolla) o l'innervazione della ghiandola lacrimale da parte di neuroni secretagoghi diretti primitivamente alle ghiandole salivari (definita "pianto del coccodrillo").Infine, il cosiddetto "piangere dal ridere" descrive una situazione dove non è tanto l'emozione gioiosa a determinare lacrimazione, quanto il complesso delle attivazioni muscolari determinato dal riso. Il piangere è stato definito come "un complesso fenomeno secretomotore caratterizzato dall'effusione di lacrime da parte dell'apparato lacrimale, senza alcuna irritazione per le strutture oculari", in cui un collegamento neuronale tra la ghiandola lacrimale e le aree del cervello è coinvolto in un'emozione dapprima controllata. Si ritiene che nessun altro essere vivente oltre l'uomo possa produrre lacrime come risposta ai diversi stati emozionali, benché ciò non sia del tutto corretto per diversi scienziati.Le lacrime prodotte durante pianti emozionali presentano una composizione chimica diversa dagli altri tipi di lacrime: contengono infatti un quantitativo significativamente più alto di ormoni prolattina, ormoni adrenocorticotropo, leu-encefalina (un oppioide endogeno e potente anestetico), potassio e manganese.Stando ad uno studio su oltre 300 individui adulti, in media gli uomini piangono una volta ogni mese, mentre le donne piangono almeno cinque volte al mese, specialmente prima e durante il ciclo mestruale, quando il pianto può incrementare anche di cinque volte, spesso senza evidenti ragioni (come depressione o tristezza). In molte culture è più socialmente accettabile per donne e bambini piangere che per gli uomini.
Il termine pianta aromatica indica piante contenenti sostanze di odore gradevole, gli aromi, ricchi di oli essenziali, la cui funzione biologica si ipotizza possa essere: di difesa dagli insetti fitofagi, per i quali risultano repellenti; di stimolanti il metabolismo vegetale; nei fiori di attrazione per gli insetti pronubi; di agenti allelopatici per la difesa e la competizione con altre specie, e di difesa dagli erbivori. Ha ormai poco peso, per ovvie ragioni evoluzionistiche, la teoria che gli oli essenziali siano semplicemente inerti sostanze di scarto del catabolismo, dato che essi non sono inerti e la loro creazione e compartimentazione specifica comporta una spesa di energie che risulterebbe poco adattiva. Spesso vengono confuse con le spezie, ma queste vengono usate secche.
Il litchi, nefelio o ciliegia della Cina (Litchi chinensis Sonn.) è una pianta della famiglia Sapindaceae, unica specie del genere Litchi. È una pianta tropicale e subtropicale originaria della Cina meridionale e del sud-est asiatico, oggi coltivata in molte parti del mondo. Il frutto fresco ha una polpa bianca, delicata e profumata.L'albero del litchi è un sempreverde che raggiunge i 10-20 metri d'altezza, e porta frutti che possono raggiungere i 5 centimetri di lunghezza e i 4 di larghezza. L'esterno del frutto presenta una buccia di un colore che va dal rosa al rosso, estremamente scabra. La buccia non è commestibile ma si può togliere con facilità. L'interno del frutto presenta uno strato di polpa dolce, bianca e traslucida. I litchi entrano a far parte di una ampia varietà di piatti e dessert, e in Cina sono particolarmente popolari. I litchi, oltre che in Cina, sono coltivati anche in Thailandia, Vietnam, Giappone, Bangladesh, Madagascar e nell'India settentrionale. Anche Sudafrica e Stati Uniti hanno una produzione rilevante di questo frutto. Nel Mediterraneo con opportuni accorgimenti può sopravvivere solo nella fascia climatica del limone, preferendo di tale fascia la parte più calda: estese e produttive piantagioni esistono in Israele. In Italia ci sono alcune coltivazioni in Sicilia e in Calabria, ma data la temperatura potrebbe sopravvivere anche in Sardegna, dove non geli. Il litchi è coltivato da molto tempo, e il primo documento scritto che ne attesta la coltivazione risale al 1059 La coltivazione è cominciata in un'area meridionale della Cina, in Malaysia, e Vietnam. Alberi selvatici crescono ancora nella cina meridionale e sull'isola di Hainan. Ci sono molte storie riguardo all'uso del frutto come prelibatezza alla corte imperiale cinese. Fu per la prima volta descritto e fatto conoscere a occidente nel 1782.
Ficus retusa (L., 1767) è una specie di Ficus tropicale, appartenente alla famiglia delle Moraceae.