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Presidenza di Ulysses S. Grant

La presidenza di Ulysses S. Grant ebbe inizio il 4 marzo del 1869 con la cerimonia d'inaugurazione e relativo discorso d'insediamento come 18º Presidente degli Stati Uniti d'America, per poi concludersi il 4 marzo del 1877. Grant entrò in carica poco dopo il termine della guerra di secessione americana e presiedette gran parte dell'Era della Ricostruzione; sconfisse l'esponente del Partito Democratico Horatio Seymour nelle elezioni presidenziali del 1868. Conquisterà un 2º mandato nelle elezioni presidenziali del 1872 con un ampio scarto, riuscendo a superare brillantemente una divisione interna al Partito Repubblicano la quale portò alla formazione del "Liberal Republican Party"; questo candidò Horace Greeley per opporsigli. Gli succederà il repubblicano Rutherford Hayes a seguito delle ampiamente contestate elezioni presidenziali del 1876. Le fasi della Ricostruzione a seguito della guerra civile ebbero la precedenza assoluta nel corso del primo mandato di Grant. Entro il 1870 tutti gli ex Stati Confederati d'America furono riammessi negli Stati Uniti d'America e vennero rappresentati al Congresso degli Stati Uniti d'America, ma il governo federale rimase attivo in tutto il Profondo Sud per proteggere i diritti civili degli ex schiavi afroamericani. Il Congresso elaborò 3 severi Enforcement Acts e istituì il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti d'America e l'Ufficio dell'avvocatura generale. Queste azioni rafforzarono le capacità dell'amministrazione Grant nell'attuare e far applicare le legislazioni federali, in particolare quelle emanate a protezione dei diritti politico-civili dei liberti. Il neonato "Dipartimento di Giustizia" perseguì migliaia di membri del Ku Klux Klan sottoponendoli alle nuove rigide normative; Grant firmò la Civil Rights Act (1871) che resero il KKK un'organizzazione illegale dedita al terrorismo. Sostenne anche il passaggio del XV emendamento, fatto ratificare il 3 febbraio del 1870 (3º e ultimo degli emendamenti della Ricostruzione); esso proibì ai governi federali e Statali di negare ad un cittadino il diritto di voto sulla base della "razza, del colore della pelle o della precedente condizione di schiavitù". Invece di sviluppare un gruppo di consiglieri politici affidabili Grant rimase autosufficiente nella scelta dei membri del proprio governo, mentre per contro fece un gran affidamento negli ex colleghi dell'Union Army i quali mantennero sempre un'assai bassa sottigliezza politica e un senso molto debole dell'etica civile. Nel corso del suo mandato si verificarono vari scandali, tra cui accuse di corruzione dilagante, frode e "ambiguismo". Nel 1872 ratificò la legge congressuale che istituì il Parco nazionale di Yellowstone, il 1° dei Parchi nazionali degli Stati Uniti d'America. All'inizio del 2º mandato di Grant la nazione risultava essere prospera, le spese e il debito pubblico, le tariffe doganali e la forza-lavoro federale vennero ampiamente ridotte; vi fu un netto aumento delle entrate fiscali. Il Congresso stabilì il sistema aureo, che portò ad una deflazione "de facto" la quale ridusse la quantità di "Greenbacks" (obbligazioni di guerra non convertibili) nell'economia degli Stati Uniti d'America; tuttavia il "Panico del 1873" scosse il paese fino alle radici e distrusse una gran parte dei progressi economici prodotti nel primo periodo dell'amministrazione. La crisi provocò una grave depressione economica a livello nazionale che portò l'opinione pubblica a criticare pesantemente l'operato presidenziale. Come immediata conseguenza i democratici riassunsero il pieno controllo della Camera dei rappresentanti nelle elezioni di medio termine del 1874. Gli scandali correlati a comportamenti corrotti si accrebbero, anche se i riformatori nominati da Grant furono in larga parte in grado di ripulire alcuni servizi federali. In particolare il Segretario al Tesoro Benjamin Helm Bristow colpì la "catena del Whisky" e portando all'accusa del segretario particolare di Grant, Orville Elias Babcock. Il Segretario alla Guerra William Worth Belknap si dovette dimettere oramai del tutto screditato nel febbraio del 1876 dopo essere stato imputato dalla Camera per aver intascato delle tangenti. Il presidente continuò a sostenere la Ricostruzione e controfirmò la Civil Rights Act (1875) la quale proibì la discriminazione nell'assegnazione degli alloggi pubblici. Tuttavia giunta al termine la sua presidenza la coalizione dei bianchi democratici del Sud (i "Redeemers") erano riusciti a riprendere il controllo dei governi statali meridionali, spesso attraverso atti di violenza, forti intimidazioni e la soppressione dell'elettorato nero. Nel corso degli 8 anni di Grant gli USA rimasero in pace col mondo sebbene la sua gestione della politica estera fu alquanto irregolare e le tensioni con i nativi americani degli Stati Uniti d'America continuarono. Soprattutto grazie al talento del Segretario di Stato Hamilton Fish il Trattato di Washington (1871) ripristinò i rapporti con l'impero britannico e risolse le controversie inerenti ai Reclami dell'Alabama, mentre l'"Affare Virginius" in cui l'amministrazione si trovò in contrasto con l'impero spagnolo sarà appianato del tutto pacificamente. Grant tentò anche l'annessione della Repubblica Dominicana, ma la proposta verrà bloccata dal Senato. Con il completamento della First Transcontinental Railroad nel 1869 il West si aprì definitivamente alla colonizzazione; una tale espansione venne sfidata apertamente dall'ostilità dei nativi. Grant cercò per quanto possibile perseguire una "politica di pace" con le tribù, ma il continuo afflusso di migranti e pionieri verso Occidente rese sempre più difficoltoso evitare il conflitto aperto. Esplose così la Grande guerra Sioux del 1876 assieme ad altri episodici scontri con altri gruppi. La presidenza Grant è stata lungamente denunciata dagli storici successivi come quella funestata dalla più ampia corruzione dell'intera Storia degli Stati Uniti d'America; la sua reputazione nella classifica storica dei presidenti degli Stati Uniti d'America è cresciuta gradualmente solo negli ultimi decenni, tenendo conto delle nette prese di posizione e degli atti intrapresi a favore del movimento per i diritti civili degli afroamericani (1865-1896) e delle riforme della funzione pubblica.

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