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La violenza contro le donne è la violenza perpetrata contro le donne basata sul genere, ed è ritenuta una violazione dei diritti umaniTermine usato molto spesso per definire la violenza contro le donne è violenza di genere. La violenza di genere riguarda donne e bambine, ma coinvolge anche minorenni come ad esempio nel caso della violenza assistita. Questa terminologia è largamente usata sia a livello istituzionale che da persone e associazioni di donne che operano nel settore. Nel 1999 le Nazioni Unite hanno deliberato che il 25 novembre venga considerato come la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
Il tema dei diritti delle donne si è sviluppato giuridicamente sul finire del XVIII secolo grazie alla Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina (Déclaration des droits de la femme et de la citoyenne, 1791) di Olympe de Gouges, la quale si ispirò al modello della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino (1789) e della Rivendicazione dei diritti della donna (A Vindication of the Rights of Woman, 1792) di Mary Wollstonecraft.La rivendicazione per le donne dei diritti civili, della condizione economica femminile e dei diritti politici (suffragio femminile) nonché di un miglioramento della condizione femminile costituiscono la base del femminismo a partire dal XIX secolo attraverso la prima ondata femminista e sviluppatasi nel corso del XX secolo. In alcuni paesi questi diritti sono istituzionalizzati o supportati dalla legge, dall'abitudine locale e dal comportamento, mentre in altri vengono ignorati e soppressi. Essi si differenziano dalle nozioni più ampie dei diritti umani attraverso le pretese di un giudizio storico e tradizionale inerente all'esercizio di tali diritti a favore della controparte maschile. I problemi comunemente associati alla nozione di diritti femminili includono, tuttavia non limitandosi ad essi, al diritto all'integrità e all'autonomia corporea, di essere liberi dalla paura di violenza sessuale (più in genere violenza contro le donne), di votare e reggere pubblici uffici, di stipulare contratti legali, di avere uguali diritti nel diritto familiare, di lavorare ed ottenere una retribuzione equa o uguale a quella maschile, di avere diritti riproduttivi, di possedere proprietà ed infine di avere accesso all'istruzione.
La condizione femminile in Italia ha compiuto, nel tempo, moltissimi progressi, di gran lunga significativi; e le donne si sono viste riconoscere durante il XIX e il XX secolo sempre maggiori diritti, che precedentemente erano riconosciuti solo agli uomini. I pieni diritti tra uomo e donna in Italia sono garantiti e pienamente riconosciuti dal 1 gennaio 1948, con l'entrata in vigore della nuova Costituzione Italiana. Al giorno d'oggi, tuttavia, possono permanere alcune disuguaglianze in ambito politico, sociale ed economico che devono essere ancora pienamente superate. Al 2020, infatti, solo cinque donne hanno ricoperto 3 delle 5 massime cariche dello Stato: la carica di presidente del Senato è stata ricoperta da una donna per la prima volta da Maria Elisabetta Alberti Casellati, in carica dal 24 marzo 2018; quella di presidente della Camera per ben tre volte, da Nilde Iotti (1979-1992), Irene Pivetti (1994-1996) e Laura Boldrini (2013-2018); quella di presidente della Corte Costituzionale per la prima volta dal 2019 al 2020 da Marta Cartabia, in carica per 9 mesi con la scadenza naturale del suo incarico istituzionale. Due tra le cinque massime cariche dello Stato (la prima e la quarta) non ancora ricoperte da donne al momento sono quella del Presidente della Repubblica e del Presidente del Consiglio.
La Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne è una ricorrenza istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999. L'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha designato il 25 novembre come data della ricorrenza e ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare in quel giorno attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema della violenza contro le donne.La data della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne segna anche l'inizio dei "16 giorni di attivismo contro la violenza di genere" che precedono la Giornata mondiale dei diritti umani il 10 dicembre di ogni anno, promossi nel 1991 dal Center for Women's Global Leadership (CWGL) e sostenuti dalle Nazioni Unite, per sottolineare che la violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani. Questo periodo comprende una serie di altre date significative, tra cui il 29 novembre, il Women Human Rights Defenders Day (WHRD), il 1º dicembre, la Giornata mondiale contro l'AIDS e il 6 dicembre, anniversario del massacro del Politecnico di Montreal, quando 14 studentesse di ingegneria furono uccise da un venticinquenne che affermò di voler "combattere il femminismo". Il colore arancione è utilizzato come colore di identificazione della campagna, ogni anno concentrata su un tema particolare. Dal 2014 ha assunto come slogan "Orange the World".In molti paesi, come l'Italia, il colore esibito in questa giornata è il rosso e uno degli oggetti simbolo è rappresentato da scarpe rosse da donna, allineate nelle piazze o in luoghi pubblici, a rappresentare le vittime di violenza e femminicidio. L'idea è nata da un'installazione dell'artista messicana Elina Chauvet, Zapatos Rojos, realizzata nel 2009 in una piazza di Ciudad Juarez, e ispirata all'omicidio della sorella per mano del marito e alle centinaia di donne rapite, stuprate e assassinate in questa città di frontiera nel nord del Messico, nodo del mercato della droga e degli esseri umani. L'installazione è stata replicata successivamente in moltissimi paesi del mondo, fra cui Argentina, Stati Uniti, Norvegia, Ecuador, Canada, Spagna e Italia. La campagna in Italia viene in particolar modo modo portata avanti dal Centri antiviolenza e dalle Associazioni di donne impegnate nell'ambito della Violenza contro le donne.
Stefan Zweig (Vienna, 28 novembre 1881 – Petrópolis, 22 febbraio 1942) è stato uno scrittore, drammaturgo, giornalista, biografo, storico e poeta austriaco naturalizzato britannico. All'apice della sua carriera letteraria, tra gli anni venti e trenta del XX secolo è stato mediatore fra le culture, animato da sentimenti pacifisti e umanisti; è noto come autore di novelle e biografie. Politicamente era internazionalista, cosmopolita ed europeista, espressioni di alcuni sentimenti diffusi durante la Belle Époque, periodo della sua formazione e che egli vede con rimpianto per la pace che regnava specialmente nella Mitteleuropa prima della prima guerra mondiale. Nel primo dopoguerra fu un oppositore fermo dei totalitarismi nascenti, in particolare un convinto antifascista (anche per le sue origini famigliari ebraiche), e lasciò infine l'Europa continentale dopo l'avvento al potere del nazionalsocialismo; rifugiatosi poi in Brasile, si suicidò nel 1942 assieme alla sua seconda moglie.
Resistenti, Storie di donne e uomini che hanno lottato per la giustizia (Insoumis) è un saggio del filosofo bulgaro Cvetan Todorov del 2015. Il libro affronta, in modo personale, le biografie di personaggi che hanno deciso di reagire a soprusi e terrore senza farsi guidare dall'odio e dalla violenza. Todorov ripercorre ed analizza le vite di Etty Hillesum, Germaine Tillion, Boris Pasternak, Aleksandr Solženicyn, Nelson Mandela, Malcolm X, David Shulman, Edward Snowden. Le biografie sono precedute da un'Avvertenza che spiega come la bozza del libro fosse già conclusa al momento dell'attacco terroristico alla redazione di "Charlie Hebdo" e da "Motivazioni" che spiegano cosa ha spinto l'autore ad affrontare le biografie.
De mulieribus claris o De claris mulieribus (italiano: Le donne famose) è un'opera in lingua latina composta da Giovanni Boccaccio tra l'estate del 1361 e quella del 1362, e che raccoglie le biografie di 106 donne famose. L'opera descrive, a scopo morale, le vite di 106 donne dell'Antichità e del Medioevo: attraverso le loro azioni, sia buone che cattive, l'autore intendeva presentare degli esempi e spronare alla virtù. Boccaccio dichiara di aver composto la prima opera che trattasse esclusivamente di donne. L'ispirazione gli era venuta dal De viris illustribus di Francesco Petrarca, che trattava biografie di uomini; Boccaccio compose allora un'opera intitolata De casibus virorum illustrium, contenente le biografie di 56 uomini e donne, e il De mulieribus claris, dedicato a soli personaggi femminili. L'opera fu composta a Certaldo tra l'estate 1361 e l'estate o la fine del 1362. Boccaccio aveva intenzione di dedicare l'opera alla regina Giovanna I di Napoli, ma nel dicembre del 1362 conobbe Niccolò Acciaiuoli, e decise di dedicare il suo componimento alla sorella, Andrea Acciaiuoli, moglie prima di Carlo d'Artus, conte di Monteodorisio, e poi di Bartolomeo di Capua, conte d'Altavilla, affermando poi che l'opera era troppo modesta per essere dedicata ad un grande personaggio come Giovanna.
Biografia del figlio cambiato è una biografia romanzata di Luigi Pirandello scritta da Andrea Camilleri e pubblicata dalla casa editrice Rizzoli nel 2000.
Christine de Pizan, o anche Christine de Pisan, nata Cristina da Pizzano (Venezia, 1365 – Monastero di Poissy, 1430 circa), è stata una scrittrice e poetessa italiana naturalizzata francese. Poetessa, scrittrice e filosofa, è riconosciuta in Europa come la prima scrittrice di professione e, quattro secoli prima di Madame de Staël, la prima storica laica. Nelle sue opere liriche e narrative trae spunto dalla propria esperienza di vita, e non dalla tradizione religiosa o mitologica, come era frequente al tempo. Ha redatto una biografia nel 1404 di Carlo V di Francia riportando eventi di cui era stata testimone oculare e consultando fonti bibliografiche. A capo di uno Scriptorium in cui riproduceva libri miniati molto apprezzati, è molto famosa inoltre per aver dato inizio alla cosiddetta Querelle des femmes: dopo avere letto due opere rispettivamente di Boccaccio e di Jean de Meun, che difendevano l'idea che la donna è per natura un essere vizioso, consegnò alla regina Isabella un'opera intitolata la Città delle Dame, in cui elencava esempi di donne virtuose e importanti nella storia dell'umanità.