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Piccarda Donati

Piccarda Donati (Firenze, metà XIII secolo – Firenze, fine XIII secolo) è stata una nobildonna e religiosa italiana. Piccarda, fatta uscire con la forza dal convento dell'Ordine delle Clarisse nel quale aveva scelto di rinchiudersi prendendo come sposo Cristo, fu costretta dal fratello Corso Donati, tra il 1283 e il 1293, a sposare un ricco rampollo, Rossellino della Tosa, uno dei Neri più facinorosi. Si dice che provvidenzialmente morì di lebbra prima che le nozze fossero consumate, ma si suppone sia solamente una leggenda. Piccarda è il primo personaggio che Dante incontra nel Paradiso (c. III, sebbene venga citata da suo fratello Forese anche in Pg XXIV) e si può dire che ella racchiuda in sé gli elementi di fondo dell'intera cantica, quali l'ordine, la carità e la grazia di Dio. La donna diventa il mezzo attraverso cui Dante capta delle importanti notizie sulle caratteristiche delle anime beate: esse, pur essendo disposte in diversi cerchi concentrici a seconda della loro maggiore o minore vicinanza a Dio, non provano sentimenti di invidia e non desiderano altro al di fuori di ciò che hanno, in quanto tutto è voluto da Dio ed è nella volontà di Dio che loro trovano la pace. Piccarda Donati narra anche la vicenda di Costanza d'Altavilla, madre di Federico II di Svevia, costretta secondo una leggenda a rinunciare come lei ai suoi voti per sposare Enrico VI. All'interno dell'opera trova spesso confronto con altre due figure femminili: Francesca da Rimini e Pia de' Tolomei.

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