Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Sergio Maltagliati (Pescia, 26 settembre 1960) è un compositore, programmatore, artista e professore italiano, attivo nel campo dell'arte digitale e computer music.
Pietro Grossi (Firenze, 19 aprile 1978) è uno scrittore italiano.
Francesco Giomi (Firenze, 1963) è un compositore italiano di musica sperimentale e regista del suono. La sua estetica musicale guarda primariamente all'arte acusmatica e al live electronics, anche in stretto rapporto con l'improvvisazione elettroacustica. È professore di musica elettronica al Conservatorio di Bologna e direttore di Tempo Reale, il centro di ricerca musicale fondato da Luciano Berio a Firenze. Nel 2008 ha dato vita al Tempo Reale Festival, dedicato alla musica di ricerca. Ha studiato musica elettronica e informatica musicale a Firenze e Pisa con Albert Mayr e Pietro Grossi, oltre che Scienze dell'Informazione all'Università di Pisa. Dal 1982 ha iniziato ad occuparsi di queste discipline sia in maniera autonoma che collaborando con istituzioni come il CNUCE/CNR di Pisa, l'Università di Firenze, il Conservatorio di Firenze e Tempo Reale. Da alcuni anni vive a Montagnana Val di Pesa nei dintorni di Firenze.
La computer music o musica informatica è un ramo della musica elettroacustica che impiega sistematicamente la programmazione su elaboratore numerico. In senso più esteso, qualunque produzione musicale che utilizzi il mezzo informatico può definirsi computer music. Spesso, con il termine Computer Music si fa riferimento oggi anche alla cosiddetta informatica musicale. La produzione musicale è esclusivamente basata sull'utilizzo del computer, delle periferiche audio (interfacce audio/MIDI, superfici di controllo), sequencer audio/MIDI (Fruity Loops, Cubase, Logic Pro, Pro Tools, SONAR, Nuendo), plug-in VST, AU, RTAS, campionatori software, librerie di campioni e così via. Storicamente, la computer music affonda le sue radici nella relazione fra "teoria musicale" e "matematica". Il primo computer musicale al mondo fu costruito in Australia dal programmatore Geoff Hill su un computer CSIRAC, progettato e costruito da Trevor Pearcey e Maston Beard. Successivamente, Lejaren Hiller (Illiac Suite) fece uso di un computer nel 1950 per comporre lavori che furono eseguiti da normali musicisti. Più tardi lo sviluppo coinvolse anche il lavoro di Max Mathews presso i laboratori Bell, che sfociò nel programma MUSIC I. Anche la tecnologia Vocoder (codifica della voce) ebbe un grande sviluppo in questa prima fase. Pietro Grossi pioniere italiano, oggi considerato a livello mondiale, nel 1963 fonda lo studio di Fonologia Musicale di Firenze (S 2F M ). Nel 1965 ottiene la cattedra di Musica Elettronica al Conservatorio di Musica di Firenze, la prima in Italia. Nel 1967 le prime esperienze ufficiali di computer music presso la Olivetti General Electric a Pregnana Milanese: "…Ho preso il quinto Capriccio di Paganini, ho perforato le schede e, fatto il pacco di schede, consegnate al computer, il computer le suonava. Il computer ha suonato subito alla perfezione il testo che gli avevo dato, e immediatamente dopo, ho potuto fare di quei suoni quello che volevo. Questo per me era un salto incredibile. È stata un'emozione straordinaria…"Al 1970 risale quello che si potrebbe considerare il primo "audio streaming" della storia con la prima esperienza di musica telematica in assoluto tra la Fondazione Manzù di Rimini e il Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico di Pisa. Sparsi in tutto il mondo ci sono molte organizzazioni e istituti dedicati all'area della computer music, allo studio e alla ricerca nel settore della musica elettronica e del software musicale. Fra queste, ICMA (International Computer Music Association), IRCAM (Institut de Recherche et Coordination Acoustique/Musique), GRAME, SEAMUS (Society for Electro Acoustic Music United States) e in Italia il centro di ricerca musicale Tempo Reale.
Il termine Arte generativa si riferisce al concetto di “Arte che genera arte” dove, l'opera artistica, è il prodotto di un sistema autonomo in grado di determinare le caratteristiche (forme, suoni, colori, ecc.) di un'opera che altrimenti richiederebbero decisioni prese direttamente dall'artista. In alcuni casi, l'artista uomo, può concepire che l'opera finita sia rappresentativa della sua idea artistica, in altri casi è il sistema autonomo ad assumere totalmente il ruolo di creatore. Opere d'Arte generativa possono essere create attraverso sistemi meccanici, robotici, informatici, chimici, di randomizzazione ed altro. -nel campo digitale- l'Arte generativa muove i primi passi a partire dagli anni ottanta e nasce da una limitata interazione fra uomo e macchina data dall'uso di software-idea (generativo) o dall'impiego di formule matematiche che consentono la realizzazione di opere d'arte, visuali, architettoniche, letterarie o musicali, partendo da un'idea che non sia esclusivamente quella umana. Grazie a questi programmi è possibile creare da forme semplici, strutture sempre più complesse e diverse consacrandole come uniche nella sfera dell'individualità. Una raccolta di articoli e lavori di Arte Generativa è nel sito www.generativeart.com, sito del convegno - festival annuale di Arte Generativa. In questa direzione opera il celebre Ward Adrian, autore di software generativi di elevata qualità come dimostra la sua opera intitolata Signwave Autoillustrator, un software semi-autonomo che ha lo scopo di creare disegni di grafica vettoriale. Sempre nel campo della grafica e del design stampato ed elettronico, opera anche il gruppo svizzero dei Buro Destruct. Questo gruppo dopo aver esaminato il design elvetico degli anni sessanta, ne ha estrapolate le regole fondamentali codificandole in BDD ossia un software (per entrambe le piattaforme macOS e Microsoft Windows) che crea combinazioni di forme sempre nuove e distinte adatte per essere usate come loghi e pattern in coerenti ed organiche combinazioni cromatiche. L'azione del gruppo svizzero risulta molto interessante se considerato il processo di codificazione in formule di uno stile riconosciuto storicamente, creando una serie di regole di riproduzione concettuale. Invece verso la creazione collaborativa si sposta l'attenzione della ricercatrice Elisa Giaccardi che prendendo spunto dal progetto Generatore Poietico di Olivier Auber, utilizza il web come luogo di incontro fra utenti che sperimentano la creazione di un'immagine collettiva attraverso la rete. Anche un gruppo di ricercatori del Politecnico di Milano capitanati dal Prof. Celestino Soddu, implementano e sperimentano le potenzialità dei software generativi. I primi software generativi di C. Soddu che generano modelli tridimensionali di città medievali Italiane sempre diverse sono del 1987. Secondo Soddu l'idea-processo genera una dilatazione sorprendente ed infinita della creatività attraverso espressioni plurime e aperte dell'idea generante stessa. Il progetto generativo portato avanti dal Politecnico di Milano, nasce dalla volontà di indagare ed ampliare i campi della creatività umana non conseguibili ai giorni nostri senza l'utilizzo di strumenti informatici. In questa chiave si attua un processo a catena in cui l'arte viene espressa dalla creazione del generatore, dalle creazioni fatte dal generatore stesso e dalle opere che quelle creazioni possono far nascere tenendo sempre presente che l'idea è processo.