Preta
I preta, (sanscrito letteralmente: "trapassato"; in p li: peta; - letteralmente: "spirito affamato": in cinese: gu ; coreano: , agwi, giapponese: gaki; vietnamita: ng qu ; tibetano: yi dvags ; inglese: hungry ghosts) nel buddhismo sono degli esseri rinati in una condizione inferiore a quella umana e a quella animale a causa del loro comportamento dettato da avarizia o gelosia.
La pi antica citazione buddhista risale al Petavatthu (I racconti degli spiriti), contenuto nel Sutta Pi aka sezione Khuddaka Nik ya.
I preta sono raffigurati generalmente con colli e bocche piccolissimi e grandi ventri, a significare l'ingordigia del desiderio ( : attaccamento, brama) che li ha condotti alla loro esistenza, perpetuamente inappagata dal desiderio di cibo. A seconda delle tradizioni sono descritti impossibilitati a cibarsi (il cibo si trasforma in braci al contatto con la bocca) o a trovare come alimento solo feci. Si considerano vagare, invisibili ai pi , nel mondo umano, ma talora anche partecipare dei tormenti nel Naraka.
A loro beneficio, e a beneficio degli esseri senzienti precipitati nel Naraka, nei paesi buddhisti Mah y na, ogni anno si tiene la festa di Ullambana.
Tradizionalmente nel mondo buddhista si identifica un mondo, o uno stato, specifico per i preta, il "Mondo dei Preta" appunto nella ripartizione sestuplice dei mondi dell'esistenza. Da questa ripartizione classica, nel buddhismo Ti nt i si aggiunsero altre suddivisioni che portarono, nella dottrina del Y ni n s nqi n, a dieci il numero complessivo, in cui comunque non viene a mancare la condizione di preta.