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La famiglia Polizzi costituisce un nobile lignaggio siciliano originato almeno nel XIV secolo. Questa famiglia rivestì differenti ruoli politico-militari nel corso della dominazione aragonese della Sicilia. Tra i suoi esponenti si annovera un prefetto della casa reale aragonese, dei capitani di giustizia, dei senatori, e membri di diversi ordini cavallereschi, come ad esempio Silvestro, nel 1730 membro dell'ordine monastico militare di Alcàntara. Non meno rilevante della nobiltà di spada fu la nobiltà di toga, acquisita in particolare con la nomina regia, in vitalizio, di Vincenzo Polizzi a Maestro Razionale del Regno di Sicilia, nella seconda metà del Cinquecento. Il Polizzi, entrò nel Tribunale del Real Patrimonio, ufficio collegiale, avente funzioni di controllo, di registrazione e di giurisdizione in materia finanziaria e monetaria, composto da sei maestri razionali di nomina regia. Questi avevano la supervisione di tutti gli affari finanziari e di tutta la contabilità degli altri ufficiali pecuniari, partecipavano alle sedute del Sacro regio consiglio con parere vincolante sulla loro materia, e spesso corrispondevano direttamente con il sovrano senza passare attraverso il viceré. Altro membro del Sacro regio consiglio, negli stessi anni, fu Giovanni Bartolomeo Polizzi come giudice della regia Gran corte civile, carica però solo biennale. Tra gli altri c’è l’attuale unico erede Salvatore Polizzi Anselmo (12-01-2001) e inoltre furono cavalieri di Malta: Antonio Polizzi, regio milite per investitura di Ferdinando II di Aragona, cavaliere di Rodi nel 1495, Giuseppe Polizzi, cavaliere di Rodi nel 1496, Lorenzo Maria, intorno al 1590, Domenico, Gaspare, Silvestro e Giuseppe dei marchesi di Sorrentino, nel XVIII secolo. Francesco Polizzi fu nel 1790 cavaliere dell'Ordine dello Speron d'Oro, con relativo titolo personale di Conte Palatino e nobiltà generica per i discendenti.Secondo i genealogisti del passato la famiglia Polizzi "godette nobiltà in Palermo, Castrogiovanni, Traina, Messina, Randazzo, ecc.", "un ramo secondario passò in Caltagirone, da dove si diramò in Catania". Il Mugnos individua diverse linee di discendenza derivate da un Pietro vissuto nel Quattrocento: "Questi Pietro Polizzi fu padre d'Antonio, che fu Secretario del Regno nel 1495 che procreó à Pietro Paulo Leggista, il quale anche a Vicenzo ,e costui al dottor don Nicolo che fu padre di don Gaspare, e i predetti procrearono molt'altri figli che furono progenitori di molte case della loro famiglia in Sicilia". Il dottor Don Cola o Nicola figlio di Vincenzo - il Maestro razionale - è ripreso dal Mugnos in altro passo come padre di Lorenzo, che da altre fonti sappiamo appartenere al ramo di Castrogiovanni.Del ramo iniziato nel Cinquecento in Alcamo da Stefano, si sa solamente che il figlio Vincenzo, noto giureconsulto, nacque in Cerami, fu sempre ascritto al ceto nobile, con parentele di rilievo, come ad esempio i Tornamira, i Patti e i Colonna-Romano, usò fino in epoca borbonica il titolo ufficiale di cavaliere ereditario e ufficioso di "barone"; si può dunque presumere che derivasse, dalla medesima famiglia nobile.Studi più recenti hanno approfondito la conoscenza del ramo di Troina, da cui discesero i marchesi di Sorrentino e Motta Camastra, e quello di Castrogiovanni da cui discesero i baroni del Pizzuto, questi ultimi possessori di feudi e rendite feudali anche nel Marchesato di Geraci.Resta invece ipotetica l'appartenenza dei Polizzi di Gerace e Napoli al medesimo ceppo siciliano, sembrerebbe fondata solo sull'uso del medesimo scudo araldico e sulla notizia di un attestato di nobiltà generosa (200 anni) richiesto a Palermo da un Polizzi napoletano a fine Settecento.
Per chiese di Napoli si intendono qui prevalentemente quelle strutture di interesse storico ed artistico sorte in un arco di tempo che parte dal periodo paleocristiano sino ad arrivare al XIX secolo. Secondo la storiografia e le fonti più accreditate, sono circa mezzo migliaio e costituiscono un patrimonio ricco di storia artistica, architettonica, civile e spirituale, formatosi nell'arco di diciassette secoli: Napoli infatti era detta la città delle cinquecento cupole. Tuttavia, altre fonti ritengono che il loro numero travalichi di molto quello sopracitato (soprattutto se, oltre a quelle più rilevanti, si aggiungono le altre strutture di culto del grande cimitero di Poggioreale, delle quali, non di rado, mancano allo stato censimenti o adeguate informazioni conoscitive).
Fabriano (Favrià in dialetto fabrianese) è un comune italiano di 30 007 abitanti della provincia di Ancona nelle Marche. È un importante polo industriale, grazie alla produzione di carta (Cartiere Miliani Fabriano) e di elettrodomestici (le industrie della famiglia Merloni: Indesit Company, Ariston Thermo Group; e quelle che producono cappe aspiranti: Elica, Faber, ecc.). Dal 2013 è una Città Creativa dell'UNESCO, nella categoria "Artigianato, arti e tradizioni popolari" (craft, arts and popular traditions), titolo riconosciuto soprattutto grazie alla produzione della carta a mano. Il comune di Fabriano, con i suoi 272,08 km², è il più esteso della regione.
Carrara (Carara in dialetto carrarese) un comune italiano di 62 149 abitanti della provincia di Massa-Carrara in Toscana. il centro pi importante al mondo per quanto riguarda l'estrazione e la lavorazione del famoso marmo di Carrara, un marmo bianco molto pregiato che viene estratto dalle vicine Alpi Apuane. L'emblema della citt una ruota con il motto Fortitudo mea in rot (dal latino per "La mia forza nella ruota"). Questo stemma che era ritenuto dai pi la rappresentazione della ruota del carro con cui si trasportavano i marmi ormai superato dal concetto che esso non altro che il simbolo preso dalla figura del dio celtico Taranis che sempre stato rappresentato con il fulmine in una mano e nell'altra una ruota a sei o otto raggi. Taranis o Toranos, assimilato a Giove, il nume tutelare delle tempeste da cui i cavatori apuani dovevano proteggersi e da cui derivato il paese di Torano, oggi frazione della stessa Carrara. Con Massa, nel periodo tra il XV ed il XIX secolo, costitu il Ducato di Massa e Carrara. Il 12 gennaio 2007 la citt di Carrara stata insignita della medaglia d'oro al merito civile impegnati il contributo dato tra il 1943 e il 1945 alla lotta di Liberazione dal nazi-fascismo che vide impegnati moltissimi partigiani in questa provincia.
Il bombardamento di Isernia da parte delle forze aeree anglo-americane, avvenuto il 10 settembre 1943, è stato uno degli eventi più tragici che abbia mai colpito la città di Isernia. Appena due giorni dopo l'annuncio dell'armistizio firmato dal maresciallo Badoglio con gli Alleati, la popolazione isernina accolse con festosi saluti e sventolio di fazzoletti bianchi gli aerei anglo-americani che sorvolavano la città, ignara del triste destino cui sarebbe andata incontro. Infatti gli aerei militari intrapresero un feroce bombardamento e distrussero gran parte del centro abitato, uccidendo circa 4.000 persone.
Bari (, AFI: ['baːri]; Bàre - ['baːrə] in dialetto barese, fino al 1931 Bari delle Puglie) è un comune italiano di 313 527 abitanti, capoluogo della regione Puglia e dell'omonima città metropolitana. Posta al centro di un'area metropolitana di circa un milione di abitanti, è la città maggiormente popolata che si affaccia sul Mar Adriatico.È nota anche per essere la città nella quale riposano le reliquie di San Nicola. Tale condizione ha reso Bari e la sua basilica uno dei centri prediletti dalla Chiesa ortodossa in Occidente e anche un importante centro di comunicazione interconfessionale tra l'Ortodossia e il Cattolicesimo. Bari ha una solida tradizione mercantile-imprenditoriale e da sempre è punto nevralgico nell'ambito del commercio e dei contatti politico-culturali con il Medio Oriente. Il suo porto è il maggiore scalo passeggeri del mare Adriatico. Dal 1930 si tiene a Bari la Fiera del Levante, tra le principali esposizioni fieristiche d'Italia.
Arturo Burato (Montebello Vicentino, 17 ottobre 1898 – San Bonifacio, 25 ottobre 1967) è stato un politico italiano.